In una compravendita o in una locazione, il percorso per dare e ricevere fiducia, a se stessi e agli altri, è complesso, non aggirabile e utilissimo.
Il tema della fiducia è scottante, ma è anche affascinante, considerando che si pone alla base dei rapporti e delle relazioni umane, in qualsiasi ambito.
Nell’immobiliare, a conferma di quanto detto prima, la fiducia accompagna l’intero percorso di una compravendita o di una locazione e coinvolge pienamente tutte le persone interessate.
Come spiegato in altri post del mio blog – ad esempio in quello in cui i clienti li considero anzitutto persone – io ritengo che ogni scambio in ambito immobiliare è delicato, dato che coinvolge aspetti importanti, se non fondamentali, della vita delle persone.
Nella transazione immobiliare è evidente, apparente, lo scambio di denaro e immobili. E’ meno evidente, ma più profonda, l’implicazione che le persone attribuiscono a questo scambio.
In tutto questo, la fiducia è elemento costitutivo, dato che nei rapporti tra persone serve un legame che consenta di tenerli in vita, almeno fino al raggiungimento dell’obiettivo.
A scanso di equivoci, ti dico subito che per me la fiducia ha bisogno di essere alimentata, innaffiata, verificata, corretta, se necessario. In altre parole, va considerata essenziale e, come tutte le cose essenziali, ha bisogno di una cura quotidiana, incessante.
Bene, se la fiducia procede senza bisogno di aggiustamenti. Nulla di male se nell’ambito di un rapporto tra persone, c’è bisogno di una ricalibrazione, a seguito di verifica.
Bene, anche, se, nel dare fiducia, scopriamo nuove componenti di noi stessi e di chi abbiamo davanti e quindi, pur se tra qualche difficoltà di comprensione, il rapporto si dipana e si arricchisce.
Quel che è certo è che la fiducia ha bisogno di uno spazio ignoto in cui sperimentarsi, in cui lasciar andare per un tempo X, ma ciò non toglie che si possano e debbano compiere osservazioni e verifiche, trovando quindi nuove vie e soluzioni.
A seguire, traccio il percorso a mio avviso idoneo per dare e ricevere fiducia nella compravendita e nella locazione.
Dare fiducia a se stessi
Le persone coinvolte nella compravendita e nella locazione – venditori, acquirenti, locatori e locatari – hanno l’opportunità di dare fiducia a se stessi per raggiungere pienamente l’obiettivo desiderato.
Chi vuole vendere o locare casa può darsi fiducia soprattutto in questi aspetti:
- credere nelle potenzialità insite nel desiderio di dare una svolta alla propria vita, tramite la vendita o la locazione del proprio immobile. Non si dà fiducia all’immobile in sé, ma alla propria capacità di cambiamento, tramite la messa a reddito di quanto si possiede, al fine di acquistarne un altro, migliorando le proprie condizioni di vita, professionali, familiari e sociali;
- avere la consapevolezza di avviare un percorso complesso, per cui, in base a quanto detto al punto precedente, l’incontro con un potenziale acquirente o locatario costituisce una tappa verso la propria emancipazione. Le altre parti, acquirente o locatario, sono persone con cui si condividono obiettivi specifici diversi, ma facenti parte di un percorso simile, in cui il dare fiducia a se stesso porta a scoprire nuove soluzioni e una nuova vita da vivere;
- nel vendere o locare casa ci si mette a confronto con le proprie capacità di tolleranza delle frustrazioni, di gestione del tempo (fattore fondamentale, da me descritto in questo post), di capacità di mettere in gioco le proprie emozioni (anche di questo ne parlo qui nel mio blog). Sono competenze trasversali, ma senz’altro fondamentali per la buona riuscita dell’affare, in quanto permettono alla persona di affrontare le questioni più tecniche con la necessaria lucidità;
- nel caso in cui venditore o locatore decidono di affidarsi ad un agente immobiliare, credo che il dare fiducia, come spiegato all’inizio del post, non debba essere scevro dall’applicazione di osservazione e verifica. In questo senso, se mi viene affidata la gestione di una vendita o locazione di un immobile, il terreno su cui mi muovo è quello della trasparenza, come puoi leggere nel post dedicato.
Con qualche differenza, ma in sostanziale simmetria, l’acquirente e il locatario possono dare fiducia a se stessi considerando i seguenti punti:
- il denaro che un acquirente o un locatario mettono in gioco è uno strumento e l’obiettivo, anche per loro, è quello di modificare in meglio la propria esistenza. Il denaro utilizzato per acquistare o prendere in locazione un immobile è già frutto della fiducia data a se stessi, in quanto derivante dal proprio lavoro, dalla propria capacità di risparmiare e investire per il domani. Allo stesso modo, la ricerca di un immobile in cui andare ad abitare o sul quale investire implica una rinnovata fiducia verso la propria capacità di gestire al meglio il proprio denaro;
- come venditori e locatori, anche gli acquirenti e i locatari devono mettere in campo le proprie capacità di mettersi in gioco rispetto alle frustrazioni, le emozioni, il tempo e qualsiasi altra evenienza da affrontare nel percorso. La ricerca di un immobile che risponda alle proprie esigenze esige inoltre fiducia nella capacità di proiettarsi nel futuro. Come detto anche sopra, sono ammissibili errori, ripensamenti e aggiustamenti, ma è bene che la fiducia in se stessi significhi anche apertura ai desideri, ai cambiamenti che stanno avvenendo e avverranno, considerando se stessi persone che oggi hanno determinati bisogni, ma domani potrebbero averne di nuovi;
- anche per acquirenti e locatari vale, a mio avviso, la necessità, nel dare fiducia all’agente immobiliare che li accompagnerà nell’acquisto o nella locazione, di sottoporre ogni aspetto del percorso a puntuali verifiche. Torna quindi quanto ho detto sopra sulla trasparenza che applico nel mio lavoro.
Dare fiducia agli altri
Come visto sin qui, già il dare fiducia a se stessi non è un’operazione sempre facile, o, perlomeno, non è mai scontata, in quanto implica il coinvolgersi pienamente nelle dinamiche da vivere nella compravendita e nella locazione.
Salvo rare eccezioni, le parti coinvolte, i venditori, gli acquirenti, i locatori e i locatari, non si conoscono da prima, pertanto c’è da costruire ed alimentare un rapporto, se non altro finalizzato all’intesa tra le parti. E comunque sia, la mole e l’importanza dei beni in gioco (immobili e denaro) richiedono un approccio equilibrato sul tema della fiducia.
Senza di essa, non si potrebbe concludere nessun tipo di transazione e, nell’ambito dello stesso percorso, è quantomeno opportuno attuare ogni strategia possibile perché ogni verifica sia compiuta.
Ecco perché serve equilibrio: per vendere o locare un immobile, bisogna metterlo sul mercato, quindi esporlo alle osservazioni, ai commenti, positivi o negativi. Idem succede per chi entra nel mercato con una dotazione di denaro per acquistare o diventare locatari.
La stima dei beni, il condurre una trattativa, il compiere le verifiche del caso, il dare il giusto valore alle proposte e alle offerte sono componenti importantissime e delicate del processo di compravendita o locazione.
Le parole devono essere adeguatamente supportate da fatti concreti, la fiducia nei propri mezzi (immobiliari o monetari) deve essere messa in discussione, laddove per discussione io non intendo l’approccio negativo alla questione, ma semplicemente l’avvio di una eventuale trattativa, in cui si mettono sul tavolo potenziali opportunità e si va poi a decidere se coglierle o meno o se proseguire la ricerca.
Difatti, un immobile in vendita non piacerà a tutti quelli che lo visiteranno, così come una proposta di acquisto non sarà valida per qualsiasi immobile. E’ un cammino di graduale avvicinamento all’incontro su un terreno comune (vedi il mio post sul tema). E per questo, serve dare fiducia a chi si affaccia sul mercato, verificando man mano la congruità di offerte e proposte.
Dare fiducia agli altri, oltre che a se stessi, implica un’esposizione della propria persona, oltreché dei propri beni. Per questo, nell’immobiliare, non è semplice dare fiducia.
La grandezza degli obiettivi che ci si pone quando si vende, si loca o si acquista casa è notevole e, di conseguenza, lo è il coinvolgimento personale.
Dare e ricevere fiducia, un percorso di scoperta
Ecco che allora il dare e ricevere fiducia sono elementi che si nutrono a vicenda. Il porsi con un atteggiamento di scoperta favorisce l’incontro con altri che, pur avendo obiettivi diversi, sono candidabili alla condivisione di un percorso che porti alle rispettive soddisfazioni.
Sperimentare la fiducia verso se stessi inevitabilmente incoraggia gli altri a fare altrettanto. Non di meno, il non essere ciechi o fideistici crea le condizioni perché il sistema di verifica sia attuato senza particolari tensioni.
Non a caso, parlo di verifica e non di controllo. Possono essere considerati sinonimi, per certi versi, ma hanno intonazioni diverse. Se si vuole vendere, comprare o locare casa, l’atteggiamento base deve essere di ricerca e di scoperta, più che di controllo. Un comportamento eccessivamente controllato, una fiducia attribuita troppo tiepidamente a se stessi o agli altri non favorisce la riuscita dell’affare.
Le verifiche aiutano a conoscere nel dettaglio le rispettive intenzioni, ma la ricerca del cliente, dell’investitore, del venditore o dell’acquirente hanno bisogno di propositività, di apertura.
Il mercato immobiliare non va guardato dal buco della serratura, dato che i problemi verrebbero amplificati e le opportunità non sarebbero colte, proprio perché mancherebbe la visione completa di esso.
La fiducia serve a creare un terreno sul quale, con le giuste osservazioni e verifiche, si possono convertire i problemi in opportunità.
L’espressione “Mi fido”, pronunciata con occhi aperti e con equilibrio, può garantire l’avvio di un percorso evolutivo, nel quale si incontreranno persone pronte a condividerlo.
Non meno importante, inoltre, è l’aspetto della fiducia che si riceve cammin facendo, a conferma dei propri comportamenti, laddove ci si dimostra concretamente pronti alla trasparenza e a correggere eventuali imperfezioni.
Questo succede quando ci si è messi in gioco, come persona, ancor prima che come proprietario di un immobile o del denaro per acquistarlo. Ed è questa la vera scoperta: tramite l’avvenuta transazione, si da corpo ad un desiderio fondamentale per la propria vita, con ricadute positive per sé e per la sfera familiare, professionale e sociale.
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