Una nuova Circolare per i Prefetti è stata emanata dal Ministero dell’Interno, per il contrasto alle occupazioni abusive di immobili.
Torna in auge il tema delle occupazioni abusive degli immobili e quindi, dal Dicastero presieduto dal Vicepremier Matteo Salvini, è partita una nuova direttiva, volta a contrastare il fenomeno.
Il Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno, il Prefetto Matteo Piantedosi, il 1° settembre scorso ha firmato la Circolare per i Prefetti, pubblicata l’altro ieri sul sito ministeriale.
Le motivazioni della Circolare
In essa, si fa riferimento alla Legge 48 del 2017 sulla sicurezza nelle città e alle direttive dell’allora Ministro Minniti.
La preoccupazione dell’attuale Ministro è la mancanza di “significativi passi avanti”, ad eccezione della prevenzione di nuove occupazioni abusive di immobili.
Sul fronte della gestione delle occupazioni abusive già in corso, una delle preoccupazioni è creata da recenti sentenze della Giustizia civile, che si basano sul consolidarsi di un orientamento giurisprudenziale per il quale il Ministero dell’Interno sarebbe inerte nel garantire i diritti fondamentali di proprietà e di iniziativa economica.
La Circolare contiene quindi indicazioni affinché sia data la massima tempestività alle istruttorie propedeutiche agli sgomberi.
Le persone fragili
Richiamando il principio della Legge 48 del 2017 per cui nella scala delle priorità bisogna tener conto delle famiglie in stato di bisogno, la nuova direttiva sottolinea l’esigenza di acquisire le notizie sugli occupanti, al fine di accertare le singole situazioni personali.
L’unica soluzione percorribile, per il Ministero dell’Interno, è quella di effettuare dei censimenti, a cura dei Comuni e dei Servizi Sociali, anche con l’ausilio del privato sociale.
L’obiettivo è l’identificazione degli occupanti e la composizione dei nuclei familiari, con particolare attenzione alla presenza di minori o altre persone in condizione di fragilità, oltre a verificare le situazioni reddituali e lo stato di regolarità di accesso e permanenza in Italia.
Nella consapevolezza della difficoltà di tale operazione, il Ministero chiede comunque la massima rapidità, anche con la collaborazione con altri Enti a cui fossero note le persone e le relative condizioni.
Per le persone di cui venisse accertata la situazione di fragilità, i Servizi Sociali dei Comuni dovranno attivare interventi specifici. Per chi tra gli occupanti, invece, non venisse riscontrata una situazione di fragilità, saranno disposte misure di assistenza generale.
Il diritto di proprietà
Nella direttiva viene affermato come il diritto di proprietà “receda limitatamente ed esclusivamente a fronte di quelle situazioni che possono pregiudicare l’esercizio da parte degli occupanti degli impellenti e irrinunciabili bisogni primari per la loro esistenza, collegati a una particolare condizione di vulnerabilità”.
Successivamente agli sgomberi, sarà compito degli Enti preposti individuare le soluzioni che permettano percorsi di inclusione sociale, anche in condivisione con le Regioni.
Nel novero dei molteplici interessi in gioco, il Viminale comprende la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, così come richiamato dalle pronunce di condanna dello stesso Ministero, per la tolleranza di occupazioni abusive che, nel lungo periodo, possono determinare situazioni di pericolo.
La direttiva fa riferimento anche alla necessità di sgomberi per altre motivazioni rilevanti, tra cui vengono citate le precarie condizioni di sicurezza degli immobili.
Il Prefetto Piantedosi conclude poi la Circolare indicando la fine del mese di settembre come termine entro cui fare un primo punto della situazione.
Una riflessione
Come già affermato nei miei precedenti post sul tema, credo che permanga la necessità di contemperare tutte le esigenze in maniera equilibrata.
Da un lato è positiva la riaffermazione del diritto di proprietà e di iniziativa economica, dall’altro il desiderio di dare corpo agli sgomberi in maniera più rapida e tempestiva pone alla Pubblica Amministrazione (in particolare ai Comuni) un carico ulteriore di responsabilità che deve fare i conti con le risorse, umane ed economiche, di cui gli Enti possono disporre.
E’ giusto tutelare le persone deboli, i proprietari, gli operatori economici, garantendo che il tutto avvenga in un’ottica di pubblica sicurezza. Si tratta di arrivare ad un equilibrio che, soprattutto nelle grandi città, esige tempi e percorsi lunghi, data la situazione attuale.
C’è bisogno – per raggiungere l’ambizioso obiettivo di contemperare tutte le esigenze – di grande capacità di mediazione e di dialogo, tra le persone in fragilità, lo Stato, gli Enti locali, i proprietari, gli operatori economici, i cittadini.
Quanto più questa capacità sarà espressa, tanto più aumenterà la vivibilità e, di conseguenza, il benessere e l’attrattività verso nuove forme di cittadinanza e di impresa.
Come sempre, avrò cura di continuare ad aggiornare il mio blog su questa tematica.
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