Il 9 agosto scorso l’Assemblea capitolina ha approvato la delibera per la riqualificazione dell’area della ex Fiera di Roma.
Il provvedimento, promosso dall’Assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, costituisce un nuovo tassello alla travagliata vicenda della Fiera di Roma, e l’approvazione avvenuta in Aula Giulio Cesare non ha mancato di suscitare nuove critiche e polemiche.
L’area della ex Fiera di Roma costituisce la garanzia finanziaria per estinguere il debito (che ammonterebbe a 180 milioni di euro) di Investimenti spa per la realizzazione del nuovo polo sulla Portuense. Tanto è che il TAR, in assenza di un pronunciamento da parte del Commissario capitolino Tronca, pochi giorni fa aveva provveduto a commissariare lo stesso Comune, nominando il prefetto Paola Basilone affinchè procedesse alla vendita della struttura sulla Colombo.
Roma Capitale ha quindi emanato, il 9/8/2016, la delibera sulla riqualificazione, colmando la lacuna lasciata da Tronca, il quale aveva ritenuto di non procedere in quanto, a suo avviso, sarebbe servito un atto politico e non un provvedimento amministrativo. L’Assessore Berdini ha quindi portato all’Assemblea Capitolina la delibera che, in particolare, prevede una riduzione dell’intervento urbanistico. Si passa infatti da 67.500 (come previsto a suo tempo dalla giunta Marino, su cui puoi leggere il mio post dedicato) a 44.360 metri quadrati, anche per l’accoglimento di alcune osservazioni dei comitati di quartiere.
Tale ridimensionamento, secondo Berdini, non provocherà né danno erariale, né il fallimento di Investimenti spa, ed ha anche affermato che la nuova Fiera di Roma deve le sue difficoltà alla scelta “scellerata”, compiuta nel decennio precedente, di collocarla nel “deserto”. L’Assessore ha inoltre rivendicato di aver deliberato, a solo un mese dal suo insediamento, su una materia bloccata per nove anni.
La delibera approvata dovrà ora essere esaminata dalla Regione Lazio, che fa parte della compagine societaria di Investimenti spa quasi al 10%, mentre Roma Capitale detiene quasi il 22%. La Camera di Commercio di Roma, socio principale con quasi il 59%, a sua volta ha fortemente criticato la delibera capitolina, affermando che tale provvedimento, con la riduzione delle cubature, mette a rischio la Fiera, “con conseguenze gravi, in primis, per i lavoratori e i fornitori”. Inoltre, la CCIAA romana sottolinea la mancata volontà concertativa manifestata dal Comune, non coinvolgendo essa stessa e la Regione Lazio, e quindi, a settembre, valuterà l’eventuale uscita dalle partecipate e dalle iniziative in cui è coinvolta con Roma Capitale, a partire proprio da Investimenti spa.
Il capitolo della Fiera di Roma (vecchia e nuova) pare quindi destinato ad ampliarsi ulteriormente. Il mio auspicio è che si trovino soluzioni tali da conciliare lo sviluppo fieristico della città con quello urbanistico nella zona della ex Fiera. Non è semplice, non lo è mai quando sono in atto grandi trasformazioni, ma spero che le parti in causa guardino (insieme) al bene della città da tutti i punti di vista e ne traggano soluzioni efficaci, magari riguadagnando almeno in parte il tempo finora perduto.
Come sempre, sarà mia cura seguire l’evoluzione di questa vicenda, pubblicando i relativi aggiornamenti qui sul mio blog.
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