L’Agenzia Nazionale ha approvato i criteri per il primo bando sperimentale per l’assegnazione di immobili confiscati al terzo settore.
Il Consiglio direttivo dell’ANBSC (l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) ha approvato, il 26 maggio scorso, i criteri per la redazione del primo bando sperimentale per l’assegnazione diretta di beni immobili confiscati ad enti del terzo settore.
L’assegnazione diretta di immobili confiscati
In base a quanto riferito dal Prefetto Bruno Frattasi, Direttore dell’Agenzia, si tratta di circa 3000 immobili che, per la prima volta, saranno assegnati in forma diretta, quindi senza la mediazione degli Enti locali.
Il bando sarà in linea con quanto disposto dal Codice Antimafia (il D.Lgs. 6 settembre 2011, n. 159), avendo, tra gli obiettivi, la “valorizzazione del bene confiscato, allo scopo di permettere alle comunità colpite dal fenomeno mafioso di riappropriarsi dei beni sottratti illecitamente alla collettività, mettendoli al servizio della cittadinanza attiva e del Bene comune, attraverso l’incentivazione del protagonismo degli Enti del terzo settore”.
I beni saranno assegnati a titolo gratuito, per 10 anni, con un unico possibile rinnovo.
I destinatari del bando
Destinatari del bando saranno gli Enti del Terzo settore in possesso dei requisiti necessari per l’iscrizione nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.
Sarà possibile anche l’erogazione di contributi per gli enti di terzo settore, fino a 50mila euro, che si aggiudicheranno l’assegnazione, in modo da dare maggior forza al progetto proposto, fino ad esaurimento del plafond. Le risorse disponibili, stanziate dall’ultima Legge di Bilancio, sono pari ad un milione di euro, per ognuna delle tre annualità dal 2020 al 2022.
Riguardo alla tempistica, il Direttore Frattasi si è espresso sulla pubblicazione del bando entro metà giugno 2020.
In esso sarà contenuta una clausola preferenziale per le richieste che prevedranno una partnership con amministrazioni locali che, oltre alla condivisione progettuale, manifesteranno la volontà di acquisire la proprietà del bene.
Gli ambiti contenutistici
Sono cinque gli ambiti di contenuto in cui sarà articolato il bando:
- Area Sociale (che comprende il co-housing);
- Area Salute e Prevenzione (tra cui la green economy);
- Area Occupazione e Ricerca;
- Area Cultura (che comprende la valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio);
- Area Sicurezza e Legalità.
Per la valutazione delle proposte, avrà rilievo l’idoneità del progetto a generare valore aggiunto per la comunità di riferimento, anche in via prospettica e potenziale.
Per un totale pari a 100, il merito tecnico del progetto presentato potrà ricevere un massimo di 80 punti, mentre la sostenibilità economico-finanziaria ne potrà fornire al massimo 20.
L’assegnazione di tremila immobili confiscati al terzo settore sarà un’ottima occasione per coniugare sviluppo sociale e locale, considerando la valenza che i progetti potrebbero avere sia per combattere il disagio, sia per promuovere il benessere delle comunità.
Inoltre, come segnalato sopra, è interessante il fatto che negli ambiti di contenuto si possano trovare anche elementi direttamente connessi ad importanti aspetti dell’abitare e della sostenibilità, come il co-housing, la green economy e la valorizzazione del paesaggio.
A proposito di terzo settore, ti segnalo il mio recente post relativo all’alleanza Fratello Sole-Enea contro la povertà energetica.
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