I dati sui tassi di interesse sui mutui elaborati da Fabi evidenziano un divario tra quelli applicati al Nord rispetto al Sud e nelle Isole.
E’ di pochi giorni fa il nono aumento dei tassi deciso dalla BCE nell’arco di un anno, per fronteggiare l’alta inflazione.
Il costo dei mutui è in notevole crescita da tempo e sabato scorso la Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi) ha pubblicato un report sui tassi applicati in Italia, evidenziando il divario tra il Nord e il Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia) e le Isole (Sardegna e Sicilia).
In base ai dati sui mutui della Banca d’Italia elaborati da Fabi, il tasso medio nazionale 2023 risulta essere pari al 4,10%. La rilevazione sulle aree geografiche esprime il grande divario tra il Nord Est (3,99%) e il Nord Ovest (4,09%) rispetto al Centro (4,16%), al Sud (4,18%) e, soprattutto, alle Isole che segnano 4,23%.
La Fabi parla di una penalizzazione legata ad alcuni fattori di rischio, evidentemente maggiori per le zone con i tassi più alti, oltre all’elemento che tocca tutti, vale a dire il rialzo dei tassi applicato dalla BCE, che ha portato il costo del denaro dallo zero al 4,25% in un anno.
Osservando la rilevazione sulle differenze tra il 2021 e il 2023, è l’area Centro del nostro Paese quella che ha subìto il maggiore spread, pari a 251, seguita da Sud e Isole, rispettivamente con 247 e 248. Gli spread 2021-2023 per il Nord Est e il Nord Ovest sono stati invece i più bassi, con 226 e 241.
L’analisi dei dati effettuata da Fabi mostra anche le differenze 2021-2023 per categorie di importo. Per i mutui fino a 125mila euro, a fine 2021, il tasso medio nazionale era l’1,87% mentre al 31 marzo scorso siamo arrivati al 4,47%, mentre per gli importi oltre i 250mila euro il passaggio è stato da 1,49% a 3,74%.
Le Isole (fino a 125 mila e 250mila euro) e il Sud (oltre i 250mila euro) mantengono, anche nella classificazione per importi, i valori più alti. Invece il Nord Est, eccezionalmente, supera la media italiana nella classe fino a 125 mila euro, in cui Sud e Centro stanno invece al di sotto.
I cambiamenti intervenuti nell’ultimo anno nel settore dei mutui hanno quindi evidenziato un divario anche a livello territoriale.
Da un lato questo non stupisce, dall’altro rinforza le problematiche delle zone del nostro Paese, Sud e Isole, dall’economia più fragile, soprattutto guardando alle famiglie e imprese in maggior difficoltà economica che evocano i fattori di rischio i quali, a loro volta, si traducono in tassi più alti.
Per uno sguardo complessivo su questa fase storica dei mutui e su come orientarsi, ti invito a leggere il mio post dedicato.
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