Il report dell’Agenzia delle Entrate sul secondo trimestre 2020 descrive l’impatto del lockdown sulle compravendite immobiliari.
L’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ha pubblicato ieri il report relativo alle compravendite nel secondo trimestre 2020.
Nel periodo considerato, a causa soprattutto del lockdown per la pandemia da Covid-19, le compravendite immobiliari, sia residenziali che non, hanno subito un calo notevole.
L’impatto del lockdown sulle compravendite abitative
Se già nel primo trimestre 2020 si era verificato un calo delle compravendite, il settore residenziale da aprile a giugno segna un tasso tendenziale pari a -27,2%, vale a dire oltre 43mila transazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
L’osservazione sui singoli mesi del secondo trimestre 2020 mostra, non a caso, come il lockdown abbia avuto impatto sulle transazioni abitative soprattutto in aprile, con -57,7%, dato che si riduce, grazie alle riaperture, nei mesi di maggio (-21,2%) e giugno (-6,1%).
A livello geografico, Sud e Isole vanno oltre la media nazionale, con valori oltre il -33%, mentre il Nord Est ottiene la performance, per così dire, migliore, con -21,5%.
Nelle grandi città, l’andamento segue quello delle macroaree, per cui si oscilla dal -35,8% di Napoli al -19,9% di Genova, con Roma e Milano che, rispettivamente, segnano -23,4% e -26,5%.
La dimensione delle abitazioni compravendute nel periodo considerato ha visto una maggior penalizzazione per le più piccole (fino a 50 mq.) con -34,8%, mentre le transazioni per le case oltre i 145 mq. hanno avuto una flessione del 22,5%.
Per quanto riguarda i depositi pertinenziali (per lo più cantine e soffitte), i dati seguono l’onda di quelli delle abitazioni, con -25,7%.
Box e posti auto, allo stesso modo, mostrano un calo pari a -25,3%, con Milano, Torino e Genova che vanno oltre il -30%.
Il mercato non residenziale
Anche il mercato non residenziale è stato duramente colpito dagli effetti del lockdown.
Il settore terziario-commerciale ha segnato un tasso tendenziale pari a -32,1%, andando anche oltre i dati risalenti alla crisi del 2012. Il dato assoluto vede una perdita di quasi 9mila compravendite rispetto al secondo trimestre 2019, per cui è stata raggiunta quota 18mila. Il solo Nord Est fa segnare un dato migliore della media nazionale, con -25,2%. Per le grandi città, solo Roma e Bologna presentano numeri in controtendenza, per uffici e studi privati, con un calo pari solo a -2,6%.
Il settore produttivo, prevalentemente capannoni e industrie, registra una flessione pari a -30,9%, accentuata al Nord Est, -37,9%, e al Nord Ovest, -32,4%.
Il settore produttivo agricolo è in linea con quanto descritto sopra, infatti, per gli immobili censiti nella categoria catastale D/10, si registra il calo del 34,2%.
In prospettiva
I dati sopra descritti sono eloquenti e, citando l’Agenzia delle Entrate, “solo nei prossimi trimestri si potranno valutare pienamente gli effetti di questa crisi che ha interrotto una fase di crescita del mercato in atto dal 2014”.
Il periodo del lockdown ha dispiegato i suoi effetti già nel primo trimestre 2020, ma, come descritto sopra, è in aprile-giugno che le transazioni immobiliari hanno subìto un calo notevole, in ogni ambito.
E’ per questo che la citazione dell’Agenzia è opportuna, a mio avviso, in quanto l’eccezionalità del periodo potrà essere verificata nei suoi effetti più duraturi solo osservando quello che succederà nei mesi (e anni) a venire. Il tempo ci dirà come questa fase storica avrà inciso sulla ripresa delle compravendite, fenomeno che stavamo osservando ormai da circa sei anni.
Intanto, raccogliendo gli stimoli che mi sono pervenuti di recente da clienti e potenziali tali, credo che sia opportuno osservare i dati del mercato come altrove ho suggerito qui nel mio blog.
Le esigenze abitative, e quelle produttive e professionali, non rimangono, e non devono rimanere, silenti, a fronte di questi dati. Anzi, sappiamo come il lockdown, costringendoci a casa per un lungo periodo, ci abbia in qualche modo costretto ad un’osservazione ferrea del nostro abitare, del convivere, e spesso del nostro lavorare, nella dimensione domestica.
Le nostre case sono state vissute di più, e quindi ce ne siamo fatti un’idea non necessariamente diversa da quella consolidata, ma sicuramente più approfondita. I nostri fabbisogni, per due mesi, sono stati quotidianamente messi alla prova.
Non di meno, ci sono persone per cui le condizioni lavorative e professionali sono mutate, e di conseguenza quelle reddituali.
Mettendo insieme tutto, secondo me rimane comunque inalterato il buon metodo di analizzare con cura le proprie esigenze per il futuro – a partire da quelle affettive e professionali – per gestire ogni cambiamento immobiliare, sia esso verso la compravendita o la locazione.
Ad esempio, oltre ad eventuali cambiamenti sul piano familiare, il tema dell’operare in smart working o con il telelavoro (che sono comunque diversi) potrebbe implicare riflessioni aggiuntive sulla casa del futuro, da comprare o prendere in affitto.
Per approfondire ciò che sta avvenendo nel mercato, entro la fine di questo mese racconterò qui sul mio blog il nuovo report dell’Istat sui prezzi, che sarà anch’esso relativo al secondo trimestre 2020. Intanto, puoi leggere il mio post sulle quotazioni del periodo precedente.
E poi, come sempre, per ogni intervento personalizzato in merito, puoi contattarmi per fissare un appuntamento, al fine di pianificare ed attuare al meglio la tua prospettiva immobiliare.
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