Il nuovo rapporto di Banca d’Italia e Istat sulla ricchezza delle famiglie italiane evidenzia la crescita del valore delle abitazioni.
La scorsa settimana la Banca d’Italia e l’Istat hanno pubblicato il rapporto “La ricchezza dei settori istituzionali in Italia”, aggiornato al 2023.
I settori istituzionali presi in considerazione nel rapporto della Banca d’Italia e dell’Istat sono: famiglie, società finanziarie e non e amministrazioni pubbliche.
I dati contengono, come sempre, uno sguardo specifico sulla ricchezza delle famiglie italiane.
Nella pubblicazione la definizione di famiglie è la seguente:
Il settore comprende le famiglie consumatrici (individui o gruppi di individui nella loro qualità di consumatori) e le famiglie produttrici (imprese individuali, società semplici e di fatto, produttrici di beni e servizi non finanziari destinabili alla vendita, che impiegano fino a 5 addetti; unità produttrici di servizi ausiliari dell’intermediazione finanziaria senza addetti dipendenti). In generale, è allocata alle famiglie produttrici qualsiasi attività che le famiglie svolgono per il mercato, quindi anche l’attività di locazione di immobili, residenziali e non residenziali, di proprietà dei singoli individui. Nella presente pubblicazione le famiglie includono anche le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.
Alla fine del 2023 la ricchezza netta delle famiglie italiane risultava essere di 11.286 miliardi di euro, frutto della somma di attività non finanziarie (abitazioni, terreni, ecc.) e finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività (prestiti a breve, medio e lungo termine, ecc.).
A confronto con il 2022, c’è un aumento del 4,5% a prezzi correnti, ai livelli più elevati da quando, nel 2005, sono disponibili i dati. Tuttavia, il valore della ricchezza netta, a causa della forte inflazione del 2022, è di sette punti percentuali più bassa di quella riscontrata nel 2021.
Le attività finanziarie delle famiglie italiane segnano, al 2023, un valore di 5.692 miliardi di euro, per una crescita del 7,1%, soprattutto grazie all’andamento positivo dei prezzi di azioni, quote di fondi comuni e riserve assicurative
Le attività non finanziarie al 2023, pari a 6.629 miliardi di euro, registrano un incremento dell’1,6% rispetto all’anno precedente, avendo il traino delle abitazioni, in aumento per il secondo anno consecutivo, per un valore pari a 5.547 miliardi di euro. Gli immobili non residenziali pesano per 678 milioni di euro.
Il rapporto descrive la crescita delle abitazioni (+2,4% nel 2022 e +1,9% nel 2023) come generata principalmente dall’andamento positivo dei prezzi. Nonostante questo aumento, il valore delle abitazioni risulta ancora minore di circa tre punti percentuali rispetto al massimo che venne raggiunto nel 2011 con 5.701 miliardi di euro.
Considerando l’ammontare complessivo della ricchezza lorda delle famiglie – 12.321 miliardi di euro – le abitazioni ne costituiscono il 45,0%, gli immobili non residenziali il 5,5%.
I numeri sulla ricchezza delle famiglie italiane, guardando soprattutto al valore delle abitazioni, da un lato confermano quanto già evidenziato dal rapporto dello scorso anno, in merito all’essersi lasciati alle spalle le problematiche dovute alla pandemia, dall’altro risalta la congiuntura sfavorevole determinata dal fenomeno inflattivo.
L’elevata inflazione ci ha accompagnato negli ultimi anni e solo da pochi mesi pare essere stata ricondotta ad un valore accettabile per gli equilibri del mondo economico e finanziario, se consideriamo, facendo un esempio non casuale, la determinazione dei tassi di interesse e il relativo impatto sui mutui.
Se vuoi informarti in dettaglio sulle evoluzioni del mercato immobiliare (compravendite, prezzi, mutui, tassi), puoi leggere i miei post nella categoria dedicata.
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