Con l’inflazione arrivata al 10%, la BCE ha ritenuto di proseguire il rialzo dei tassi, decidendo un aumento di 50 punti base.
Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea nella seduta tenutasi ieri ha deciso per un nuovo rialzo dei tassi: +50 punti base.
L’inflazione, in base ai dati Eurostat, nel novembre scorso si è collocata a quota 10%, lievemente più bassa che in ottobre (+10,6%), ma ancora troppo alta e, secondo le proiezioni, per un tempo troppo lungo.
Per questo – come comunicato dalla Presidente Christine Lagarde – la BCE ieri ha deciso di attuare un nuovo aumento dei tassi, pari a 50 punti base. E’ vero che si tratta di una crescita minore delle due precedenti (entrambe di 75 punti base), ma la BCE prevede ulteriori incrementi.
Gli esperti dell’Eurosistema hanno infatti rivisto al rialzo le proiezioni sul fenomeno inflattivo che si collocherebbe, in media, sull’8,4% nel 2022, per poi scendere al 6,3% nel 2023. L’inflazione dovrebbe registrare una marcata riduzione durante il prossimo anno, per poi arrivare in media al 3,4% nel 2024 e al 2,3% nel 2025.
Di pari passo, le proiezioni sull’economia dell’area euro continuerebbero ad essere segnate dai vari fattori già in atto: crisi energetica, elevata incertezza, indebolimento dell’attività economica mondiale e condizioni di finanziamento più restrittive.
Per questi fattori, la crescita economica dovrebbe attestarsi al 3,4% nel 2022, allo 0,5% nel 2023, all’1,9% nel 2024 e all’1,8% nel 2025.
Altra misura adottata ieri dalla BCE è stata quella della riduzione dei titoli in portafoglio del PAA (Programma di acquisto attività). Da marzo fino alla fine del secondo trimestre del 2023 il ritmo del non reinvestimento sui titoli in scadenza sarà di 15 miliardi di euro al mese.
Prosegue quindi la politica monetaria della BCE improntata ad un cammino basato sui dati, con decisioni prese di volta in volta, per assicurare un ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine, ragion per cui la stessa BCE prevede la necessità di successive crescite dei tassi.
Questo andamento del costo del denaro sta già impattando da diversi mesi sui mutui, in particolare per chi ne aveva acceso uno a tasso variabile o per chi ne sta stipulando di nuovi.
Come sempre, il mio invito a chi volesse avvalersi del mutuo per acquistare casa è di analizzare bene la situazione, al fine di ponderare al meglio ogni decisione, trattandosi di un passo fondamentale per il futuro.
Il periodo è complicato e le soluzioni messe in campo dalle Banche centrali (non solo in Europa) hanno lo scopo primario di raffreddare l’inflazione, ancora troppo alta e quindi ancora pesantemente incisiva sulle dinamiche economiche e finanziarie nazionali, europee e mondiali.
L’obiettivo è arrivare ad una mutata stabilità monetaria ed economica, in cui anche il mercato immobiliare (compreso quello dei mutui) dovrà trovare un rinnovato equilibrio, cercando di mantenere la vivacità che era stata riconquistata dopo la fase più acuta dell’emergenza Covid.
A proposito di mercato immobiliare, ti invito a leggere il mio recente post sui dati relativi alle compravendite nel terzo trimestre 2022.
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