La Banca d’Italia ha pubblicato il 1° Rapporto sulla stabilità finanziaria del 2016.
Il Rapporto, pubblicato il 29 aprile scorso, evidenzia scenari di ripresa, attuale e in prospettiva, per il mercato immobiliare.
I dati elaborati dalla Banca d’Italia confermano la stabilizzazione dei prezzi delle abitazioni, dopo una contrazione che, a partire dal 2011, ha toccato quasi il 15% e si riscontra un aumento dei prezzi dei fabbricati di nuova costruzione.
Per quanto concerne le compravendite, l’istituto di Via Nazionale ne sottolinea l’aumento, con una performance che sta vedendo i livelli massimi dal 2012, interessando le principali città.
L’indicatore dell’accesso delle famiglie al mercato immobiliare è anch’esso positivo, grazie soprattutto alle condizioni particolarmente favorevoli dovute al recupero del reddito disponibile e al costo basso dei prestiti.
Nel settore non residenziale invece compravendite e prezzi sono tornati in lieve discesa.
La Banca d’Italia, guardando in prospettiva, segnala come gli indicatori desunti dal mercato immobiliare e dal settore delle costruzioni possano far pensare ad un rafforzamento della ripresa. In particolare, Via Nazionale ha considerato l’aumento di produzione nei settori industriali collegati al comparto edile e i dati crescenti sui permessi di costruire. Oltre i dati e i numeri, la Banca d’Italia segnala anche il clima crescente di fiducia, rilevato con appositi sondaggi effettuati presso le imprese di costruzione e gli agenti immobiliari.
Su quest’ultimo aspetto, riferendomi al mio personale osservatorio professionale, rilevo segnali di maggior attenzione e interesse al mercato immobiliare, da parte sia di venditori che di acquirenti, il tutto quindi in linea con quanto riportato sopra. Credo che conferme e consolidamenti dei segnali di ripresa dovranno inevitabilmente essere osservati e alimentati con costanza, su proiezioni più lunghe, ma un clima di fiducia che cresce non è un fattore da sottovalutare. La fiducia, tradotta in azioni conseguenti, costituisce, a mio avviso, il miglior traino per uscire dalla crisi non tanto e solo sul piano dei numeri, quanto piuttosto per considerare la crisi stessa un fattore di cambiamento e non più di negatività.
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