La valorizzazione di un immobile che coinvolge i membri di una famiglia potrebbe aver bisogno di specifici interventi di mediazione.
In una famiglia la valorizzazione di un immobile è un tema importante, in quanto implica numerosi aspetti che coinvolgono la relazione tra i membri, la capacità di ascolto, oltre alla necessità di avere elementi concreti di conoscenza del mercato.
Quando in una famiglia succede un evento particolare – ad esempio l’aver ricevuto un immobile in eredità o la decisione di vendere e ricomprare perché la famiglia cresce – nascono alcuni aspetti di cui tener conto nella relazione tra i membri coinvolti.
Anzitutto, alcuni elementi trasversali:
- la numerosità dei familiari coinvolti nella valorizzazione di un immobile non è detto che sia un ostacolo in sé. E’ sufficiente essere in due per andare d’accordo o meno. Quello su cui occorre lavorare è la comprensione dei bisogni e delle motivazioni che stanno alla base di eventuali conflitti;
- l’avere opinioni diverse non è un male in sé, e questo non dipende necessariamente dall’essere parenti, ma più semplicemente dal fatto che, in quanto esseri umani, siamo tutti diversi ognuno dall’altro. Avere idee diverse può essere positivo, ma la diversità deve circolare, deve essere scambiata, affinché ognuno ne possa beneficiare. Essa, poi, va inserita nell’alveo dei rapporti familiari, affettivi, coniugali, ed ecco che le differenti opinioni dovranno assumere configurazioni nuove per arrivare alla corretta valorizzazione di un bene comune.
L’immobile della famiglia come può essere valorizzato? Quando sarà considerato bene comune? Quanto vale l’immobile sul mercato?
Queste sono sicuramente domande sensate, ma, più a monte, credo sia necessario avere chiarezza sugli obiettivi dei singoli membri e della famiglia nel suo complesso, per poi trattare la questione anche sul piano tecnico.
In altre parole, bisogna puntare sulle persone, sempre e comunque. L’immobile costituirà poi l’elemento di concretezza, ma al servizio delle persone, e non viceversa, altrimenti, come minimo, si crea confusione.
Inoltre, come accennato sopra, l’appartenere alla stessa famiglia e dover decidere il destino di un immobile (e quindi il destino, almeno parziale, delle proprie tasche) implica la presenza di legami, che hanno a che fare con un parco notevole di emozioni, con l’eventualità che possano esistere anche conflitti, pensieri rivolti al passato o a determinati ricordi, diversità di prospettive.
L’immobile che la famiglia desidera valorizzare costituisce uno stimolo forte al pensare al futuro.
Per coniugare correttamente questa proiezione in avanti, ritengo sia necessaria una disamina e uno sbocco verso l’operatività che, generalmente, distinguerei in tre fasi:
- conoscenza dei legami, degli obiettivi e delle aspettative dei singoli membri e, di conseguenza, impostazione delle basi per cominciare a ragionare in maniera unitaria;
- conoscenza delle opportunità di valorizzazione dell’immobile e conseguente ideazione e scelta di una strategia che consideri l’immobile bene comune;
- avvio e attuazione della valorizzazione dell’immobile, una volta raggiunta l’intesa (tra le persone e sulla strategia).
Queste tre azioni dovranno godere di una certa fluidità, a livello di tempi e di micro azioni, in quanto bisogna ponderare le principali necessità su cui agire.
Ad esempio, se nella fase 1 le posizioni dovessero risultare già abbastanza chiare, nella fase 2 potrebbe essere necessario approfondire. Viceversa, la presenza di determinate posizioni irrigidite necessiterebbe, in fase 1, di un lavoro maggiore per dare chiarezza ai membri della famiglia sulle necessità economiche e finanziarie.
Quello che ti sto proponendo è uno schema base di intervento. Questo percorso andrebbe calibrato sulle reali esigenze, aspettative e bisogni della famiglia interessata.
La fase 3 potrebbe implicare di nuovo il mio intervento – ad esempio in un tipico incarico per la vendita o la locazione – una volta raggiunto in famiglia il punto di sintesi per lavorare in maniera coesa sull’immobile/bene comune.
La complessità delle relazioni familiari va valutata con attenzione e delicatezza, i legami parentali non sono a priori un rischio o un’opportunità. Si arriva all’opportunità quando ci si mette a un tavolo e si dialoga, esplorando i bisogni e gli strumenti per soddisfarli.
In questo senso, le diversità possono davvero diventare ricchezza. Questo può succedere quando si dà chiarezza alle proprie e altrui esigenze e, quindi, il possesso di un immobile potrà essere considerato non un vincolo formale che toglie ossigeno, ma la possibilità di dare il giusto valore alle prospettive di ognuno.
Il mio intervento nel percorso delle 3 fasi può avvenire anche in forma modulare, vale a dire che, inizialmente, i componenti il nucleo familiare potrebbero avvalersi della mia consulenza per le fasi 1 e 2, e poi valutare se proseguire anche con la fase 3, in base a quanto emerso.
Se sei interessato a conoscere meglio o avviare un percorso come quello descritto sopra, mi puoi contattare direttamente ai recapiti che trovi scorrendo questa pagina.
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