Il Vaticano ha pubblicato il Bilancio 2020 del proprio patrimonio relativo, tra l’altro, al risultato della gestione immobiliare.
Il Bilancio 2020
L’organo informativo del Vaticano ha reso nota, nei giorni scorsi, la pubblicazione del Bilancio 2020.
Il Bilancio 2020 del Vaticano è stato curato dall’A.P.S.A. (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) a cui, a suo tempo, Papa Francesco ha trasferito «la titolarità dei fondi e dei conti bancari, degli investimenti mobiliari e immobiliari, ivi incluse le partecipazioni in società e fondi di investimento», affinché la loro gestione e amministrazione venisse curata direttamente dall’organismo presieduto da Monsignor Nunzio Galantino.
E’ la prima pubblicazione di un Bilancio, dall’istituzione dell’A.P.S.A. nel 1967. Lo stesso Monsignor Galantino, presentando il Bilancio 2020, ha affermato che la decisione di pubblicarlo «nasce dalla “speranza” di incrementare la fiducia nell’azione e nella testimonianza della Chiesa, oltre che dalla volontà di trasformare il Dicastero istituito da Paolo VI da “struttura che offre prevalentemente servizi on demand” a “realtà propositiva”, anche nel modo di amministrare il patrimonio ad essa affidato».
La gestione immobiliare del Vaticano
Nel Bilancio 2020 dell’A.P.S.A. una parte è dedicata alla gestione immobiliare.
L’organismo di amministrazione dei beni del Vaticano, tra l’altro, ha il compito di gestire – direttamente o tramite società interamente partecipate in Italia ed all’estero (Inghilterra, Francia e Svizzera) come anche quello di altri Enti della Santa Sede – il patrimonio immobiliare, che nel Bilancio viene così quantificato:
- 4.051 unità immobiliari gestite in Italia: il 92% delle superfici degli immobili è localizzato nella Provincia di Roma, il 2% nelle province di Viterbo, Rieti e Frosinone, mentre il restante 6% è collocato al di fuori del Lazio. Per quanto riguarda la Capitale, la maggiore concentrazione riguarda le zone immediatamente adiacenti lo Stato Città del Vaticano, con il 64% delle superfici nei rioni centrali, il 19% nei quartieri limitrofi ed il 17% nei quartieri periferici;
- 1.210 unità immobiliari gestite all’estero (1.123, a Londra, Parigi, Ginevra e Losanna) e in Italia (87, a Roma) dalle società partecipate.
Per quanto riguarda le 4.051 unità immobiliari in Italia, 2.904 sono di A.P.S.A. e 1.147 di altri Enti. Complessivamente, gli immobili si suddividono in base all’uso come descritto a seguire:
- residenziale: 48%;
- commerciale: 13%;
- pertinenze: 32%;
- altro a redditività ridotta: 7%.
Sempre riguardo ai 4.051 immobili gestiti in Italia, Monsignor Galantino ha precisato che il 14% di essi è destinato al libero mercato, mentre l’86% è funzionale alle necessità istituzionali e/o per dipendenti e pensionati della Curia romana.
Nel Bilancio, l’A.P.S.A. precisa che, per le conseguenze della pandemia, già a marzo 2020 è venuta incontro alle attività commerciali, decidendo di cancellare una parte dei canoni di affitto, variabile tra il 30% ed il 50% a seconda dell’attività. Poi, un altro terzo del canone potrà essere pagato alla fine dell’emergenza.
Il risultato operativo della gestione immobiliare segna una diminuzione, rispetto al 2019, di 8,3 milioni di euro, dovuta in particolare alla riduzione dei ricavi da locazione in Italia (-2,2 milioni), ad un aumento dei costi, soprattutto manutentivi (+3,7 milioni), all’aumento della svalutazione dei crediti verso gli inquilini, per difficoltà nel recupero crediti causa Covid (- 2 milioni) e -0,4 milioni classificati come “altro”.
Nel Bilancio risulta inoltre che l’A.P.S.A., per la gestione e il possesso di immobili sul territorio italiano, nell’anno di imposta 2020 ha versato 5,95 milioni di euro per l’IMU e 2,88 milioni per l’IRES (di cui, per la sola A.P.S.A. 4,4 milioni di euro per l’IMU e 2,01 milioni per l’IRES).
Per la gestione immobiliare, l’organo amministrativo del Vaticano, nonostante le difficoltà attuali, ha elaborato il progetto Sfitti a rendere, per la progressiva diminuzione del numero degli immobili sfitti. Il piano prevede la ristrutturazione e successiva commercializzazione (a partire dalla primavera 2022) di cento appartamenti.
Inoltre, nel Bilancio si fa riferimento al censimento immobiliare per i fabbricati che è terminato, mentre è in corso il censimento del patrimonio immobiliare terreni, la cui conclusione è prevista per la fine di questa estate. Il tutto per analizzare le occupazioni e le strategie di miglioramento delle relative performance reddituali.
Dare valore
Rispetto a quanto sopra descritto, colgo il bisogno, e allo stesso tempo la volontà, da parte della Santa Sede, di valorizzare maggiormente l’importante patrimonio immobiliare gestito dall’A.P.S.A. E’ chiaro che il Covid-19 ha condizionato ogni attività economica e finanziaria, in Italia e nel mondo, ma il dare valore agli immobili che si possiedono è un processo che ha bisogno di costanza e che a maggior ragione, proprio di questi tempi, dovrebbe costituire una direttrice per chiunque e per qualunque organizzazione.
Tornando, per così dire, in Italia, ti segnalo il post che ho pubblicato sul Rapporto dell’Agenzia delle Entrate relativo al settore residenziale nel 2020.
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