Desideroso di conoscere meglio il progetto dei mutui verdi, ho intervistato il Segretario Generale di EMF-ECBC, il dottor Luca Bertalot.
L’estate scorsa, dopo aver letto un articolo del Sole 24 Ore sul progetto dei mutui verdi, contattai il dottor Luca Bertalot, Segretario Generale di EMF-ECBC, in quanto ero incuriosito dall’iniziativa.
La mia curiosità era (ed è) mossa dalla volontà di comprendere meglio un progetto di finanziamento rivolto al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, residenziali e non.
Tra l’altro, come descritto costantemente sul mio blog, gli incentivi statali per la riqualificazione energetica sono tra quelli confermati dall’ultima Legge di Bilancio.
Quindi, il progetto dei mutui verdi, di respiro europeo, si può innestare sul nostro contesto nazionale per dare ulteriore forza alle buone prassi energetiche in ambito immobiliare.
Seguendo la prosecuzione dell’iter progettuale, ho voluto approfondire l’argomento e quindi ho chiesto al dottor Bertalot la disponibilità ad essere intervistato, cosa di cui lo ringrazio vivamente.
A seguire, l’intervista e, al termine, le mie riflessioni.
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Cosa sono i mutui verdi?
I mutui verdi – o mutui per l’efficienza energetica – sono mutui destinati a finanziare l’acquisto, la costruzione e/o il rinnovo di edifici residenziali (famiglia singola e multi-famiglia) e commerciali dove si dimostrano:
- prestazioni energetiche che soddisfano o superano gli standard delle migliori pratiche del mercato in linea con gli attuali requisiti legislativi dell’Ue
- e/o il miglioramento delle prestazioni energetiche di almeno il 30%.
La definizione completa di mutuo verde o mutuo per l’efficienza energetica, in lingua inglese, è disponibile cliccando qui.
Come è nata l’idea dei mutui verdi?
Nasce da una riflessione compiuta in EMF-ECBC. Abbiamo voluto creare un prodotto in grado di sostenere la standardizzazione del mercato, con attenzione alla problematica ambientale, e un’attenzione sociale per permettere al cittadino migliorie energetiche per la propria abitazione. È quindi partita ufficialmente a maggio 2017 l’Energy Efficient Mortgages Initiative, l’iniziativa europea di ricerca e innovazione coordinata da EMF-ECBC e finanziata dal programma Horizon 2020 per realizzare e lanciare sul mercato mutui verdi in grado di favorire efficienza e risparmio energetico attraverso il rinnovo del patrimonio edilizio, contribuendo anche alla transizione energetica in linea con l’Accordo di Parigi sul clima.
L’idea é di finanziare in maniera capillare le nuove costruzioni e le ristrutturazioni immobiliari per il miglioramento energetico e antisismico attraverso il canale bancario creando un’efficace sinergia tra tutti gli attori coinvolti e inserendo la componente energetica degli edifici nei sistemi standard di valutazione del credito. Inoltre, si vuole facilitare il processo di raccolta di informazioni tecniche e finanziarie, aiutando i mercati ad affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico.
Cos’è l’EMF-ECBC?
É una piattaforma di operatori del settore creditizio, strutturata in due osservatori di mercato lato retail, EMF, e lato funding, ECBC, operanti sotto un’unica organizzazione no profit di diritto belga. L’Europen Mortgage Federation, ovvero la Federazione Ipotecaria Europea (EMF), e l’European Covered Bond Council (ECBC) sono entrambe osservatori privilegiati sulle dinamiche del credito e del finanziamento degli stessi sui mercati internazionali a livello globale. I membri delle due istituzioni esprimono complessivamente circa l’80% del volume dei mutui ipotecari e il 95% di quello dei covered bond (Obbligazioni Bancarie Garantite) emessi in ambito europeo. Questi due osservatori comprendono una varietà di differenti istituzioni creditizie, tra cui istituti specializzati nel credito fondiario, casse di risparmio, banche commerciali e compagnie di assicurazione, nonché le associazioni bancarie di vari paesi europei.
La nostra organizzazione é una fucina di idee su come migliorare il mercato europeo, e, soprattutto a seguito della crisi finanziaria che si é verificata, abbiamo cercato di incentivare soluzioni attente alle esigenze del cittadino e alla costruzione del mercato unico.
L’EMF nasce nel 1967 come organizzazione volta a difendere gli interessi delle banche ipotecarie europee, per poi evolversi dagli anni duemila come un catalizzatore europeista, che, invece di difendere specifici business model nazionali, é stato un volano di integrazione europea, permettendo al mercato europeo di arginare l’impatto della crisi del 2008 e produrre soluzioni condivise in uno scenario post-crisi.
L’EMF-ECBC rappresenta direttamente e indirettamente 2.000 istituti bancari e finanziari europei. In Italia c’è l’ABI – Associazione Bancaria Italiana – insieme a importanti istituzioni creditizie e poi ci sono gli equivalenti dell’ABI tedesca, francese, spagnola, ecc. Ai nostri membri, che contribuiscono con una quota associativa, offriamo numerosi servizi tra cui: informazioni giuridiche, economiche, statistiche, di mercato e ricerche aggiornate e tempestive; una piattaforma per discutere le proposte legislative e per favorire lo scambio delle migliori pratiche adottando posizioni comuni.
Per il progetto, quali sono le banche aderenti?
Il progetto è aperto a tutte le banche che desiderano partecipare. Ad oggi, il numero di banche europee che hanno aderito alla fase pilota sono 42, una prima pilot task force che rappresenta il 55% dei mutui erogati in Europa. Nell’ambito della fase pilota, le banche stanno testando il quadro di riferimento proposto per l’introduzione nel mercato dei mutui per l’efficienza energetica, adattandolo al loro contesto e creando il prodotto finanziario (per ulteriori informazioni, in lingua inglese, puoi cliccare qui).
Le banche italiane sono nove: Banca Monte dei Paschi di Siena BMPS, Banco BPM, BNL Gruppo BNP Paribas, BPER Banca, Crédit Agricole, Friulovest Banca, Société Générale CIB, UniCredit, Volksbank Alto Adige. Siamo comunque in contatto con molte altre ed il numero di adesioni é sempre in costante crescita.
Inoltre, l’ABI sta giocando un ruolo in prima linea. Il nostro tavolo è per uno scambio di idee, e lì non ci sono solo i partner ufficialmente coinvolti, ma anche numerosi portatori d’interesse della filiera, tra cui ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Qual è il punto sulle partnership tra pubblico e privato?
Per raggiungere l’obiettivo finale è necessaria un’efficace sinergia tra tutti i diversi attori coinvolti (banche, investitori, valutatori, esperti in efficienza energetica e edilizia sostenibile, PMI, utility, assicurazioni, istituzioni governative, amministrazioni pubbliche). Per tale motivo, stiamo facilitando il dialogo tra istituti di credito e enti pubblici (ad es. la Provincia Autonoma di Trento), che ufficialmente hanno deciso di aderire al progetto, sostenendo l’operazione delle banche, creando il terreno fertile dove il prodotto possa nascere e dove le best practices possano essere replicate.
Sul mercato italiano, stiamo parlando con la città di Milano, che potrebbe fare operazioni di housing, in cooperazione con le nostre banche, per sviluppare politiche energetiche. Abbiamo avuto contatti con la Regione Emilia Romagna, con il Ministero dello Sviluppo Economico e con quello delle Finanze. Abbiamo parlato con Invitalia per cercare di coordinare gli interventi, con Cassa Depositi e Prestiti, sono attori anch’essi parte del tavolo tra Roma e Bruxelles.
Se un Ente pubblico nazionale o locale volesse partecipare?
Le porte sono aperte a chiunque abbia idee da portare.
Oltre il 76% del bilancio dell’UE è gestito in collaborazione con le amministrazioni nazionali e regionali, per cui avere come interlocutori i Ministeri e le Regioni sarebbe strategicamente molto importante. Inoltre, pensiamo che il coinvolgimento degli enti locali possa portare un grande valore aggiunto all’iniziativa.
Ad esempio, i Comuni potrebbero modificare la tassazione per i proprietari che affittano immobili “verdi”, stimolando e migliorando il mercato degli affitti con immobili di miglior qualità ed efficienza energetica.
Stiamo dialogando con quattro grandi città: Milano, Venezia, Londra e Madrid. Se la strada venisse aperta da un gruppo di città leader, in coordinamento con la BEI – Banca Europea per gli Investimenti – si creerebbe un effetto a cascata in tutta Europa, in grado di offrire soluzioni che siano attuabili e adattabili ai vari contesti.
Stiamo cercando di dar vita ad un modello di riferimento pubblico-privato, per agevolare e rendere conveniente al cittadino l’investimento per la riqualificazione energetica. Crediamo sia necessario generare un effetto leva combinando le risorse provenienti dal settore bancario con i sussidi pubblici e fiscali già disponibili. Infatti, dobbiamo fare in modo che un investimento energetico venga riflesso nel valore di vendita e di affitto dell’immobile. Bisogna creare un terreno fertile con vantaggi che stimolino l’investimento, grazie all’inserimento della componente energetica degli edifici nei sistemi standard di valutazione del credito.
In aprile, avremo un incontro a Riga, in Lettonia, in cui saremo tutti presenti. Parleremo di come in questa prima fase sia importante l’aspetto di scambio di buone pratiche per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Ad esempio, i Ministri delle Finanze Lettone e Lituano verranno per confrontarsi con la Banca Mondiale su possibili iniziative e collaborazioni.
Le grandi organizzazioni mondiali, tra l’altro, possono mettere in piedi un programma coordinato di acquisto di titoli immobiliari verdi; stiamo cercando di costruire questo meccanismo di finanziamento coinvolgendo diversi attori globali.
Qual è il livello di attenzione verso il contesto locale?
Nelle nostre discussioni a livello europeo, una particolare attenzione é rivolta alla costruzione di una filiera corta, attenta alle realtà locali e a rispettare quanto si è investito nel territorio, favorendo il coinvolgimento di imprese locali per interventi di ristrutturazioni degli immobili. Per questo, speriamo di coinvolgere sempre più autorità e attori locali legati al territorio.
Finanziereste anche progetti antisismici?
Questo é un argomento vicino al nostro cuore e sicuramente fondamententale per l’economia italiana. Noi crediamo che sia possibile. Nel momento in cui si incentiva un miglioramento energetico, si potrebbe facilmente aggiungere l’incentivo antisismico. Questo, tra l’altro, potrebbe aiutare ad evitare la desertificazione sociale di alcune aree riqualificando lo stock abitativo e commerciale. Se infatti si permettesse di ristrutturare gli immobili, tenendo conto del miglioramento sismico ed efficientamento energetico e incrementando di conseguenza il valore delle case, si rinforzerebbe il legame tra le popolazioni e quei territori colpiti da eventi sismici o calamità.
Un esempio di iter per accedere al progetto del mutuo verde?
Le banche, in partnership con altri enti, stanno pensando ad un pacchetto “chiavi in mano” per il cittadino, che offra mutuo, ristrutturazione, certificazione, monitoraggio dei consumi, incentivi, ecc.
Per richiedere il mutuo green, serviranno dei prerequisiti energetici. Solo a fronte di una certificazione tecnica l’istituto di credito sarà pronto ad erogare probabilmente un mutuo di importo superiore e a condizioni migliori, con servizi più vantaggiosi. Con un esempio molto semplice, potremmo dire che se una casa costa 100, la banca oggi può offrire un prestito di 80, come stabilito dalla direttiva sui requisiti di capitale, che impongono un parametro fisso dell’80% sul prestito da erogare. Mentre nel caso di un mutuo verde, la banca potrebbe prendere in considerazione l’effetto leva dei lavori di efficientamento energetico e, quindi, l’immobile potrebbe avere un valore atteso di 110 e non più solo 100. La banca, mantenendo l’80%, potrebbe avere più margine nell’erogazione del mutuo e in questo caso offrire un prestito di 88 invece di 80, di cui 8 dedicati esclusivamente all’efficientamento energetico.
Come si può applicare questo progetto ai condomìni?
In Italia, guardando al mondo immobiliare, i condomìni rappresentano una chiara criticità dal punto di vista di efficientamento energetico. Per migliorare realmente l’efficenza energetica di un appartamento, con un salto significativo della classe energetica, è necessario intervenire sull’intero immobile e non sui singoli appartamenti. Per tale motivo, molte banche stanno lavorando sulla realizzazione di un prodotto da proporre ai condomìni, in grado di intervenire sull’intero fabbricato.
C’è un parco immobiliare di cui tener conto.
La nostra iniziativa é volta principalmente ad aumentare il potere d’acquisto delle famiglie e il valore dei loro immobili. Con un’ottica internazionale, guardando al Regno Unito, uno studio recente illustra chiaramente che il 71% delle famiglie vive in case di categoria inferiore a “C”, e una famiglia inglese perde in media, per mancato efficientamento energetico, 380 sterline all’anno. Anche in Italia, il parco immobiliare da riqualificare è enorme e il costo opportunità di questa mancata riqualificazione pesa sui bilanci delle famiglie italiane, e il costo ambientale su tutti noi.
Il progetto è anche per chi vuole riqualificare la casa in cui già abita?
I prodotti, a cui le banche stanno lavorando, riguardano sia gli edifici residenziali sia gli edifici commerciali e/o pubblici, di nuova costruzione o da ristrutturare. Abbiamo deciso di non mettere limiti alla possibilità di usare un mutuo ipotecario o chirografario; sarà a discrezione delle banche valutare i prodotti migliori da introdurre nel mercato.
Data la diversità e le peculiarità nazionali/regionali dei mercati ipotecari in Europa, l’iniziativa è molto ambiziosa e complessa; stiamo lavorando per trovare soluzioni adattabili e replicabili in modo da raggiungere risultati concreti a livello nazionale e locale.
Come si lega questo progetto agli incentivi e ai bonus statali?
La nostra è una iniziativa privata e non è direttamente legata alla sovvenzione pubblica e vuole essere applicata in tutti i paesi dell’Unione, a prescindere del panorama fiscale e di sussidi di ogni singolo stato membro, regione o comune. Però, in generale, possiamo dire che le risorse messe a disposizione dal settore bancario, se messe a fattor comune con le sovvenzioni pubbliche, possono generare un effetto leva molto importante in grado di stimolare il consumatore finale a riqualificare l’immobile quanto prima. Il pacchetto “chiavi in mano”, a cui le banche stanno pensando, terrà anche conto degli incentivi pubblici e degli sgravi fiscali a disposizione dei cittadini in ogni paese europeo.
Tra l’altro in alcuni casi ecobonus e sisma bonus sono legati.
Certo, ma in generale le Istituzioni devono capire l’importanza della chiarezza delle regole e della stabilità degli incentivi per creare fiducia negli investitori. Un sistema che cambia regole e incentivi ogni anno genera insicurezza e instabilità dei mercati, mentre regole/incentivi chiari e duraturi attraggono investimenti.
Quali sono i tempi di attuazione per l’Italia? Quando troveremo i mutui verdi agli sportelli bancari?
Tutte le banche che fanno parte della fase pilota stanno valutando con molta attenzione l’introduzione di prodotti in linea con la definizione Europea di Energy Efficient Mortgage. Spero che il 2019 possa vedere l’arrivo nel mercato italiano di diversi prodotti e che ci sia una vera domanda da parte dei consumatori per questa tipologia di mutui, generando ulteriori sviluppi e nuove opportunità negli anni a seguire.
Concludendo, qual è il senso dell’iniziativa?
L’iniziativa vuole affiancare e sostenere i cittadini europei nella sfida epocale di ridurre l’inquinamento delle nostre città, migliorando l’efficienza delle abitazioni e le condizioni abitative.
Noi crediamo che sviluppare un prodotto finanziario, con aspirazioni europee e radici nazionali, possa essere un volano di sviluppo per tutta la filiera immobiliare, facilitando innovazione tecnologica e qualità dei servizi legati alla vita degli immobili. Il mutuo è prodotto finanziario che svolge un ruolo fondamentale di ascensore sociale in primis e volano di crescita economica, sviluppo occupazionale, in tutti i Paesi dell’Unione Europea. La nostra speranza è che, in un futuro molto prossimo, ogni cittadino europeo possa avere la possibilità di scegliere un prodotto finanziario, un mutuo, che possa facilitare un investimento energetico ed accompagnare non solo famiglie a reddito medio-alto, ma anche famiglie a basso reddito, attraverso la combinazione di vari incentivi e la cessione del credito fiscale a banche e intermediari finanziari, fornendo una soluzione concreta al problema della povertà energetica.
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Le risposte del dottor Bertalot forniscono molti spunti utili, per riflettere sull’attualità e in ottica prospettica.
Ecco le mie riflessioni:
- è interessante come il credito al cittadino si arricchisca di un nuovo strumento, soprattutto in una doppia ottica: l’efficienza energetica e, di conseguenza, la valorizzazione del patrimonio immobiliare;
- l’applicazione progettuale nel nostro Paese dovrà, a mio avviso, caratterizzarsi soprattutto per la penetrazione a livello locale, in modo da conquistare pienamente il mercato delle famiglie che desiderano valorizzare il proprio immobile, ma che, al momento, non ne hanno la possibilità;
- sempre in un’ottica di sviluppo locale, il tema della filiera corta evocato sopra potrebbe dare un respiro maggiore tanto ai cittadini/mutuatari che alle Pmi, anche in aree non ancora particolarmente sviluppate;
- confermo l’auspicio espresso dal dottor Bertalot sul tema della stabilità degli incentivi: credo che questo nuovo strumento creditizio possa costituire, nell’ambito della sua piena attuazione, un forte pungolo ai decisori politici, sia nazionali che locali, affinchè alle misure di sostegno all’efficienza energetica siano dati tempi lunghi. Allo stesso modo, auspicherei la possibilità di creare incentivi con aggiunte e/o diversificazioni, frutto di attenzione al tessuto locale, ad esempio a livello comunale o regionale;
- l’accesso al credito è uno strumento spesso decisivo per approdare all’acquisto immobiliare e/o alla valorizzazione di quanto già si possiede. Con i mutui verdi, c’è la possibilità di creare un valore aggiunto in un mercato che, come descrivo qui nel blog, vede da alcuni anni la crescita delle compravendite, ma non ancora la risalita dei prezzi.
Sarà mia cura monitorare l’andamento del progetto dei mutui verdi, in particolare per l’attuazione a livello nazionale e locale.
Se l’argomento ha suscitato il tuo interesse e vuoi fornire ulteriori spunti di riflessione e stimolo, puoi commentare nel box a seguire.
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