In Conferenza Unificata è stata raggiunta l’intesa per la ripartizione dei 250 milioni di euro destinati al Programma di edilizia sociale.
Il Programma
Il Programma di edilizia sociale residenziale – elaborato dalla Direzione generale competente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) – può essere avviato, in base alla ripartizione delle risorse, pari a 250 milioni di euro.
Con questo Programma, il MIT afferma che potranno essere attivati interventi di rigenerazione urbana, per ampliare l’offerta di housing sociale, migliorando la sicurezza e l’efficienza degli edifici.
La suddivisione delle risorse
Il 20 giugno scorso la Conferenza Unificata ha trovato l’intesa su come ripartire le risorse tra le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.
Lo schema di decreto, scaricabile dal sito del MIT ed in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, indica la suddivisione dei 250 milioni di euro.
La Lombardia è la Regione con lo stanziamento più alto, pari a quasi 48 milioni di euro, seguita da Sicilia e Lazio: quest’ultima ha ottenuto un’assegnazione di 21,8 milioni.
L’iter
Assegnate le risorse, a questo punto le Regioni dovranno individuare i Comuni che possono presentare le proposte di intervento, in base alla programmazione regionale dell’edilizia sociale e alla rappresentatività del disagio abitativo.
Con un successivo decreto del MIT, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, verrà approvato l’elenco dei Comuni segnalati dalle Regioni per accedere ai finanziamenti. Inoltre, lo stesso provvedimento dovrà definire procedure, tempistiche e monitoraggio del programma.
I riferimenti normativi
Le risorse destinate all’edilizia sociale prendono spunto normativo dalla Legge 457 del 1978, che avviò i piani per l’edilizia residenziale.
Inoltre, la riorganizzazione delle stesse risorse nasce dalla Delibera n. 127 del 2017 del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), in cui vengono indicati ambiti e tipologia degli interventi.
La tipologia degli interventi
La Delibera del CIPE parla di risorse da destinare all’edilizia sociale residenziale, onnicomprensivamente intesa quale sovvenzionata e agevolata.
Le proposte di intervento dei Comuni – attuabili dalle stesse amministrazioni comunali, dagli ex Iacp, da imprese e cooperative in modalità di edilizia convenzionata – dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- consumo di suolo zero, innescando processi di qualità e coesione sociale in ambiti degradati;
- recupero e ristrutturazione di immobili esistenti, demolizione e ricostruzione, acquisto di immobili e, solo in maniera residuale, nuove costruzioni;
- creare un mix tra residenziale, funzioni e spazi collettivi e per servizi di prima necessità;
- locazione permanente a canone sociale;
- cofinanziamento di soggetti pubblici e/o privati;
- caratteristiche edilizie di alta sostenibilità, basate sui requisiti degli “edifici a energia quasi zero”;
- messa in sicurezza con interventi di adeguamento sismico;
- superamento delle barriere architettoniche e sicurezza nell’uso degli immobili;
- recupero o realizzazione di urbanizzazioni secondarie (ad esempio asili, scuole, attrezzature sportive).
Sarà mia cura, come sempre, seguire l’iter di questo percorso per l’edilizia sociale, in particolare per le scelte che saranno operate nel Lazio.
Infine, a proposito di rigenerazione urbana, ti segnalo il mio recente post sui provvedimenti previsti nello “sblocca cantieri”.
________________________________________________
Lascia un commento