Il 10 marzo 2016 Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea, ha annunciato le nuove misure per rilanciare l’economia.
Il Consiglio Direttivo della BCE ha adottato le seguenti decisioni di politica monetaria:
- il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema è ridotto di 5 punti base, allo 0,00% (questo è il tasso applicato al maggior numero di operazioni tramite le quali la BCE dà liquidità al mercato);
- il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale (prestiti straordinari a brevissimo termine) è ridotto di 5 punti base, allo 0,25%;
- il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale è ridotto di 10 punti base, al -0,40% (è il tasso con cui le banche pagano il parcheggio di liquidità presso la BCE);
- gli acquisti mensili nel quadro del programma di acquisto di attività (il Quantitative Easing – QE) sono ampliati a 80 miliardi di euro (dai 60 attuali), a partire da aprile;
- tra le attività ammissibili per gli acquisti regolari sono incluse obbligazioni investment grade denominate in euro, emesse da aziende (non finanziarie) con rating elevati, situate nell’area dell’euro. In questo modo viene ampliato lo spazio di manovra del QE, che non sarà più rivolto solo a titoli di Stato o ad entità istituzionali;
- a partire da giugno 2016 ci sarà una nuova serie di quattro operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT II). Il tasso di interesse applicato a queste operazioni potrà essere ridotto fino al raggiungimento di un livello pari al tasso sui depositi presso la stessa Banca Centrale. Si tratta di aste in cui le banche, a condizioni molto favorevoli, potranno prendere denaro in prestito, purché sia reimpiegato a sostegno del credito e non per altre operazioni, come l’acquisto di titoli di Stato.
Le prime tre misure avranno effetto a partire dal 16 marzo prossimo.
Le motivazioni che hanno spinto la BCE a deliberare questo nuovo forte (e in parte inatteso) pacchetto di misure sono di preoccupazione verso le stime macroeconomiche, che non sono incoraggianti in materia di PIL e inflazione. In altre parole, la BCE vuole dare maggior impulso ad un economia incerta a livello globale, e questa incertezza desidera rimuoverla con ulteriori iniezioni di denaro nel sistema. E’ intenzione della BCE favorire l’accesso al credito per famiglie e imprese (v. in particolare le misure 3 e 6), cercando di incoraggiare la mobilità del denaro da parte delle banche verso l’economia reale e non verso investimenti di altro tipo. C’è l’auspicio che la ricaduta di queste decisioni di politica monetaria continui a coinvolgere il settore dei mutui e dei finanziamenti ai privati per l’acquisto di immobili. L’effetto sui tassi dei mutui si è già cominciato a sentire negli ultimi tempi grazie alle prime iniziative della BCE, ora queste nuove misure spingono per un accesso al credito ancora più facilitato.
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