Il Mibact ha messo sotto tutela l’area romana con numerosi villini, che ha come direttrice Corso Trieste, nel II Municipio.
Il Decreto del Mibact
Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha decretato il notevole interesse pubblico per un’ampia area del II Municipio di Roma Capitale, che rappresenta l’idea di città giardino, lungo la direttrice di impianto di Corso Trieste.
Il provvedimento – firmato dal Direttore generale Archeologia, belle arti e paesaggio, arch. Federica Galloni – contiene le indicazioni derivanti dal lavoro svolto dal Mibact e dalla Soprintendenza Speciale di Roma, in collaborazione con il Comune di Roma e la Regione Lazio.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 22 del 28/1/2020, il Decreto del Mibact descrive la presa in esame dell’area considerata, valutandone la vulnerabilità in relazione alle trasformazioni in atto o a quelle potenziali e considerando il livello attuale di tutela.
La città giardino del II Municipio
Il complesso urbano avente come direttrice Corso Trieste comprende ben sette “unità di paesaggio”, da Piazza Mincio (Quartiere Coppedè) a Via Gradisca, passando per Piazza Caprera o Piazza Trasimeno e per numerosissime altre piazze e vie.
L’intento di Mibact e Soprintendenza è stato di vincolare il complesso urbano al fine di impedirne lo snaturamento, pur senza frenare le dinamiche verso una trasformazione sostenibile e di qualità.
Tra le condizioni che hanno motivato il provvedimento a tutela dei numerosi immobili, tra cui diversi villini in stile liberty, afferenti al complesso urbano considerato, c’è quella della “presenza di valori culturali irrinunciabili in termini di integrità, rilevanza e rarità di caratteri identitari altrove alterati se non addirittura scomparsi”.
Un’altra preoccupazione di Mibact e Soprintendenza è stata quella di individuare una soluzione giuridica che permettesse di preservare non solo gli edifici in sé, ma anche le relazioni intercorrenti tra essi e con lo spazio urbano.
Il Decreto descrive quindi il valore e allo stesso tempo la vulnerabilità della città giardino del II Municipio, avvertendo sulle possibili conseguenze di “trasformazioni incongrue”, tra cui demolizioni e ricostruzioni formalmente e stilisticamente incoerenti, sopraelevazioni, ampliamenti, alterazioni di spazi pertinenziali e quant’altro.
Tra l’altro, la relazione del Dicastero dei Beni culturali elenca gli immobili già a suo tempo sottoposti a vincoli (monumentali o paesaggistici) nella stessa area, ad accrescerne ulteriormente il valore.
Vincoli e prescrizioni
Per tutelare il complesso urbano della città giardino del II Municipio il Mibact e la Soprintendenza Speciale hanno individuato, come norma di riferimento, il comma 1, lettera c) dell’art. 136 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che, come oggetto del notevole interesse pubblico definisce “i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici”.
Inoltre, nel provvedimento vengono esplicitate le prescrizioni d’uso che dovranno essere rispettate dagli interventi infrastrutturali e urbanistico-edilizi nell’area, in base alle vie, alle piazze, agli edifici, agli spazi pubblici e pertinenziali.
Nel Decreto è anche specificato – in base a quanto stabilito dall’art. 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio – che i proprietari, possessori o detentori di immobili nell’area devono presentare richiesta di autorizzazione all’amministrazione competente per qualsiasi intervento di modifica dello stato dei luoghi.
In prospettiva
L’area che Mibact e Soprintendenza Speciale hanno posto a tutela, con la dichiarazione di notevole interesse pubblico, è molto vasta e credo che sia uno dei primi casi, se non il primo, forse anche in Italia, in termini di ampiezza, in una grande città.
Sarà interessante osservare cosa succederà in questa area, da vari punti di vista: il rispetto della tutela, le prescrizioni previste per eventuali interventi su infrastrutture o sugli immobili, la valorizzazione dell’area e degli immobili da oggi in poi.
Il provvedimento del Mibact, ad esempio, nel chiedere il rispetto delle caratteristiche delle unità di paesaggio eventualmente da sottoporre a trasformazioni, non esclude l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili: questo aspetto depone per un’attenzione alla sostenibilità.
Bisognerà comunque capire, in generale, come si potranno conciliare le varie istanze, tra conservazione, trasformazione, tutela, sostenibilità e sviluppo. Sarà importante trovare chiavi di lettura e di operatività affinchè passato e futuro siano resi compatibili con una città che, comunque sia, deve e vuole affrontare processi di crescita e di cambiamento.
A proposito di trasformazioni, ti invito a leggere il mio post sulla proroga a tutto il 2020 dei bonus fiscali per la casa.
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