E’ stata comunicata ieri dalla Sindaca Raggi la rinuncia alla candidatura della città di Roma alle Olimpiadi e Paralimpiadi del 2024.
La Sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi, ieri pomeriggio, in conferenza stampa, ha ufficializzato il no della sua Giunta alla candidatura di Roma alle Olimpiadi, a conferma dell’orientamento già espresso in campagna elettorale.
Ha motivato tale scelta affermando di non voler dare spazio alle Olimpiadi del mattone e non volendo accettare le richieste di assunzione di altri debiti, considerando quelli già accumulati in passato dalla città. La Raggi ha citato, a supporto della sua scelta, uno studio dell’Università di Oxford secondo cui le spese effettuate dalle città organizzatrici delle passate edizioni delle Olimpiadi hanno sempre sforato il budget (di almeno il 50% e, in alcuni casi, anche molto oltre). Pertanto, visto che non sono auspicabili nuove cattedrali nel deserto, la Sindaca ha affermato la volontà della sua Amministrazione di lavorare per il quotidiano, più che per i grandissimi eventi. C’è l’intenzione quindi di riqualificare i servizi, sistemare gli impianti esistenti, pensando comunque anche al futuro. Ad esempio, la Raggi ha citato il progetto della Vela della conoscenza, per la trasformazione della Città del nuoto di Calatrava (inizialmente concepita, e mai terminata, per i Mondiali del 2009), in base ad un protocollo d’intesa con l’Università di Tor Vergata.
In un’altra conferenza stampa, svoltasi sempre ieri pomeriggio, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha espresso il suo rammarico per quanto comunicato dalla Raggi. Ha affermato di avere un mandato chiaro dal mondo dello sport e che la decisione della Sindaca Raggi potrebbe far venire meno la credibilità internazionale. Malagò ha evidenziato come la candidatura sarebbe stata l’occasione per sistemare le questioni non risolte in passato, ed ha anche sottolineato che il CIO (il Comitato Olimpico Internazionale) aveva imposto ufficialmente una riduzione dei costi per l’organizzazione dell’evento a cinque cerchi. Il Presidente del CONI ha posto alcuni dubbi sul progetto per la Vela della conoscenza, che non avrebbe i finanziamenti necessari. Ha comunque chiesto alla Giunta capitolina l’assunzione di responsabilità delle scelte, disponendo atti formali conseguenti.
La candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 era stata deliberata dalla Giunta Marino ed ufficializzata un anno fa dal CIO. Lo scorso mese di febbraio inoltre la Camera dei Deputati aveva approvato le mozioni a sostegno.
A questo punto l’Assemblea capitolina dovrà esprimere ufficialmente la rinuncia a Roma 2024, votando una mozione in cui Sindaca e Giunta saranno impegnate a dar corpo alle decisioni comunicate ieri.
Le vicende della candidatura di Roma 2024 sono delicate e complesse. Ancora più complessa è la questione di Roma, città da governare, con mille problemi e mille risorse. Il dibattito sulle Olimpiadi non mi appassiona quanto il pensare a come la mia città potrebbe tornare ad essere veramente Capitale, per i cittadini e per le persone che ci lavorano e che vengono a visitarla, da tutto il mondo. La gestione ordinaria della città contiene moltissimi aspetti di cui tener conto e molti di questi hanno bisogno di essere trattati con urgenza, oggi, purché ri-diventino ordinaria amministrazione domani. Nella speranza che quel domani non sia troppo in là, credo che in ogni caso Roma possa ambire ad essere città oltre l’ordinario, in un ruolo di livello europeo e mondiale, dal punto di vista sociale, economico e culturale. Dico questo comprendendo, ovviamente, anche il tema immobiliare, in quanto una città decorosa, ordinata e pulita favorisce il mercato, ma risulterebbe ancora più attraente se le si consentisse il respiro che potenzialmente possiede e che merita. La scelta sulla candidatura alle Olimpiadi, coerentemente con la campagna elettorale, è stata presa dalla Sindaca dei 5 Stelle. Tutto il resto dell’agenda-Roma, fatta di ordinario e straordinario, ora, però, deve procedere senza tregua. Ora non ci sono più alibi, dato che la città da qualche mese ha un governo, regolarmente eletto. Ogni ulteriore attesa amplificherebbe i problemi e vanificherebbe le opportunità, prezzi che i cittadini non vogliono e non possono più pagare.
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