Ogni nuova visita in una casa è veramente un ricominciare daccapo. Non è facile, il percorso dell’acquirente: non deve tenere conto di “tante cose”, ma dare attenzione a tutto.
L’immagine a corredo di questo terzo post del percorso sul tema della compravendita esemplifica il concetto che voglio esprimere. Anzitutto ringrazio la cara amica Silvia Badriotto (consulente di web communication in ambito turistico – www.nuovi-turismi.com) per avermi concesso la pubblicazione della foto.
Quando ho visto per la prima volta lo scatto di Silvia, non ho potuto fare a meno di chiedergliela: oltre le porte, i portoni, le mura e gli impianti, chi compra deve fare i conti con un desiderio. Questo “fare i conti” a mio avviso andrebbe meglio formulato nel dare attenzione. Come nel caso del venditore (vedi il mio post dedicato cliccando qui), anche l’acquirente fronteggia un grande mare, pieno di elementi passionali e razionali. E anche per l’acquirente, credo sia opportuno fare sintesi e portare al dialogo tali elementi, non scinderli e separarli.
La casa – magari già visitata una seconda volta – potrebbe veramente piacere. Ma ha bisogno di lavori tali per cui il budget non è sufficiente. Allora è bene guardare avanti, perché imbarcarsi in un’avventura eccessivamente rischiosa potrebbe affogare il potenziale piacere in elementi di sicuro dispiacere. Oppure, al contrario, non dare espressione alle sensazioni positive date da una casa che ci ha colpito, rischierebbe di lasciare inesplorato un percorso che, se verificato, magari sarebbe composto di ostacoli sì, ma superabili.
Quali sono gli aspetti più tecnici e razionali di cui tener conto?
Fatto salvo che ogni casa è una storia a sé, in generale è sempre opportuno verificare almeno quanto segue:
- chi sono i proprietari (ad es. verificare il regime coniugale intercorrente in una coppia venditrice), la regolarità dell’atto di proprietà e verificarne la provenienza (che p. es. potrebbe essere dovuta ad acquisto ovvero a successione o donazione);
- la regolarità catastale;
- lo stato della casa (soprattutto condizione e manutenzione degli impianti e delle parti strutturali);
- l’assenza di oneri, vincoli, pregiudizi (ipoteche, rate condominiali non pagate, controversie in atto);
- notizie condominiali su spese future già previste e approvate;
- preventivare tutte le spese necessarie: acquisto, provvigione per l’agente immobiliare se ha mediato l’acquisto, notaio, tasse, imposte, spese connesse all’eventuale mutuo, eventuali polizze, eventuali lavori di ristrutturazione, trasloco;
- conoscere i diritti e i doveri di venditore e acquirente riguardo alla proposta di acquisto e alla stipula del preliminare di compravendita e del rogito;
- l’Attestato di Prestazione Energetica (vedi qui).
Ci sono poi altri aspetti che rientrano nei desideri dell’acquirente sul piano della prospettiva di vita, e cioè la posizione, il contesto, i servizi di quartiere, i tempi e le modalità di spostamento verso il lavoro e gli affetti, le eventuali opere infrastrutturali in arrivo in zona (ad esempio, ci sono novità nel quadrante Roma est: cliccare qui).
In altre parole, quando una casa piace, secondo me non si può scinderla dal contesto, dato che gli aspetti familiari, lavorativi e sociali si nutrono anche fuori di essa. Per questo, come dicevo prima, va operata una sintesi tra passione e razionalità. Che rapporto c’è tra le spese di ristrutturazione interna e l’assenza di posto auto? Come si legano le spese notarili con il fatto che le scuole per i figli sono vicine? Si legano, perché ogni spesa compiuta è un investimento sul futuro, laddove il visitare la casa ed il suo contesto hanno costituito uno stimolo forte ad immaginare il valore che essa assumerà negli anni a venire, in termini di comodità, fruibilità, facilità nell’accompagnare i processi di crescita e di sviluppo, individuali e familiari/sociali.
Ultimo ma non per ultimo, il fattore del prezzo che l’acquirente sarà tenuto a corrispondere per possedere la casa dei sogni. Il prezzo di acquisto che sarà determinato davanti al notaio nasce dalla prima composizione, basata sulla prima valutazione dell’immobile operata a suo tempo dal proprietario (leggi qui il mio post dedicato) e poi dall’evoluzione della trattativa.
Il prezzo è il fattore che a volte sovrasta tutti gli altri, non a caso, ma secondo me va visto come strumento, non come fine. Il fine è la crescita, lo sviluppo, il cambiamento. Tutte cose che hanno sempre un costo. E la razionalità serve a bilanciare le scelte, a renderle compatibili e proiettabili in avanti.
I moti del cuore non superano direttamente gli eventuali ostacoli economici, piuttosto, se ben ascoltati, possono dare la misura dello sforzo da voler fare o del rischio da evitare.
Il venditore ha una sua complessità di aspetti da affrontare nell’alienazione di un suo patrimonio, l’acquirente ha la sua complessità nel mettere in campo il suo. E’ qui che potrebbe scattare il punto di avvio dell’incontro. E’ qui che l’acquirente, laddove voglia osare perché ha ritenuto che sia arrivato il momento, apre la trattativa. Sarà il tema del mio prossimo post, in cui descriverò di cosa è composto il terreno comune che venditore e acquirente decideranno di nutrire.
Nel frattempo, per condividere e dialogare su questo tema, ti invito a commentare quanto ho scritto qui. Grazie!
_________________________________________





Lascia un commento