La Legge di Bilancio 2020 contiene le nuove regole sullo sconto in fattura, richiedibile per interventi di riqualificazione energetica.
Lo sconto in fattura era stato introdotto dal Decreto Crescita, per facilitare ai contribuenti l’accesso ai bonus fiscali per la casa (ecobonus e sisma bonus) e prevedeva per il fornitore, una volta applicato lo sconto al cliente, la possibilità di usufruire di un credito d’imposta in compensazione.
Con le modifiche apportate nella Legge di Bilancio 2020, le regole sono cambiate.
Rispondendo su Fisco Oggi ad un contribuente che chiedeva chiarimenti, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito le nuove disposizioni in materia.
La nuova manovra ha infatti previsto che i contribuenti potranno optare per lo sconto in fattura al posto delle detrazioni solo in caso di lavori sule parti comuni degli edifici condominiali, per un importo pari o superiore ai 200mila euro.
Inoltre, la tipologia di intervento per cui diventa accessibile lo sconto in fattura è unicamente la ristrutturazione importante di primo livello.
Questa tipologia è compresa nel Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 26/6/2015, che contiene le Linee guida nazionali per la certificazione energetica: si tratta dell’intervento che “oltre a interessare l’involucro edilizio con un’incidenza superiore al 50 per cento della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, comprende anche la ristrutturazione dell’impianto termico per il servizio di climatizzazione invernale e/o estiva asservito all’intero edificio. In tali casi i requisiti di prestazione energetica si applicano all’intero edificio e si riferiscono alla sua prestazione energetica relativa al servizio o servizi interessati”.
Rimane, per il fornitore, il meccanismo del rimborso a compensazione, spalmato in cinque quote annuali di uguale importo.
Così modificato, lo sconto in fattura rimane possibile per i contribuenti solo alle nuove condizioni sopra descritte. Come noto, la precedente formulazione era stata oggetto di critiche in quanto non tutte le imprese (in particolare le piccole) sarebbero state in grado di sopportare il carico finanziario, evidenziando quindi un rischio di difficile competizione con i grandi gruppi.
Sarà interessante osservare se ci saranno nuovi sviluppi su questa materia, nella speranza che si riescano a trovare elementi più forti di conciliazione tra il fornire maggiori opportunità ai contribuenti per la riqualificazione degli immobili e il garantire allo stesso tempo la concorrenzialità tra le imprese fornitrici.
Sarà mia cura, come sempre, aggiornarti su questa e sulle altre misure per la riqualificazione degli immobili.
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