Pubblicate dall’Agenzia delle Entrate le Statistiche catastali sul 2021, con l’analisi dello stock immobiliare censito negli archivi.
Le Statistiche catastali
Sono 77 milioni gli immobili censiti al Catasto: l’analisi aggiornata al 2021 è stata pubblicata a fine luglio scorso dall’Agenzia delle Entrate.
Le Statistiche catastali evidenziano che 66,5 milioni di immobili sono censiti nelle categorie ordinarie e speciali ed hanno attribuzione di rendita.
Sono invece 3,6 milioni gli immobili in categoria F, non idonei a produrre reddito, come i restanti 6,9 milioni, essendo beni comuni non censibili.
La rendita catastale complessiva rilevata per il 2021 è pari a 38,1 miliardi di euro, valore superiore, per lo 0,5%, a quello del 2020.
Le abitazioni
Nel gruppo A, esclusi gli uffici, rientrano i 35 milioni di abitazioni, per un incremento, rispetto al 2020, pari allo 0,3%. In particolare, crescono le categorie A/2 (abitazioni di tipo civile), A/3 (tipo economico), A/7 (villini) e A/11 (tipiche dei luoghi), mentre sono in calo soprattutto A/5 e A/6 (ultrapopolari e rurali).
La media nazionale della rendita catastale di un’abitazione è pari a 490 euro, con valori superiori ai 3mila euro per le abitazioni signorili (A/1), le ville (A/8) e le abitazioni di maggior pregio (A/9). Si hanno punte superiori ai 6.500 euro per le persone non fisiche (A/9). Sono inferiori a 100 euro le rendite medie delle abitazioni popolari, ultra popolari o tipiche dei luoghi.
Complessivamente, la rendita aggregata è superiore ai 17 miliardi di euro. Come rendita, le dinamiche sono sostanzialmente analoghe alla quantità degli immobili per categoria, con la sola A/9 che presenta un’inversione di segno (+1,4%, a fronte di uno stock che ha segnato -0,4%).
Le case confermano la superficie media di 118 m² (5,5 se espressa in vani), con valori crescenti in base alla qualità delle categorie (dai 58 m² delle A/5, ultrapopolari, ai 663 m² delle A/9, di maggior pregio).
Per completare il quadro sul gruppo A, la categoria A/10 (uffici), per il sesto anno consecutivo, risulta essere in calo, sia per numero di unità immobiliari (-0,2% rispetto al 2020), sia per la rendita (-0,4%).
Le altre categorie
Le categorie catastali appartenenti al gruppo B (immobili ad uso collettivo) sono circa 211 mila, in aumento dello 0,8% rispetto all’anno precedente.
Il gruppo C (immobili a destinazione commerciale e varia) contiene quasi 28,5 milioni di unità, con un +1,5% rispetto al 2020, e con intestatari che, per quasi il 90%, risultano essere persone fisiche.
Oltre il 96% del totale si conferma concentrato nelle tre seguenti categorie: C/6 (prevalentemente box e posti auto, sopra i 17,5 milioni di unità), C/2 (soprattutto cantine e soffitte, quasi 8 milioni) e C/1 (negozi, quasi 2 milioni). La rendita complessiva è oltre i 6 miliardi di euro, +0,4% rispetto al 2020.
Il gruppo D (immobili a destinazione speciale) contiene oltre 1,6 milioni di unità (+1,1% rispetto al 2020). Oltre il 90% è costituito dalle categorie D/1 (Opifici, oltre 510 mila), D/10 (edifici ad uso agricolo, 438 mila circa), D/7 (edifici ad uso industriale, 310 mila circa) e D/8(edifici ad uso commerciale, 254 mila circa).
La categoria D/10 è l’unica in cui gli intestatari sono soprattutto le persone fisiche (quasi il 90%).
Il dato più rilevante è quello della rendita, che raggiunge complessivamente quasi 11 miliardi di euro (oltre 1/4 del totale nazionale, per uno stock che è solo poco oltre il 2,5%).
Gli immobili del gruppo E (a destinazione speciale) costituiscono uno stock che va poco oltre le 100mila unità, con una tendenza aggregata alla crescita (+1,3% rispetto al 2020).
Le categorie principali sono la E/3 (edifici per speciali esigenze pubbliche, per oltre 44 mila unità) e la E/9 (categoria residuale, con 33 mila unità). Anche la rendita aggregata (oltre gli 800 milioni di euro) è in crescita rispetto al 2020 (+1,1%).
Il gruppo F (entità urbane) delle Statistiche catastali comprende le unità identificate solo per scopo inventariale: sono circa 3,6 milioni di unità immobiliari (+1,8% rispetto al 2020).
Circa la metà sono quelle nella categoria F/1 (area urbana), mentre l’unica categoria in calo rispetto alla precedente rilevazione si conferma essere la F/3 (unità in corso di costruzione, -1,6%).
Le Statistiche catastali mostrano un sistema che cambia solo per alcuni singoli aspetti quantitativi, e sul piano della rendita complessiva si dimostra in crescita, seppur leggera, rispetto al 2020.
Gli aspetti fiscali, come noto, sono strettamente legati anche alle compravendite: a settembre ci saranno i nuovi dati sugli scambi e sui prezzi delle case e, come sempre, avrò cura di raccontarli qui sul mio blog.
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