Negli ultimi mesi si è verificato un forte cambiamento nell’ambito dei mutui ed è quanto mai opportuno orientarsi adeguatamente.
Dal Quantitative easing al rialzo dei tassi
Sono passati ormai otto anni da quando la BCE di Mario Draghi ha avviato e, subito dopo, potenziato il Quantitative easing, vale a dire l’immissione di denaro fresco in un’economia in cui, all’epoca, ne girava molto poco.
Da diversi mesi siamo in una situazione quasi opposta, con l’inflazione altissima (non solo in Europa) e la necessità di riportarla a livelli adeguati. Per tacere degli effetti del conflitto in Ucraina e delle problematiche connesse alle materie prime e all’energia.
I tassi dei mutui – soprattutto per effetto della politica anti-inflazionistica della BCE – sono tornati a salire, dopo il lungo periodo di tassi a zero (o quasi).
Il fatto che il denaro ricominci ad avere un certo costo è normale, ma in questa fase di cambiamenti (con l’inflazione che sostanzialmente ancora non demorde) i sottoscrittori di mutui a tasso variabile e chi sta per stipularne di nuovi stanno vivendo serie difficoltà.
I dati della FABI
I numeri impietosi forniti pochi giorni fa dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI) parlano chiaro: le rate per i mutui non pagate dalle famiglie italiane ammontano a 6,8 miliardi di euro (e si tratta di una rilevazione che arriva al marzo scorso).
I 6,8 miliardi di euro evidenziati dalla FABI si suddividono in:
- 0,6 miliardi di rate scadute;
- 3,4 miliardi di inadempienze probabili;
- quasi 2,8 miliardi di sofferenze.
I dati FABI su base regionale vedono il Lazio con un ammontare di rate non pagate per i mutui pari a circa 934 milioni di euro.
Il memorandum dell’ABI
In tutto questo, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha pubblicato ieri un nuovo memorandum per segnalare “le possibilità che oggi sono disponibili in Italia per le famiglie per ridurre l’impatto del rialzo dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile”.
Si tratta di cinque opzioni da concordare con la propria banca di riferimento:
- allungare la durata del mutuo;
- rivedere altre condizioni contrattuali;
- effettuare la surroga;
- ricorrere al Fondo di solidarietà;
- trasformare il tasso variabile in fisso.
Le ultime due opzioni segnalate dall’ABI sono state prorogate o attivate dall’ultima Legge di Bilancio, e le specifiche misure in deroga sono valide fino a fine 2023.
I mutui per i giovani
Segnalo, inoltre, che è stata prorogata a fine settembre di quest’anno la garanzia statale dell’80% per i mutui under 36.
Orientarsi, al meglio
In questa fase storica di cambiamenti nel mondo economico e finanziario, è più che mai doveroso orientarsi al meglio. Lo dico da sempre e, a maggior ragione, lo dico in questo periodo.
Mi puoi contattare per avere una consulenza mirata, se devi vendere o comprare, valutando con attenzione l’investimento personale e sull’immobile.
Per quanto riguarda i mutui, puoi contattarmi e sarà mia cura favorire il dialogo con un consulente del credito, con cui potrai valutare le opzioni per gestire il mutuo già acceso o quello da accendere.
Come sempre, le evoluzioni del mercato immobiliare continuerò a raccontarle dettagliatamente qui sul mio blog.
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