Dai dati Istat del Censimento permanente delle abitazioni del 2021 emergono numerosi aspetti di dettaglio interessanti.
L’Istat ha pubblicato pochi giorni fa i dati relativi al Censimento permanente delle abitazioni del 2021.
Le principali caratteristiche emerse da questa rilevazione le descrivo in sintesi a seguire.
Le abitazioni occupate e non
I dati Istat raccontano di 35,2 milioni di abitazioni presenti in Italia.
Di queste, sono quasi 25,7 milioni (il 72,8%) le case occupate da almeno un residente, mentre le restanti (quasi 9,6 milioni, per un 27,2%) sono quelle definite da Istat le abitazioni non occupate.
Da precisare che Istat intende per non occupate sia le abitazioni vuote che quelle occupate solo da persone non residenti, per cui non c’è un dato relativo alle sole case vuote.
Rispetto al totale delle abitazioni italiane, il Nord-ovest è la ripartizione geografica che ne contiene di più, il 27,5%, seguita dal Sud e dal Centro.
Le macrozone con la maggior percentuale di abitazioni occupate sono il Centro e quelle del Nord, mentre al Sud e nelle Isole circa una casa su tre risulta non occupata.
Si nota che, tra le regioni italiane, sul totale delle abitazioni censite nel proprio territorio, nel Lazio c’è la maggior percentuale (80,5%) di quelle occupate.
L’età delle abitazioni
La parte più corposa del patrimonio abitativo in Italia è stata costruita tra il 1961 e il 2000: si tratta di quasi 20 milioni di case, corrispondenti al 56,3% del totale. Sono, quindi, abitazioni che ad oggi hanno un’età tra i 24 e i 63 anni. In prevalenza (circa il 63%), queste case sono state costruite tra il 1961 e il 1980, vale a dire negli anni del boom economico italiano.
Non sono poche, comunque, le abitazioni un po’ più vetuste, antecedenti al 1961, che arrivano a quasi 11,5 milioni, il 32,4% del totale.
Le più vetuste in assoluto sono le case antecedenti il 1919, che quindi hanno superato il secolo di vita e che, essendo 3,3 milioni, costituiscono il 9,5% del totale.
Le abitazioni più recenti, costruite dal 2001, sono circa 4 milioni, l’11,4% del totale. Di queste, ammontano a un milione quelle edificate dal 2011 in poi.
Osservando questi dati su base regionale, si osserva che nel Lazio, su poco più di 2,5 milioni di abitazioni occupate, il 38,1% (poco meno di un milione) è stato costruito tra il 1961 e il 1980, mentre sono poco meno di 70mila quelle sorte dal 2011 in poi. Sempre nella regione laziale, le proporzioni sulle abitazioni non occupate non differiscono di molto.
La Città Metropolitana di Roma detiene, tra le province italiane, il dato più alto di abitazioni (2,2 milioni), segnando il 6,4% del totale nazionale.
Per abitazioni edificate prima del 1919, il territorio provinciale di Roma è secondo solo a quello di Torino, così come è secondo a quello di Milano per il numero di abitazioni costruite dal 2016.
La superficie delle abitazioni
La classe di superficie più numerosa tra le abitazioni occupate è quella da 80 a 99 m², con 6,8 milioni di unità, per il 26,7% del totale. Il dato più basso (5,2%) è per le case fino a 49 m².
Nel Lazio la superficie da 60 a 79 m² è la più numerosa (25,9%), seguita subito dopo da quella da 80 a 99 m².
A livello nazionale, per ogni residente ci sono in media 44,3 m², ed è un dato in crescita rispetto al precedente censimento del 2011 (40,7 m²).
In prospettiva
I dati forniti da Istat sul Censimento delle abitazioni del 2021 sono a mio avviso interessanti e costituiscono numerosi spunti, sia di riflessione che di azione.
Anzitutto, i numeri relativi alle abitazioni – occupate e non – hanno a che fare con lo stato attuale del mercato, per le compravendite e per le locazioni. Riguardo alle locazioni, c’è poi da distinguere tra quelle abitative e quelle più brevi (perlopiù legate a studenti, lavoratori e turisti).
La vetustà complessiva del patrimonio immobiliare abitativo non ha a che fare solo col mercato in sé, ma include anche il tema della riqualificazione degli edifici, a maggior ragione con l’entrata in vigore della Direttiva UE sulle case green.
Le superfici delle abitazioni, anche alla luce del recente “Salva casa”, entrano anch’esse nelle riflessioni e nelle decisioni di chi deve compravendere o locare.
Si tratta, in generale, del fatto che abbiamo un parco immobiliare abitativo che necessita in gran parte di essere rinnovato e adeguato alle mutate esigenze sociali, familiari ed economiche dei cittadini italiani.
Su tutti questi aspetti, puoi leggere i miei post di dettaglio, in particolare nella categoria dedicata al mercato immobiliare.
Se vuoi pensare, decidere ed attuare specifiche strategie in merito alle compravendite o alle locazioni, puoi senz’altro contattarmi al 3397671070.
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