Il report pubblicato pochi giorni fa da EeDaPP dimostra la correlazione negativa tra efficienza energetica degli edifici e rischio creditizio.
Nell’ambito di un progetto finanziato dal programma europeo Horizon 2020, EeDaPP (Energy efficiency Data Protocol and Portal), ha pubblicato il report sui due anni di studi dedicati alla correlazione tra efficienza energetica e rischio creditizio.
EeDaPP è sostanzialmente il braccio progettuale di EMF-ECBC, l’organizzazione che da tempo sta lavorando alla costruzione dei mutui verdi a livello europeo. EeDaPP ha l’obiettivo di progettare e fornire un protocollo guidato dal mercato per consentire la registrazione di dati relativi a beni ipotecari efficienti dal punto di vista energetico, che saranno resi accessibili tramite la realizzazione di un portale dati comune.
Nello studio di EeDaPP, pubblicato il 26 agosto scorso, si evidenzia come i mutui energeticamente efficienti:
- riducano il rischio di interruzione dei pagamenti dei proprietari,
- aumentino il valore della proprietà,
- di conseguenza, riducano il rischio di credito per banche e istituzioni finanziarie.
Nella parte dello studio dedicata all’Italia (per il nostro Paese sono stati analizzati 72.980 mutui), i dati mostrano che la percentuale di mutui più efficienti dal punto di vista energetico è aumentata nell’ultimo decennio, mentre le proprietà meno efficienti sono state prevalentemente interessate da un default.
I risultati indicano una correlazione negativa e significativa tra le due variabili di interesse: l’efficienza energetica degli edifici e la probabilità di insolvenza del mutuo.
Ho sentito direttamente Luca Bertalot – Coordinatore di EeDaPP e Segretario generale di EMF-ECBC – il quale ha sottolineato la solidità e l’estensione (fino a 10 anni addietro) del campione utilizzato ai fini dello studio e la completezza della raccolta e la profondità dell’analisi dei dati (il report è scaricabile dal sito di EeDaPP).
Bertalot ha inoltre evidenziato l’importanza dei dati pubblicati in relazione all’attuale agenda politica, facendo esplicito riferimento alle specifiche iniziative della UE (il Green Deal e l’Action Plan sulla finanza sostenibile), oltre all’attuazione di Basilea III nella legislazione europea.
Secondo Monica Billio – Professoressa ordinaria all’Università Ca’ Foscari di Venezia, partner del progetto – questo lavoro di due anni sui dati offre una solida base quantitativa per future riflessioni politiche.
Daniele Vergari di CRIF, altro partner progettuale, ha sottolineato come questo studio abbia introdotto un nuovo paradigma “verde” nella gestione del rischio creditizio.
EeDaPP ha raccolto anche il commento di Murray Birt – Senior ESG Strategist, DWS e membro del comitato direttivo EEFIG – che, nel riconoscere l’importanza dello studio, ha affermato pragmaticamente che le persone con case più efficienti dal punto di vista energetico e bollette energetiche più basse possono permettersi meglio i propri pagamenti ipotecari, riducendo il rischio finanziario per banche e investitori. Ed ha aggiunto, guardando al futuro degli investimenti, che, con 18 posti di lavoro creati per ogni milione di euro investito in ristrutturazioni di edifici verdi (BPIE 2020), il rapporto dovrebbe essere considerato come parte degli sforzi dei governi per la creazione di stimoli economici verdi.
Le implicazioni dello studio di EeDaPP sono molteplici e, a mio avviso, si integrano efficacemente ai principali temi del mercato immobiliare.
Direi che si aggiunge un tassello importante alla tematica della valorizzazione immobiliare.
Dopo aver acquisito in un modo o nell’altro perlomeno sufficiente consapevolezza dell’impatto positivo sull’ambiente, oggi le case energeticamente efficienti ci offrono un ulteriore punto di vista, altrettanto concreto, e foriero di scelte e sviluppi positivi, così come prospettato dagli esperti sopra citati.
Guardando i dati del report EeDaPP dall’ottica dei proprietari, ora abbiamo maggior consapevolezza del fatto che una casa efficiente sul piano energetico produce positività in termini tanto economici che finanziari.
Si tratta infatti di un’abitazione che favorisce la produzione di maggior reddito, che assume un valore maggiore sul mercato e che, nell’aiutare i proprietari a non diventare insolventi per i propri mutui, costituisce un sollievo anche per il mercato stesso, diminuendo la formazione di crediti deteriorati.
Considero poi estremamente importante che questo studio, come in generale il lavoro svolto da EMF-ECBC per i mutui verdi, possa costituire un nuovo propositivo stimolo alle politiche, sia italiane che europee, non per reagire semplicemente alla crisi in atto, amplificata dal Covid-19, ma per trovare e accompagnare il giusto significato della stessa parola crisi, vale a dire: cambiamento.
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