La Giunta Capitolina ha approvato la deliberazione contenente le linee guida per l’assegnazione di alloggi in coabitazione solidale.
L’intento della Sindaca Raggi e della sua Giunta è di dotare Roma Capitale di un ulteriore strumento per combattere il disagio abitativo.
Con la coabitazione solidale, afferma la Sindaca, si intende “andare incontro a tutti coloro che, per i motivi più diversi, si trovano in difficoltà economiche per accedere al mercato immobiliare tradizionale”.
Cos’è la coabitazione solidale
La coabitazione solidale è definita nella deliberazione di Giunta (la n. 137 del 12/7/2019) come la “condivisione abitativa, da parte di più individui, di un medesimo alloggio, appartenente al patrimonio disponibile di Roma Capitale”.
E’ prevista quindi la condivisione di alcuni spazi comuni, mantenendo, per ogni coabitante, un proprio spazio privato, il tutto nello stesso appartamento.
I destinatari dovranno manifestare la propria disponibilità alla coabitazione solidale, affinchè negli alloggi possano essere esercitate forme di mutuo aiuto o di reciprocità assistenziale.
Gli immobili saranno assegnati in locazione a canone concordato, tramite bando.
La sperimentazione
La delibera prevede che lo strumento della coabitazione solidale sia avviato con una prima fase sperimentale di tre anni, basandosi sui criteri individuati dall’Amministrazione.
I destinatari
Le persone che potranno essere inserite nell’elenco degli ammessi non dovranno aver superato i 65 anni di età e dovranno appartenere a una o più di queste categorie:
- separati non assegnatari della casa coniugale;
- famiglie monoparentali con figli minori;
- studenti universitari regolarmente in corso;
- persone con disabilità;
- neomaggiorenni già presi in carico dal sistema di accoglienza di Roma Capitale (case famiglie, famiglie affidatarie) fuoriusciti dal circuito da non oltre 12 mesi;
- donne vittime di violenza;
- persone transitate per il circuito di accoglienza di Roma Capitale;
- persone sole con meno di 35 anni.
Tra i requisiti, bisogna inoltre possedere i seguenti:
- cittadinanza italiana o di uno Stato UE. Per cittadini di Stati fuori dall’UE, il requisito è soddisfatto avendo permesso di soggiorno CE per soggiornante di lungo periodo o permesso di soggiorno regolare almeno biennale;
- essere residenti o avere la propria attività (esclusiva o principale) lavorativa o di studio nella Città Metropolitana di Roma;
- l’intero nucleo familiare non deve avere alcun diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione – anche pro quota – di alloggio, situato nella Città Metropolitana di Roma, ritenuto idoneo per le proprie necessità abitative, in base alla normativa regionale sull’edilizia agevolata;
- riguardo gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, bisogna non averli occupati, non esserne stati sfrattati per morosità o non averli utilizzati per finalità illecite;
- non bisogna avere ad alcun titolo redditi derivanti da fabbricati in locazione;
- nell’ambito del territorio nazionale, non bisogna avere la titolarità in via esclusiva del diritto di proprietà, uso, usufrutto ed abitazione di altro alloggio;
- in caso di separazione o divorzio, non bisogna essere assegnatari dell’abitazione familiare di provenienza.
Il reddito
Le caratteristiche reddituali per poter accedere al progetto della coabitazione solidale sono le seguenti:
- il reddito annuo complessivo dell’intero nucleo familiare deve ammontare tra i 6.000 e i 30.000 euro lordi (in base all’ultima dichiarazione ISEE);
- per il coabitante con ISEE tra i 6.000 e i 9.000 euro lordi ci sarà una riduzione del 10% del canone concordato.
Per il pagamento della locazione si potrà utilizzare il contributo erogato per il reddito di cittadinanza.
Gli immobili e il bando
Nella deliberazione di Giunta si fa riferimento ad un dato essenziale, quello degli immobili che dovranno essere adibiti alla coabitazione solidale, affermando che “il Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative avrà il compito di individuare una lista di immobili del patrimonio disponibile di Roma Capitale da assegnare al presente progetto”, per poi promuovere un avviso pubblico.
Tale lista di immobili dovrà essere approvata dalla Giunta Capitolina e, con i successivi bandi, saranno individuati i soggetti a cui assegnare gli alloggi, con contratti di locazione abitativa parziale, a canone concordato.
Prospettive
Con questa particolare forma di cohousing, Roma Capitale vuole dotarsi di una nuova risposta al disagio abitativo e, contemporaneamente, stimolare iniziative di mutuo aiuto fra i cittadini che rientrano nelle categorie sopra citate.
La tempistica del progetto prevede che, entro sei mesi dalla delibera in questione, sia emanato un provvedimento dirigenziale contenente lo schema di avviso pubblico e le procedure per le assegnazioni.
Bisognerà quindi osservare nel tempo come si dipanerà l’iniziativa, quali e quanti immobili saranno messi a disposizione, quali e quanti cittadini saranno coinvolti e con quali forme di aiuto reciproco.
Sarà interessante a mio avviso, tra l’altro, capire come le persone saranno coinvolte nello sviluppo di forme di mutuo aiuto, associate alla nuova dimensione residenziale, se saranno adottati particolari strumenti di accompagnamento e se saranno preposte persone – del pubblico e/o del privato – per promuovere ed affiancare questa nuova modalità abitativa.
Come sempre, sarà mia cura osservare e riportare qui sul blog gli sviluppi progettuali.
Aggiornamento del 22 ottobre 2019
L’Assemblea Capitolina ha approvato, l’8 ottobre scorso, la Deliberazione n. 76, “Linee di indirizzo per le attività di gestione e controllo in materia di housing sociale”: la puoi scaricare cliccando qui.
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