La Commissione UE ha pubblicato ieri la proposta per il miglioramento energetico degli immobili meno efficienti, in ottica Green Deal.
La proposta della Commissione Europea è datata 15 dicembre 2021 e contiene le misure per adeguare gli edifici al Green Deal europeo.
La proposta della Commissione UE
Con la proposta di direttiva emanata ieri, la Commissione UE intende concretizzare la Renovation Wave Strategy in cui, nell’ottobre 2020, veniva indicato, per 35 milioni di edifici, il target europeo di decarbonizzazione.
Nel comunicato relativo a quanto pubblicato ieri, il Vicepresidente Esecutivo per il Green Deal Europeo, Frans Timmermans, ha affermato che si mira a rilanciare il tasso di rinnovamento energetico in tutta l’Unione Europea, per combattere, tra l’altro, anche la povertà energetica.
Per il Commissario per l’Energia, Kadri Simson, bisogna agire con urgenza: gli edifici nella UE “utilizzano il 40% della nostra energia e creano il 36% delle nostre emissioni di gas serra”.
In sintesi, ecco il contenuto della proposta della Commissione UE:
- a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici devono essere a emissioni zero, quelli pubblici già dal 2027;
- il 15% del patrimonio edilizio meno efficiente deve passare dalla Classe “G” dell’Attestato di Prestazione Energetica ad almeno “F” entro il 2027 per gli edifici non residenziali ed entro il 2030 per gli edifici residenziali;
- armonizzare entro il 2025 la scala da A a G degli Attestati di prestazione energetica (Ape) e rendere le informazioni contenuti in essi maggiormente chiare e accessibili. L’obbligo di Ape dovrà essere esteso agli edifici oggetto di importanti ristrutturazioni, a quelli per cui si rinnova il contratto di locazione e per tutti gli edifici pubblici. Gli immobili posti in vendita o in affitto dovranno obbligatoriamente avere l’Attestato, con l’indicazione specifica della Classe negli annunci;
- i Piani di rinnovo degli edifici nazionali dovranno essere integrati nei Piani degli Stati per l’energia e il clima, per coordinare e monitorare gli interventi. I piani dovranno contenere i passi necessari per arrivare, entro il 2040, all’eliminazione dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffrescamento e, entro il 2050, per avere patrimoni edilizi nazionali a zero emissioni;
- viene proposta l’istituzione di un “Passaporto di ristrutturazione” dell’edificio per fornire ai proprietari uno strumento per facilitare la pianificazione e il rinnovamento graduale verso il livello di emissioni zero. La proposta definisce “Standard di portafoglio ipotecario” il meccanismo per incentivare i finanziatori a migliorare le prestazioni energetiche dei loro edifici e incoraggiare i potenziali clienti a migliorare l’efficienza delle loro proprietà;
- la Commissione UE invita gli Stati membri a includere il rinnovo degli edifici nelle norme di finanziamento pubblico e privato e di istituire strumenti adeguati, in particolare per le famiglie a basso reddito;
- non dovrebbe essere dato nessun incentivo finanziario per l’installazione di caldaie a combustibili fossili a partire dal 2027 e, agli Stati membri, viene data la possibilità giuridica di vietare i combustibili fossili in uso negli edifici;
- viene incoraggiato l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) e delle smart technologies per garantire che gli edifici funzionino in modo efficiente. Viene inoltre proposta l’istituzione di banche dati digitali degli edifici;
- per quanto riguarda la mobilità, la proposta sostiene l’introduzione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici negli edifici residenziali e commerciali e più parcheggi dedicati alle biciclette.
Gli immobili in Classe G
Nella proposta della Commissione UE si parla degli immobili in Classe G, e si invita ogni Stato membro a riqualificarne il 15%, portandolo almeno in Classe F.
Si sa che gli immobili in Classe G sono la maggioranza, in Italia. Per fare un esempio, in provincia di Roma, su 263mila immobili per i quali è stato rilasciato l’Ape, al 31 dicembre 2020, quelli in Classe G sono il 38,5%, mentre, all’opposto, quelli in A4 sono solo l’1,7%.
Inoltre, quasi l’88% degli Ape nel territorio considerato sono stati emessi per edifici residenziali. Coerente con questi dati è la vetustà degli immobili in provincia di Roma a cui è stata attribuita una Classe energetica: solo il 12% è stato costruito dal 2006 in poi, mentre il 60% è ante 1972.
Le raccomandazioni e gli inviti della Commissione UE, che dovranno avere il vaglio del Parlamento europeo e quindi i recepimenti degli Stati membri, puntano ad una parte degli immobili meno efficienti.
Mi auguro perciò che nei vari passaggi a livello europeo e nazionale questa proposta della Commissione Europea possa trovare maggiori slanci.
Da un lato auspico che sia favorito concretamente l’efficientamento soprattutto per le famiglie in povertà energetica.
Allo stesso tempo, spero che si creino sinergie, alleanze e operatività comuni tra pubblico e privato, tra Stato, cittadini, mondo del credito e operatori del settore edile e immobiliare, affinché si possano trovare soluzioni che riescano ad andare anche oltre le misure proposte, per coniugare equità, sostenibilità, sviluppo, occupazione e valorizzazione immobiliare.
In altre parole, credo sia opportuno (se non necessario) creare sistemi trasversali tali da rendere tutti vincitori, a partire da chi vive gli edifici in questione.
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