I dati Istat sul terzo trimestre 2020 parlano di una crescita tendenziale dei prezzi delle case, mentre c’è un calo su base congiunturale.
L’Istat ha pubblicato venerdì scorso le stime preliminari sui prezzi delle abitazioni nel terzo trimestre 2020.
L’indice dei prezzi delle case (IPAB) è in calo del 2,5% rispetto al trimestre precedente a quello considerato ed è invece in crescita dell’1% a confronto con lo stesso periodo del 2019 (era +3,3% nel secondo trimestre 2020).
La crescita tendenziale dell’IPAB nel terzo trimestre 2020 è da attribuirsi alle case nuove, che raggiungono il +3%, dal +2,7% di aprile-giugno 2020. Le abitazioni esistenti passano invece da +3,6% a +0,7%.
L’aumento tendenziale dei prezzi, osserva l’Istat, va in parallelo con la ripresa dei dati di crescita delle compravendite che, sempre nel terzo trimestre 2020, hanno segnato un +3,1% (su questo, puoi leggere il mio post dedicato).
Il calo congiunturale è stato provocato solo dalle abitazioni esistenti, con -3,2%, mentre nel II trimestre 2020 risultava +3,2%. Le abitazioni nuove, pur passando da +2% a +1,1%, sono rimaste in territorio positivo.
L’Istat, nei primi tre trimestri del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, denota un aumento complessivo dei prezzi pari al +2%, con le abitazioni nuove che contribuiscono con +2,2% e quelle esistenti (corrispondenti per più dell’80% all’indice aggregato) con +2,0%.
Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB (la variazione media annua se nei successivi periodi i prezzi non variassero) per il 2020 è pari a +1,9%, con le abitazioni nuove a +2,2% e le esistenti a +1,8%.
L’indice su base annua, afferma l’Istituto di Statistica, nel terzo trimestre 2020 ha toccato il quinto aumento consecutivo.
A livello territoriale, le prime evidenze confermano il ruolo trainante esercitato sull’IPAB dai prezzi delle case compravendute nel Nord-Ovest e nel Nord-Est, mentre i prezzi al Centro rimangono stabili e risultano in lieve calo nel Sud e nelle Isole.
Da questi dati emergono, a mio avviso, due osservazioni in particolare.
La prima è sul periodo faticoso che stiamo vivendo da mesi, a causa dell’emergenza dettata dal Covid-19.
I dati forniti dall’Istat sui prezzi e dall’Agenzia delle Entrate sulle compravendite ci stanno fornendo un quadro di vivacità del mercato, proprio nonostante la fase storica complicata. I periodi di lockdown più stringente e quelli di allentamento sono stati contraddistinti, non a caso, da alterne fasi di crescita o di diminuzione degli scambi immobiliari, ma, laddove sono stati consentiti gli spostamenti e la mobilità lavorativa o di necessità, l’attenzione alle compravendite abitative, rimasta sempre alta, è sfociata in conseguenti e numerose transazioni.
La seconda riflessione che porgo alla tua attenzione è data dalla costante differenza nelle valutazioni ottenute dalle abitazioni nuove e da quelle esistenti.
Le case nuove sono quelle che trainano gli indici dell’IPAB al positivo, mentre le esistenti subiscono maggiori fluttuazioni e, a volte, segnano andamenti verso il segno meno.
Non di meno, come specificato sopra, il patrimonio immobiliare esistente costituisce l’80% dell’indice aggregato, pertanto è bene considerare con sempre maggior attenzione la possibilità di riqualificarlo, se non è possibile optare per un processo di sostituzione.
La riqualificazione immobiliare, soprattutto in termini energetici e di sicurezza, fa crescere il valore delle case e, oltretutto, diminuisce il rischio creditizio, come descritto nel mio post.
Come sempre, sarà mia cura raccontare qui sul blog le prossime rilevazioni sul mercato immobiliare e sulle opportunità di riqualificazione.
__________________________________________________________





Lascia un commento