Nell’ultimo Rapporto di Nomisma sull’Abitare emergono dati di rilievo sulle famiglie che optano per la locazione invece dell’acquisto.
La settimana scorsa è stato presentato il 17° Rapporto sull’Abitare 2024, elaborato da Nomisma col supporto di Crif, in un evento in collaborazione con Confindustria.
Dal Rapporto di Nomisma emerge un dato su tutti: crescono le difficoltà di acquisto della casa per le famiglie che quindi, più numerose che nel passato, devono puntare sulla locazione.
L’inflazione negli ultimi anni ha intaccato il reddito disponibile che, come spiega Nomisma, è diventato inadeguato o appena sufficiente per le famiglie nel fronteggiare le necessità.
Su questo sfondo, sono cresciute le difficoltà di acquisto abitativo, soprattutto per le famiglie unipersonali e per quelle più numerose. Inoltre, sono aumentate anche le difficoltà a sostenere i canoni di locazione stessi, in trend di crescita maggiore a confronto con i prezzi.
L’indagine di Nomisma ha indagato sul clima di fiducia presso le famiglie: in questo senso, sono emersi giudizi più positivi sulla sicurezza lavorativa e sulla disponibilità delle banche a concedere credito.
Al contrario, vanno a peggiorare le opinioni sulla crescita del nostro Paese e sulle conseguenze in ambito economico e sociale dovute ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente.
L’interesse sulla casa è ampiamente confermato dai numeri rilevati da Nomisma: sono 3 milioni le famiglie che hanno affermato un interesse all’acquisto nei prossimi 12 mesi, c’è però difficoltà di accesso alle condizioni per rendere concreto il desiderio e, quindi, il Rapporto parla di domanda reale che coinvolge 980mila famiglie, che supera di molto la stima di 700mila compravendite abitative per l’intero 2024.
Il dato accennato all’inizio sul ripiegamento verso la locazione da parte delle famiglie parla chiaro: si passa dal 56% del 2023 a quasi il 60% dell’anno in corso.
Un altro dato sulla scelta della locazione sembra apparentemente discordante, visto che è in calo il numero delle famiglie che hanno compiuto questa scelta abitativa per periodi superiori ai sei mesi. Nomisma parla non di un minore interesse, quanto di un’offerta ritenuta inadeguata che, a sua volta, comporterebbe l’uscita dal mercato di una parte di domanda potenziale.
Ad ogni modo, la maggioranza delle famiglie si è espressa sulla locazione considerandola scelta temporanea oppure obbligata (non potendo acquistare).
Il Rapporto evidenzia numeri significativi anche sul lato dell’offerta, difatti c’è una propensione in calo, da parte delle famiglie multiproprietarie, a puntare verso la locazione tradizionale: solo l’11% di esse prevede di locare a medio termine le proprie case.
Rispetto alla capacità di acquisto tramite mutuo, i nuclei che dichiarano difficoltà nel far fronte al pagamento delle rate scendono dal 7,5% del 2022 al 4,3% attuale, a conferma, sostanzialmente, della migliorata percezione della propria condizione economica.
In generale, da alcuni mesi stiamo assistendo ad un recupero del mercato dei mutui immobiliari, per effetto dell’avvio della discesa dei tassi che, come noto, erano stati portati molto in alto per fronteggiare l’inflazione.
Se, come da tutti previsto e auspicato, questo ritorno dei tassi a valori non più emergenziali dovesse effettivamente continuare, per stabilizzarsi nel 2025, è chiaro che l’accesso al credito tornerà ad essere una concreta possibilità per chi, oggi, ha il timore, se non proprio l’impossibilità, di indirizzarsi finalmente all’acquisto.
E comunque una situazione di precarietà economica e finanziaria all’interno di una famiglia ha impatto anche nel gestire la locazione, seppur adottata come ripiego in attesa di tempi migliori.
L’incontro tra domanda e offerta in ambito locativo sta vivendo, come descritto sopra, una fase storica difficile e complicata.
Credo che entrambe le parti – locatori e locatari – abbiano bisogno di rassicurazioni sia reciproche che a livello di politiche abitative, in modo che i proprietari si possano sentire tranquilli nel concedere in locazione abitativa di medio-lungo termine i propri immobili e gli affittuari possano vivere condizioni lavorative, e conseguentemente economiche, tali da poter (e non dover) scegliere tra locazione e acquisto.
In questo modo, non appena l’accesso al credito tornerà a livelli pre-inflazione, il mercato potrà godere di una maggior dinamicità, grazie a progressivi miglioramenti sia della domanda che dell’offerta.
Sulle dinamiche di mercato relative alle compravendite, alle locazioni e ai mutui, puoi tenerti aggiornato leggendo i miei post nella categoria dedicata.
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