Sono 571 gli immobili che il Comune di Roma vuole vendere, con procedura d’asta ad evidenza pubblica.
Sono diversi gli obiettivi dell’Amministrazione Capitolina:
- eliminare gli sprechi e i privilegi;
- tutelare le fasce deboli;
- valorizzare il patrimonio immobiliare comunale;
- riattivare gli investimenti in opere pubbliche.
Il Comune vuole porre fine, tra l’altro, a quei privilegi che, finora, hanno comportato l’incasso di canoni irrisori per immobili in zone centralissime. Ecco alcuni esempi:
- 90 mq. a Via dei Coronari: € 1.098 l’anno;
- 50 mq. a Piazza Trilussa: € 946 l’anno;
- 40 mq. a Largo Corrado Ricci: € 516 l’anno.
Questa importante operazione di alienazione di immobili comunali – presentata il 7 febbraio scorso dal Sindaco Ignazio Marino, dall’Assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi e dal Presidente della Commissione Patrimonio Pierpaolo Pedetti – dovrebbe fruttare più di 308 milioni di Euro. A breve sarà messa al vaglio dell’Assemblea Capitolina.
Gli immobili da alienare sono appartamenti, interi condomìni, locali commerciali, magazzini e cantine:
- 294 residenziali;
- 164 non residenziali;
- 113 misti.
Sono collocati in tutti i Municipi, ma in netta prevalenza nelle zone centrali. Nel Municipio X, ad esempio, la percentuale di immobili da vendere, rispetto al totale comunale, è del 2%, sia per i residenziali che per i non residenziali. Alcuni immobili, tra l’altro, sono al di fuori del territorio comunale (a Guidonia, Ciampino, Narni, Terminillo e Castelnuovo di Porto).
Le vendite si faranno con procedura d’asta ad evidenza pubblica.
I prezzi saranno basati sui valori di mercato indicati dall’Agenzia del Territorio, con base d’asta abbattuta del 10-15%, in proporzione alla durata residua dei contratti di locazione in corso.
Per gli immobili residenziali, chi vi abita da almeno cinque anni avrà il diritto di opzione per l’acquisto e pagherà il 30% in meno rispetto al valore di mercato; agevolazione, quest’ultima, da cui saranno esclusi – per legge – gli immobili di pregio.
Quanto ai 277 locali non residenziali o ad uso misto, chi li detiene per lo svolgimento della propria attività avrà diritto di prelazione per l’acquisto, ma dovrà comunque pagare il prezzo di aggiudicazione determinato dall’asta pubblica. Non saranno messe in vendita, invece, le botteghe storiche.
Una regola anti speculazione che varrà per tutti gli acquirenti: divieto di rivendita per 5 anni.
Queste sono le forme di garanzia che saranno applicate alle fasce sociali più deboli:
- le famiglie con reddito fino a 28mila Euro che non intendono acquistare potranno rimanere a canone concordato nell’appartamento, che non verrà messo in vendita;
- le famiglie con reddito fino a 42mila Euro che non intendono acquistare avranno garantito il rinnovo del contratto per i successivi 5 anni;
- gli anziani con più di 75 anni potranno acquisire l’usufrutto dell’immobile, di cui sarà messa in vendita solo la nuda proprietà.
Il ricavato di questa alienazione immobiliare sarà utilizzato dal Comune di Roma per interventi di manutenzione di infrastrutture urbane ed interventi di rigenerazione per l’avvio di progetti fermi per l’assenza di fondi (ad esempio l’area ex Miralanza ed il Viadotto dei Presidenti).
Altri risparmi di spesa deriveranno da una iniziativa di cambiamento e razionalizzazione di spazi e uffici dei Gruppi consiliari, delle Commissioni, del Segretariato e della Direzione generale di Roma Capitale.
Aggiornamento del 1° marzo 2015:
L’Assemblea Capitolina, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio scorso, ha approvato la Delibera n. 88 relativa all’alienazione del patrimonio immobiliare. Rispetto a quanto descritto sopra, ci sono alcune novità:
- i morosi avranno 60 giorni di tempo per mettersi in regola, pena l’impossibilità di partecipare alla vendita;
- non potranno partecipare all’asta gli occupanti abusivi.
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