Nel Decreto Crescita è stata inserita l’agevolazione fiscale riguardante la sostituzione edilizia, per favorire la rigenerazione del territorio.
Con l’agevolazione fiscale per la sostituzione edilizia, il Governo vuole rendere economicamente sostenibili le operazioni di scambio da vecchi a nuovi fabbricati.
La norma
Il Decreto Crescita – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 100 del 30/4/2019 – contiene misure urgenti per la crescita economica.
Tra queste, ve ne sono diverse in ambito fiscale, e, all’articolo 7, c’è l’agevolazione in favore delle imprese che attuano operazioni di sostituzione edilizia.
A chi è rivolta
La norma è rivolta alle imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare.
Qual è l’agevolazione
Le imprese che acquistano e poi demoliscono, ricostruiscono e rivendono interi fabbricati avranno diritto all’agevolazione per cui, all’acquisto, l’imposta di registro e l’imposta ipotecaria e catastale ammonteranno in misura fissa a € 200, per un totale quindi di 600 euro.
Finora, il regime fiscale prevedeva un’imposta di registro pari al 9% del valore catastale dell’immobile e 100 euro per le altre imposte. Viene perciò eliminata la tassazione proporzionale, sostituita dai 600 euro totali.
Le condizioni
Le imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare possono avvalersi di questo regime fiscale più favorevole rispettando le seguenti condizioni:
- si può usufruire dell’agevolazione fino al 31 dicembre 2021;
- le imprese hanno dieci anni di tempo per demolire, ricostruire e rivendere i fabbricati acquistati;
- la ricostruzione deve avvenire in base alla normativa antisismica e conseguendo la classe energetica A o B.
Inoltre, può esserci variazione volumetrica, ove consentita dalle vigenti norme urbanistiche.
Le sanzioni
Se non venissero rispettate le condizioni sopra descritte, le imposte andrebbero pagate in forma ordinaria, oltre ad una sanzione pari al 30% delle stesse. A partire dall’acquisto effettuato in origine, andrebbero calcolati anche gli interessi di mora.
Le prospettive
L’intento governativo di attuare processi di rigenerazione urbana tramite questa agevolazione fiscale sarà verificato nel tempo, considerando il limite per usufruirne, che è quello di fine 2021.
Non so se due anni e mezzo siano un tempo sufficiente per monitorare l’efficacia della misura, dato che le imprese hanno, giustamente, dieci anni di tempo per svolgere l’intero processo, dall’acquisto alla rivendita dei fabbricati riqualificati.
L’alleggerimento fiscale per rendere maggiormente sostenibile un’operazione di sostituzione edilizia è comunque un segnale positivo, considerando il patrimonio immobiliare italiano nel suo complesso, che è in gran parte datato e/o da riqualificare.
Sarà mia cura osservare l’andamento di questa misura, raccontando gli sviluppi qui sul mio blog.
A proposito di Decreto Crescita, tra le altre misure approvate c’è il rifinanziamento del Fondo di garanzia per i mutui prima casa, su cui ti invito a leggere il mio post dedicato.
Aggiornamento del 1° luglio 2019
Con l’approvazione definitiva del Decreto Crescita, sono state ampliate le condizioni per accedere alla misura.
Oltre a demolizione e ricostruzione, tra gli interventi agevolabili sono stati compresi quelli di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia. Per la classe energetica, è stata aggiunta la NZEB tra quelle agevolabili, vale a dire quella che contraddistingue gli edifici a consumo di energia pari quasi a zero.
E’ stata aggiunta anche la possibilità di accesso a questa agevolazione nel caso di fabbricato suddiviso in più unità immobiliari, per il quale la vendita abbia raggiunto almeno il 75% del volume.
Inoltre, l’agevolazione sarà consentita anche nelle cessioni esenti da IVA.
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