Alla casa viene spesso associato il concetto di bene rifugio, ma credo sia opportuno dare e ridare valore anche ad altre caratteristiche.
Il concetto di casa come bene rifugio è abbastanza tipico ed è perlopiù connesso con le potenzialità di investimento a livello economico e finanziario.
Il valore delle case – nonostante le oscillazioni e, a volte, certi fenomeni ciclici – si mantiene sempre abbastanza stabile e, da qui, nasce la definizione di bene rifugio.
Tale definizione ha, a monte, una motivazione ancora più approfondita: essendo un bene essenziale, la casa mantiene valori abbastanza stabili nel tempo, proprio perché soddisfa uno dei bisogni principali dell’essere umano.
Io però credo che si possano aggiungere altre caratteristiche basilari, pur mantenendo inalterata la necessità e l’opportunità di dare valore al proprio investimento.
Ci sono, infatti, alcuni aspetti a volte sottovalutati o, ancora peggio, mai presi in considerazione.
Il luogo della crescita
Anzitutto, la casa è il luogo dove cresciamo ed evolviamo. E’ difficile dare un valore strettamente economico a questo aspetto, né sarebbe utile affidarsi solo ai ricordi e al passato.
Credo sia invece importante considerare la casa in cui siamo cresciuti come luogo del nostro sviluppo personale, relazionale e affettivo.
La casa, ovviamente, non è protagonista del nostro sviluppo personale, ma è il luogo, è lo spazio fisico in cui ciò è avvenuto e, in un’ottica di prospettiva, quando si vende o compra casa, è bene essere consapevoli che stiamo scambiando un bene dove potranno continuare a crescere e sviluppare altre persone e relazioni.
E noi, cambiando casa, faremo lo stesso altrove. Sia per la casa in sé, sia per il suo inserimento in un determinato contesto: il quartiere, i servizi, le possibilità offerte dal territorio, la vicinanza con altre persone di riferimento, con il proprio lavoro e i propri interessi.
Oltre la pandemia
Ai tempi del lockdown, abbiamo forzatamente preso contatto con le nostre case. E’ stato un periodo oscuro, complicato, ed è stata, per così dire, un’occasione per prendere meglio le misure alle nostre abitazioni, scoprendo nuovi difetti e nuovi pregi.
Sappiamo che, con l’evolvere dello smart working, le nostre case, per alcuni, hanno assunto un’identità diversa, vale a dire il diventare sede di lavoro e di studio, almeno parzialmente.
Nel graduale percorso verso la cosiddetta nuova normalità, il concetto di casa come luogo del ritorno dal lavoro è in parte cambiato. Ci sono persone per cui questo è diventato un’opportunità, per altre una scocciatura, e così via.
Per trattenere e valorizzare l’aspetto positivo della vicenda pandemica, credo possa essere utile trovare nuovi punti di equilibrio per conciliare le esigenze lavorative con il desiderio di continuare a considerare la casa come luogo protetto dalle preoccupazioni del quotidiano.
Potrebbe essere allora una questione di miglior gestione degli spazi interni alla casa, cambiare o migliorare gli strumenti per connettersi col mondo esterno, conciliare meglio i propri tempi con quelli delle persone con cui si convive.
Anche questo può dare maggior valore alla tua casa, se un domani volessi venderla, o, pur mantenendola, assumerebbe valore già oggi, in quanto aggiungeresti un nuovo spazio/tempo, assolutamente personalizzato, da dedicare agli affari e alla professione.
La casa che cambia, i territori che cambiano
Nella classica accezione della casa come bene rifugio è anzitutto essenziale farsi un quadro delle opportunità di messa a reddito dell’immobile: la vendita, la locazione (classica, turistica, per studenti), oltre a misure come quella di acquisto e rivendita post-ristrutturazione o per investire sugli affetti che crescono (ad esempio per figli e nipoti che metteranno su famiglia e/o che avranno particolari esigenze lavorative).
Questa analisi deve essere fatta con attenzione, mettendo in campo tutti gli aspetti economici, finanziari e strategici. Non di meno, è fondamentale porsi in prospettiva rispetto al proprio futuro e a quello dei propri cari.
Sullo specifico tema della valorizzazione immobiliare in famiglia, ti invito a leggere il mio post dedicato.
Allo stesso modo, per andare oltre il bene rifugio inteso classicamente, credo sia importante porre attenzione anche al contesto in cui è inserito l’immobile da valorizzare.
Il territorio di appartenenza dell’immobile potrebbe essere interessato da cambiamenti dovuti a rigenerazione e trasformazione urbana, riqualificazione, investimenti infrastrutturali, flussi turistici o di studenti che si modificano nel tempo.
Per questo, bisogna agire con la lente d’ingrandimento sia all’interno che all’esterno dell’immobile, per cogliere ogni occasione utile ad accrescere l’investimento.
Riqualificare
Un tema su cui punto spesso qui nel mio blog è quello della riqualificazione immobiliare – in senso energetico, di miglior funzionalità e per la sicurezza – al fine di dare maggior valore all’immobile, sia che ci si continui a vivere, sia in prospettiva di vendita o locazione.
E poi, con il caro bollette che sta imperversando in questi tempi complicati, penso sia diventato ormai doveroso pensare anche ad alleanze con altri cittadini, imprese, associazioni ed enti locali, al fine di calmierare i costi e aiutare l’ambiente: le comunità energetiche.
In prospettiva
Quelli descritti sopra sono spunti per agire, che vanno sviscerati per delineare strategie utili, per passare dal bene rifugio al bene futuro.
Se vuoi approfondire il tema e se vuoi essere accompagnato in questo percorso, puoi contattarmi ai recapiti che trovi scorrendo questa pagina.
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