Considerando la stabilità delle proiezioni sul fenomeno inflattivo, ieri la BCE ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse.
Con il nuovo stand-by deciso ieri, la Banca Centrale Europea (BCE) ha lasciato invariati i tassi di interesse.
Le nuove analisi della BCE sull’inflazione rilevano un quadro simile a quello tratteggiato nel giugno scorso, per cui si avrebbe il 2,1% nel 2025, 1,7% nel 2026 e 1,9% nel 2027.
Quindi, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimangono al livello stabilito a giugno scorso (e non modificato a luglio) e cioè, rispettivamente, al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%.
La Presidente della BCE Christine Lagarde ha confermato che il board rimarrà legato ad un approccio basato sui dati, con decisioni prese di volta in volta, continuando a dare attenzione, tra l’altro, ai “nuovi dati economici e finanziari”.
Difatti, già nella seduta dello scorso luglio (anche quella contraddistinta dall’aver lasciato invariati i tassi), la Presidente Lagarde aveva posto l’accento sulle evoluzioni a livello mondiale in merito ai dazi, oltre alle tensioni dovute alle guerre in corso.
L’impatto della politica monetaria della BCE in Italia è sintetizzato dai dati pubblicati dall’Associazione Bancaria Italiana che, per lo scorso mese di giugno, aveva rilevato un tasso medio sui nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni pari al 3,17%.
Per quanto riguarda le ricadute sul mercato immobiliare, questi sono giorni intensi per l’afflusso di nuovi dati.
È di ieri la pubblicazione sulle compravendite rilevate dall’Agenzia delle Entrate nel secondo trimestre 2025, mentre la prossima settimana usciranno i dati aggiornati dell’Istat sui prezzi delle case.
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