E’ stato presentato ieri il Rapporto ENEA-CTI sulla certificazione energetica degli immobili in Italia, basato su 4,5 milioni di APE.
Il Rapporto ENEA-CTI
Il “Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici” – curato dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e dal Comitato Termotecnico Italiano – fornisce un’interessante panoramica dell’implementazione della certificazione energetica del parco edilizio nazionale, relativa al periodo 2016-2019.
Riguardo allo studio ENEA-CTI, il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha, tra l’altro, dichiarato che “gli Attestati di Prestazione Energetica costituiscono un importante strumento per comprendere la prestazione energetica delle nostre abitazioni e gli interventi che sarebbe opportuno realizzare per migliorarne la performance”.
Per Federico Testa, Presidente dell’ENEA, “la certificazione energetica si pone come strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi in tema di efficienza energetica ed il monitoraggio costante delle informazioni ottenute attraverso gli APE consente di sviluppare una pianificazione strategica in tema di riqualificazione, servizi e politiche energetiche”.
Secondo Cesare Boffa, Presidente del CTI, “il Rapporto, grazie ai periodici aggiornamenti, consentirà a policy e decision maker di avere un solido riferimento per comprendere a fondo come le attività legislative e tecniche in materia di efficienza energetica degli edifici si evolvono nel tempo e influenzano le dinamiche di uno dei mercati più importanti per il Sistema Paese”.
Il campione analizzato
Le valutazioni svolte da ENEA-CTI si basano su dati raccolti attraverso il SIAPE (Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica) e su quelli forniti da Regioni e Province Autonome, avendo come campione circa 4.500.000 di APE (Attestati di Prestazione Energetica) per l’analisi generale e quasi 2.000.000 di APE per quella di dettaglio.
Gli APE oggetto dell’analisi afferiscono per l’85% al settore residenziale e per il 15% al non residenziale.
Gli APE in ambito residenziale
Il 60% del campione in ambito residenziale è situato nelle classi energetiche più basse (F e G), mentre quasi l’8% afferisce alle classi più alte (A4-B).
Questi dati evidenziano un miglioramento nel tempo dell’efficienza energetica degli immobili, nel periodo considerato. Per le classi A4-B si è passati dal 6,7% del 2016 al 7,8% nel 2019, con una contemporanea discesa della classe G, dal 37,4% al 34,6%.
Gli APE in ambito non residenziale
Tra gli immobili non residenziali il dato sulle classi intermedie (C e D) segna un valore (oltre il 30%) superiore rispetto alle abitazioni. In quelle più alte, la performance supera quella abitativa, andando oltre il 10%. Pertanto, nel 2016-2019, gli immobili residenziali sono cresciuti nelle classi energetiche più performanti, a discapito di quelle che vanno da C a E.
Il patrimonio edilizio
La maggior parte (circa il 40%) del parco edilizio in Italia è stata costruita tra il 1945 e il 1972, e questo spiega parzialmente l’elevato numero di immobili nelle classi energetiche più basse.
I passaggi di proprietà e le locazioni motivano per più dell’80% le redazioni degli APE, per cui si hanno prevalentemente procedure che fotografano l’esistente e non iniziative di miglioramento dell’efficienza. Difatti, ristrutturazioni importanti, nuove costruzioni e riqualificazioni energetiche segnano valori intorno al 3%.
Tra gli aspetti di dettaglio esaminati dalle equipe di lavoro di ENEA-CTI, è importante quanto emerge dall’analisi dell’Indice di prestazione energetica globale non rinnovabile, che mostra trend discendenti in correlazione con interventi migliorativi o con l’età dell’immobile.
Nel Rapporto viene infine evidenziato il miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili nazionali, pur rimanendo chiara la necessità di accelerare il processo di riqualificazione, per raggiungere gli obiettivi al 2050 di un parco edilizio totalmente decarbonizzato.
Uno sguardo sul Lazio
Nel parte del Rapporto ENEA-CTI dedicata alle Regioni, ti offro uno sguardo sintetico anche sul Lazio.
I dati presentati sono relativi a 232.108 APE, acquisiti nel Lazio nel periodo 2018-2019.
Le percentuali di suddivisione nelle dieci classi energetiche vedono prevalere quelle più basse, con la G che tocca quasi il 40%, mentre la A4 segna l’1,60%.
In prospettiva
Il Rapporto ENEA-CTI è importante e denso e contiene dati utili alla conoscenza della situazione attuale e, soprattutto, costituiscono un forte stimolo a perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione sopra citati, considerando la vetustà del nostro patrimonio immobiliare.
Per approfondire la relazione tra efficienza energetica e valore degli immobili, ti invito a leggere il mio recente post sullo studio EeDaPP, nel quale si descrive il rapporto tra rischio creditizio e prestazioni degli edifici.
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