Si è chiuso con un accordo il Trilogo tra le istituzioni europee che ha portato alla revisione della Direttiva sulle case green.
Il Trilogo – vale a dire il confronto che era stato avviato nel giugno scorso tra Parlamento, Consiglio e Commissione dell’Unione Europea – ha portato ad un nuovo accordo sulla Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive).
Lo scenario
Secondo quanto comunicato dalla Commissione Europea, gli edifici nell’UE sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione Europea ha adottato una proposta legislativa di revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, nell’ambito del cosiddetto pacchetto “Fit for 55”. Una nuova legge europea sul clima (luglio 2021) ha sancito sia gli obiettivi del 2030 che quelli del 2050 in una legge europea vincolante.
Il Trilogo e gli obiettivi della Direttiva
La proposta di revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia mira a ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio nell’Unione Europea entro il 2030 e a renderlo climaticamente neutro entro il 2050. C’è inoltre l’obiettivo di ristrutturare un numero maggiore di edifici con le peggiori prestazioni e di migliorare la condivisione delle informazioni sulle prestazioni energetiche. Il 7 dicembre scorso sono stati comunicati gli esiti di questa trattativa operata dal Trilogo sulle case green.
Gli obiettivi per la riduzione delle emissioni
Tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030, mentre i nuovi edifici occupati o di proprietà delle pubbliche amministrazioni dovranno esserlo a partire dal 2028.
Gli Stati membri dell’UE potranno tenere conto del potenziale di riscaldamento globale del ciclo di vita dell’edificio, che include la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione.
Per quanto riguarda gli edifici residenziali, gli Stati membri dovranno porre misure per la riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.
La ristrutturazione degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche dovrà essere raggiunta al 16% entro il 2030 e al 26% entro il 2033.
Per gli impianti di pannelli solari, è stata adottata la norma per cui c’è l’obbligatorietà, negli edifici pubblici e non residenziali, a seconda delle dimensioni e della fattibilità. Per tutti i nuovi edifici residenziali l’installazione è obbligatoria entro il 2030.
Le caldaie a gas
Gli Stati membri dovranno adottare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento ed eliminare gradualmente i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffrescamento, con l’obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040.
Inoltre, gli Stati dovranno smettere di incentivare le caldaie autonome a combustibili fossili a partire dal 2025. Gli incentivi saranno ancora possibili per i sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
Le esenzioni
Gli edifici agricoli e gli edifici storici possono essere esclusi dalle nuove norme. Gli Stati UE possono escludere anche gli edifici vincolati per il loro valore architettonico o storico, gli edifici temporanei e le chiese e i luoghi di culto.
I passi successivi
Per diventare legge, l’accordo trovato nel Trilogo dovrà essere approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio UE.
La commissione Industria, Ricerca e Energia del Parlamento UE voterà il testo il 23 gennaio prossimo.
In prospettiva
L’accordo raggiunto nel Trilogo è un punto di equilibrio tra la precedente formulazione della Direttiva e le istanze di alcuni stati, tra cui l’Italia, che hanno chiesto maggior flessibilità nell’applicazione delle norme.
Man mano che si arriverà alle successive tappe di approvazione della Direttiva, sarà mia cura, come sempre, raccontare gli sviluppi.
_____________________________________________________
Lascia un commento