Il progetto dei mutui verdi europei ha fatto tappa a Venezia per proseguire nel lavoro di elaborazione delle prassi e degli strumenti condivisi.
La scorsa settimana, dedicata in tutto il mondo al clima e ai suoi cambiamenti, l’iniziativa dei mutui verdi europei ha compiuto diversi passi avanti.
Sui mutui verdi europei avevo intervistato, nel marzo scorso, il Segretario Generale di EMF-ECBC, Luca Bertalot, per conoscere meglio questo progetto.
I mutui verdi europei a Venezia
La tappa di Venezia del 26 e 27 settembre 2019 ha visto il programma pilota degli istituti di credito, il Consiglio consultivo e le organizzazioni partner riuniti insieme per:
- lavorare sulla raccolta, gestione e divulgazione dei dati, a supporto delle banche per l’integrazione dei mutui verdi nei processi di gestione del rischio del credito;
- rafforzare il coordinamento tra pubblico e privato;
- lo sviluppo di un marchio di qualità che identifichi il prodotto ipotecario ad alta efficienza energetica e le sue procedure.
Invitato dall’organizzazione – che ringrazio vivamente per l’opportunità – ho osservato e vissuto da vicino lo svolgimento dei lavori, a cui hanno partecipato i referenti da tutta Europa.
Nel meeting, guidato da Luca Bertalot, sono state espresse idee, scambiate prassi, raccontate le evoluzioni progettuali sviluppate anche nei gruppi di lavoro, per cui a Venezia i mutui verdi europei si sono arricchiti di ulteriori sviluppi, in vista della strutturazione, in ogni Paese e in ogni istituto di credito coinvolto, dei prodotti finanziari ipotecari da proporre ai cittadini.
L’obiettivo
Come ha affermato lo stesso Bertalot, ribadendo i cardini dell’iniziativa, “l’EEMI (Energy Efficient Mortgages Initiative) aiuterà l’UE a raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione, modernizzare l’economia, rilanciare l’industria e garantire crescita e occupazione a lungo termine. Contribuirà inoltre a garantire case più sane per i cittadini dell’UE”.
La complessità dell’EEMI è notevole: si tratta di 47 istituti di credito e di 17 autorità nazionali, europee ed internazionali che, ponendosi lo stesso ambizioso obiettivo, hanno bisogno (ma anche l’opportunità, direi) di coordinarsi e integrare prassi, strumenti e metodi.
E’ stato per me interessante osservare da vicino lo sforzo e la propositività dei partecipanti nella costruzione del prodotto comune, considerando le normali ed inevitabili differenze di base tra Paesi, istituti di credito, autorità nazionali e sovranazionali, partner.
Il ruolo dell’ABI
A livello nazionale, è di rilievo il passaggio compiuto dall’ABI, proprio il giorno precedente i lavori di Venezia.
L’Associazione Bancaria Italiana ha infatti creato il “Tavolo tecnico per favorire la riqualificazione energetica degli immobili”.
Nell’ottica della crescita economica nazionale, la riqualificazione energetica degli immobili è ritenuta dall’ABI una chiave di volta per accelerare gli investimenti e valorizzare il patrimonio immobiliare.
Il Tavolo promosso dall’ABI riunisce – oltre all’organizzazione promotrice dei mutui verdi europei – rappresentanti della Direzione Generale Energia della Commissione Europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Banca d’Italia, del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dell’Economia, del Ministero dello Sviluppo Economico, di ABI Lab, di Ance, dell’Ania, delle Associazioni dei consumatori, di Confedilizia, dell’Enea.
Lo scopo principale è quello di rafforzare il dialogo tra i principali interlocutori pubblici e privati, per individuare le proposte più idonee per l’accesso al credito verde, per una sempre più ampia valorizzazione immobiliare, attuando risparmio ed efficienza energetici.
Credo sia quindi molto positivo che l’ABI, punto di riferimento del mondo del credito italiano, abbia avviato un luogo ed un tempo di confronto e di stimolo in ambito nazionale, pienamente sinergico con l’iniziativa dei mutui verdi europei.
Le azioni verdi della Banca d’Italia
A ulteriore rinforzo, in parallelo al meeting veneziano dei mutui verdi europei, la massima istituzione bancaria italiana si è espressa in maniera forte sulla finanza sostenibile.
Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nell’ambito della diciottesima conferenza internazionale sulla valutazione del rischio di credito (“Assessing and Managing Climate Change Risk: Opportunities for Financial Institutions”, svoltasi anch’essa a Venezia), ha affermato che la Banca d’Italia punterà decisamente su investimenti sostenibili nella gestione del proprio portafoglio azionario.
Il Governatore ha sottolineato che le azioni verdi della Banca d’Italia e delle altre banche centrali sono a supporto e non sostitutive dell’azione dei decisori politici, ma il sistema finanziario può senz’altro contribuire alla facilitazione del processo.
Le prospettive
Le giornate di Venezia dei mutui verdi europei, oltre a costituire una nuova tappa di avvicinamento all’obiettivo, hanno goduto dell’arricchimento degli importanti contributi delle massime istituzioni bancarie italiane.
Il Tavolo creato dall’ABI e l’impegno verde della Banca d’Italia hanno rinforzato il pavimento del percorso progettuale, fornendo un notevole substrato tecnico, culturale ed operativo.
Lo sforzo in atto da parte dei soggetti privati del mondo finanziario, essendo sempre più connesso e coordinato con le istituzioni pubbliche, sarà di sicuro maggiormente caricato di responsabilità, ma soprattutto di opportunità, perché il progetto possa rendere un servizio sempre migliore ai cittadini desiderosi di possedere immobili riqualificati.
In Italia, il miglioramento del patrimonio immobiliare è un presupposto fondamentale perché il mio, il nostro mercato riprenda a volare definitivamente, dato che, ad ora, la crescita si è manifestata chiaramente, da tempo, sul lato delle compravendite, ma non ancora su quello delle quotazioni.
Continuerò quindi ad osservare con estremo interesse l’evoluzione dei mutui verdi europei, raccontando qui sul mio blog i prossimi passaggi.
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