Ho intervistato il dottor Angelo Peppetti dell’ABI per farmi raccontare il ruolo del settore creditizio nella riqualificazione green immobiliare.
L’ultima settimana di settembre 2019 ha visto una notevole evoluzione, a livello italiano ed europeo, sul fronte della riqualificazione energetica degli immobili.
A fine settembre si sono concentrati tre eventi distinti, ma convergenti:
- la tappa veneziana del progetto dei mutui verdi europei;
- la creazione, da parte dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), del Tavolo tecnico per favorire la riqualificazione green degli immobili;
- l’annuncio del Governatore della Banca d’Italia riguardo alla svolta verde dell’Istituto di Via Nazionale.
Di tutto questo ne ho già parlato nel post dedicato.
Volendo approfondire il ruolo di ABI e del settore creditizio nella riqualificazione verde degli immobili, ho intervistato il dottor Angelo Peppetti dell’Ufficio Crediti dell’ABI, che ringrazio sentitamente per la disponibilità.
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Qual è l’obiettivo del Tavolo?
Il “Tavolo Tecnico per favorire la riqualificazione energetica degli edifici”, promosso da ABI, nasce come un tavolo multistakeholder per creare sinergie tra i vari partecipanti rappresentati dai principali soggetti istituzionali, pubblici e privati interessati a questa tematica: la Commissione europea, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri dell’Economia, dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, la Banca d’Italia, l’ANCE, Confedilizia, l’ENEA, l’ANIA, la Federazione ipotecaria europea, le Associazioni dei consumatori.
In realtà, non possiamo parlare di un unico obiettivo, ma di almeno due obiettivi principali: da una parte contrastare il fenomeno del cambiamento climatico attraverso un miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare e, al contempo, stimolare un aumento degli investimenti nella ristrutturazione degli immobili, al fine di incrementarne il valore di mercato e di favorire una ulteriore ripresa del mercato del real estate.
Il mercato immobiliare è un comparto molto importante della nostra economia, che ha registrato negli ultimi anni una vivace crescita in termini di transazioni immobiliari, non accompagnata però da un aumento del valore medio degli immobili, fenomeno tra l’altro in controtendenza con quanto si registra in Europa. Certamente, uno degli elementi da considerare è che il patrimonio immobiliare italiano presenta caratteristiche che richiedono significativi investimenti per favorirne l’efficientamento energetico: il 50-60% degli edifici residenziali ha più di 40 anni, precedente quindi alla prima legge sul risparmio energetico.
Ci sono quindi ampi spazi per interventi di riqualificazione energetica degli edifici, che possono determinare un aumento della qualità degli edifici concorrendo a contenere l’impatto del riscaldamento globale.
Tema, quest’ultimo, che vede una particolare attenzione a livello globale in considerazione anche delle conseguenze economiche che il cambiamento climatico può determinare. Basti pensare ad esempio ai danni economici derivanti dalle catastrofi legate alle condizioni meteorologiche che sempre più spesso e con più frequenza si abbattono sul nostro Pianeta.
Proprio in questi giorni, ad esempio, si sono verificate alluvioni in Liguria e Piemonte.
In Italia stiamo registrando, purtroppo, una frequenza sempre più sistematica negli ultimi anni di eventi calamitosi che determinano effetti sulla vulnerabilità economico/finanziaria delle imprese e delle famiglie. Per sostenere le popolazioni colpite da calamità naturali, come le alluvioni, le banche e ABI hanno promosso sul territorio diverse iniziative di sospensione dei finanziamenti e dei mutui, in sinergia con il Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Come sta operando il Tavolo? Su quali temi in particolare?
Con tutti gli attori del Tavolo Tecnico stiamo agendo su due fronti: lato offerta e lato domanda.
Con riferimento all’offerta stiamo lavorando per proporre strumenti, anche di natura pubblica, quindi non solo finanziari, che siano più idonei a favorire lo sviluppo del mercato dei crediti finalizzati alla riqualificazione energetica degli immobili.
Si può agire ad esempio su Fondi di Garanzia Pubblici che possono favorire, attraverso un abbattimento dei rischi, l’accesso ai finanziamenti per gli investimenti di riqualificazione energetica degli edifici non solo da parte delle singole unità abitative ma anche e soprattutto dei condomini proprio per favorire migliori risultati in termini di efficienza energetica.
Lato domanda sarà importante lavorare da un lato per aumentare la consapevolezza da parte dei cittadini dei benefici derivanti da un alto livello di efficienza energetica delle proprie proprietà e dall’altro per dare più ampia informazione sui diversi strumenti agevolativi già esistenti per coloro che vogliono avviare una opera di riqualificazione. Si fa qui riferimento, ad esempio, al “sisma bonus” e all’“ecobonus” rispetto ai quali sarebbe utile una semplificazione e una standardizzazione degli adempimenti amministrativi necessari per il loro ottenimento.
E poi questi bonus non sono stati ancora stabilizzati.
Anche questo è un tema importante per favorire lo sviluppo della domanda.
Una stabilizzazione delle agevolazioni fiscali stimola la propensione ad investire favorendo inoltre maggiore certezza nella possibilità di portare a termine il progetto pianificato.
E’ la prima volta che banche diverse partecipano ad un grande progetto comune? Ci sono altre esperienze simili?
No, non è il primo progetto che vede coinvolte banche insieme a diversi stakeholders.
Mi riferisco alla costituzione, nel 2010, del “Tavolo Tecnico sulla valutazione immobiliare” a cui partecipano, oltre ad ABI, i vari soggetti competenti sul tema, quali, l’Associazione Società di Valutazioni Immobiliari, vari Ordini professionali (ad es. Periti, Architetti, Geometri), Tecnoborsa, i Rappresentanti degli agenti immobiliari.
Il lavoro del Tavolo ha portato alla elaborazione delle “Linee guida per la valutazione degli immobili a garanzia delle esposizioni creditizie”, arrivate a novembre 2018 alla loro terza edizione. L’obiettivo che questo tavolo si era posto sin dall’inizio era quello di offrire, agli operatori del mercato delle valutazioni, uno strumento sempre aggiornato e compliant alle disposizioni normative (vigenti e in fase di recepimento), anche nell’ottica di rendere il nostro mercato ancor più trasparente ed integrato a livello europeo. Obiettivo ampiamente perseguito nel corso di questi anni.
L’attività svolta dai rappresentanti degli Ordini professionali e di tutti gli altri partecipanti al Tavolo tecnico è stata indispensabile per tener conto delle diverse esigenze che i periti manifestano quotidianamente nell’effettuare una corretta stima degli immobili a garanzia delle esposizioni creditizie. Quello che ha fatto la differenza è stato lo spirito di collaborazione che ha contraddistinto le attività del tavolo e che ha consentito di mettere a fattor comune esigenze ed esperienze, sviluppare sinergie in un confronto intenso tra le principali realtà del mercato. È quindi un esempio di buone pratiche di lavoro e collaborazione sinergica che pensiamo possa ripetersi anche in questo neonato Tavolo Tecnico sulla riqualificazione energetica degli edifici grazie all’elevato profilo istituzionale e professionale dei suoi componenti.
Parlando di condomini, il patrimonio immobiliare italiano è mediamente “vecchio”: a volte vanno valutati i costi alti di riqualificazione, oltre che la fattibilità.
Come dicevo prima, con riferimento al miglioramento di prestazioni energetiche di un edificio, la realizzazione di “cappotti termici” per i condomini può determina risultati importanti in termini di energy efficiency.
Qual è l’aspettativa delle banche rispetto ai mutui verdi, in termini di interesse e risposte da parte dei cittadini?
Lo sviluppo della domanda è fondamentale per creare una offerta adeguata che risponda alle esigenze del cliente. L’offerta adeguata a sua volta crea una nuova domanda. È un circolo virtuoso che può supportare la crescita economica e sociale del Paese creando benefici per tutte la parti. La sensibilizzazione e la maggiore informazione, un processo certamente di lungo termine, sono quindi importanti, come ho già accennato. La presenza delle Associazioni dei Consumatori sarà in questo senso di grande aiuto.
A proposito di informazione, con il Decreto Crescita è nata l’opportunità di ottenere uno sconto sul corrispettivo dovuto per gli interventi di ecobonus. Ma non tutte le imprese fornitrici sono in grado di garantire lo sconto a monte, soprattutto le piccole.
Le problematiche per i fornitori, soprattutto i più piccoli, possono essere i costi e i rischi derivanti, ad esempio, dalla necessità di anticipare la somma scontata, che verrà da loro recuperata in 5 anni, e dal connesso eventuale finanziamento a copertura di questa liquidità anticipata. In questo senso, per agevolare le piccole imprese, soluzioni che possono essere attuate e su cui il Tavolo Tecnico sta ragionando, possono essere quelle di intervenire con alcune modifiche sull’attuale meccanismo previsto dal Decreto Legislativo 34 del 30 aprile 2019, nonché sulla possibilità di ampliare la platea di soggetti cessionari del credito di imposta. L’idea è anche quella, quindi, di agire sugli strumenti esistenti, considerando anche le contenute risorse pubbliche disponibili.
Ci vorrebbe quindi una volontà politica che sancisca questo, in modo anche da aiutare le piccole imprese.
Certamente in questo modo si riuscirebbe a favorire anche la concorrenza delle piccole imprese nell’offerta di interventi di efficienza energetica.
A fine settembre il Governatore Visco ha annunciato le “azioni verdi” per Banca d’Italia. Concretamente cosa vorrà dire?
La Banca d’Italia da diverso tempo è attenta ai temi relativi allo sviluppo economico sostenibile.
L’Autorità di Vigilanza italiana ha dichiarato che un eventuale trattamento prudenziale di favore non potrà che basarsi su evidenze robuste che dimostrino il minore rischio delle attività verso settori “green”. Un importante ruolo è attribuito anche alle Autorità di Vigilanza Europee, in particolare all’Autorità Bancaria Europea (EBA). In questo senso è quindi importante continuare a portare avanti progetti come quello all’Energy Efficient Mortgages Initiative, promosso dalla Federazione Ipotecaria Europea (EMF-ECBC), supportata da ABI, volto proprio a lavorare sulla raccolta di dati.
I tassi medi sui nuovi mutui sono arrivati al nuovo minimo storico, come ho scritto pochi giorni fa citando i dati Abi. Ma ci sono giovani e giovani adulti che comunque non riescono ad accedere al mutuo per acquistare casa. Le chiedo una riflessione sul piano economico e sociale.
La riflessione economica attiene al mercato immobiliare che, come già detto, sta avendo una ripresa. I mutui stanno crescendo, anche se i dati del “Barometro CRIF”, evidenziano che, nel 2019, rispetto al 2018, la crescita della domanda sta rallentando. Questo è dovuto soprattutto alla situazione congiunturale che stiamo vivendo, che porta il consumatore ad essere cauto negli investimenti.
Per quanto riguarda invece considerazioni connesse all’accesso al credito, dobbiamo considerare il tema della tutela del consumatore. La banca ha il dovere – imposto dalla disciplina europea e nazionale – di valutare il merito di credito di ogni soggetto che richiede il credito per evitare situazioni di sovraindebitamento.
Per favorire l’accesso al credito da parte di famiglie e di giovani, è quindi importante anche in questo caso, combinare diversi strumenti, pubblici e privati. Un esempio di successo derivante dalla collaborazione tra banche e istituzioni, è il Fondo di Garanzia per la Prima casa che rilascia una garanzia a prima richiesta, pari al 50% dell’importo di mutui ipotecari, erogati alle persone fisiche per un ammontare inferiore a 250.000 euro, destinati all’acquisto o all’acquisto e a interventi di ristrutturazione e accrescimento di efficienza energetica di immobili adibiti ad abitazione principale.
Dall’avvio della sua operatività nel 2015, a settembre 2019, il Fondo ha consentito di erogare quasi 150.000 mutui per un controvalore di circa 16,5 miliardi di euro. Quello che ci fa piacere sottolineare è che il 56% delle operazioni di finanziamento riguarda giovani di età inferiore ai 35 anni.
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La conversazione con il dottor Peppetti ha offerto diversi spunti di interesse.
Sui mutui (tra cui, quelli “verdi”), sulle misure di incentivazione statale e su altri aspetti della riqualificazione energetica immobiliare ho già scritto molto, qui sul mio blog, e senz’altro continuerò a farlo.
Per ora, prendo come spunto principale di questa intervista la questione del Tavolo tecnico creato da ABI, per offrirti una riflessione a riguardo.
A mio avviso, la creazione di questo Tavolo tecnico è molto interessante e potenzialmente foriera di sviluppi positivi, soprattutto per due ordini di motivi:
- il tema oggetto del Tavolo sa di futuro, da molteplici punti di vista: economico, sociale, finanziario, ambientale, culturale. Riguarda, inoltre, trasversalmente, tutti i cittadini che – in qualità di proprietari, conduttori, condòmini – possono avvalersi di strumenti finanziari concreti per riqualificare le loro abitazioni;
- la quantità e qualità dei partecipanti al Tavolo unisce vari aspetti importanti. C’è il pubblico ed il privato, ci sono i rappresentanti dei consumatori/cittadini e ci sono le imprese, ci sono Istituzioni sia nazionali che europee, c’è il mondo creditizio e finanziario e quello edile ed immobiliare. Il mio auspicio è che questa ricchezza ed eterogeneità di partecipanti costituisca l’occasione per stimolare e produrre risultati dentro e, magari, anche fuori il Tavolo stesso, fornendo alla politica, alla società, alle imprese e ai lavoratori soluzioni e buone prassi per avviare nuovi dialoghi e nuovi tavoli per la crescita ulteriore di questo e di altri ambiti produttivi.
La spinta green alla riqualificazione immobiliare può diventare un volàno economico importantissimo non solo per ridare un po’ di ossigeno al settore, ma proprio per garantire una nuova strada di sicuro successo per l’abitare in Italia, cosa di cui si sente la mancanza ormai da troppi anni.
Anche e soprattutto per questo, come sempre, avrò cura di continuare a seguire e raccontare l’evoluzione della riqualificazione energetica immobiliare in Italia.
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