Ho intervistato i referenti di European DataWarehouse per conoscere meglio il loro progetto sull’efficienza energetica degli edifici.
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Nel mio percorso di approccio al progetto dei mutui verdi, in particolare nella tappa settembrina di Venezia, ho appreso alcune prime informazioni sulle soluzioni proposte da European DataWarehouse (d’ora in avanti: ED) per l’efficienza energetica degli edifici.
Per conoscere meglio il progetto di ED, ho intervistato Marco Angheben (Responsabile Sviluppo e Affari Regolamentari) e Eugenio Benetti (Analista Finanziario), che ringrazio sentitamente per la disponibilità.
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Che cos’è ED?
Siamo il datawarehouse principale sia per le operazioni di cartolarizzazione (asset-backed securities (ABS) che per i gli attivi bancari collateralizzati (Abaco) più propriamente detti Additional Credit Claims (ACC). ED è una GmbH tedesca (simile ad una srl italiana) che ha 17 azionisti, tra cui le tre maggiori banche italiane. Nel Board di ED siedono, oltre alle banche italiane, le maggiori istituzioni europee, varie agenzie di rating ed associazioni di categoria. L’azienda è inoltre governata da una Pricing Committee, in cui vengono fissati i costi per i servizi ed i prodotti.
ED effettua il controllo dei dati a livello loan by loan, sui singoli prestiti, insieme con tutta la documentazione sulle operazioni ABS ed ACC. Dal 2012, quando la società è stata creata, lo scopo principale è stato quello di fornire una serie di servizi e prodotti specifici, tra cui un repository centralizzato per la raccolta dei dati e della documentazione.
Al momento è un obbligo di eligibilitá nel continente Europeo mettere i dati nel database di ED per ottenere la liquidità dalle banche centrali nazionali.
Qual è il vostro ruolo nel progetto della Commissione Europea con oggetto l’efficienza energetica degli immobili?
Facciamo parte di un consorzio, che include sei entità. Noi di ED, come dice il nostro nome, facciamo soluzioni a livello europeo per assicurare la compliance degli istituti di credito con la nuova Regolamentazione sulla Cartolarizzazione 2017/2402 (Regolamentazione). Tale Regolamentazione obbliga gli emittenti ad includere alcuni dati sull’efficienza energetica nella loro reportistica, non soltanto sui mutui, ma anche l’efficienza energetica dei prestiti con svariati tipi di sottostanti (SME, automobili, ecc.).
Ad oggi stiamo lavorando con Luca Bertalot, Segretario Generale di EMF-ECBC, e con tutti gli altri partner del consorzio Energy Efficiency Data Protocol and Portal (EeDaPP). Tutti questi soggetti fanno parte dell’Italian Hub che sta aiutando tutte le entità a ottenere i dati sull’efficienza energetica da database, che sono esterni alle banche nella maggior parte dei casi. Infatti, le banche, nel processo di emissione dei mutui, di solito non collezionano l’efficienza energetica, dal momento che generalmente non è un elemento fondamentale nell’emissione del credito. La situazione sta migliorando ultimamente, in quanto con una legge specifica anche in Italia è stato reso obbligatorio l’APE (Attestato di prestazione energetica) per le vendite e gli affitti degli immobili sia residenziali che commerciali.
Il momento è importante, perché a livello istituzionale c’è una fortissima volontà volta ad incentivare la raccolta dei dati energetici. L’idea è quella di vedere se si possono creare delle serie storiche di dati che devono essere incrociati per renderli compliant con i nuovi obblighi di reportistica dell’ESMA.
Ci sono due campi che sono fondamentali: uno è appunto l’efficienza energetica, ma anche chi ha garantito o emesso l’APE. In Italia questa entità può essere o una persona fisica o una società. Questi due campi sono fondamentali e verranno raccolti più o meno dalla metà del prossimo anno. Quindi noi come ED, nello specifico Eugenio Benetti con il team di ED, abbiamo creato una soluzione specifica chiamata “Giuditta”.
Come si intrecciano questi dati con l’erogazione di un mutuo?
Quello che abbiamo cercato di fare è di aiutare a recuperare tutti i certificati di prestazione energetica che sono open source in Lombardia, che rappresenta un a vera eccellenza nel sistema Italia. Siamo andati a fare un matching con i dati anonimizzati sui prestiti che ci hanno fornito le banche. Il Cened è il database della Regione Lombardia. A detta degli sviluppatori di questo database, il Cened copre il 40% di tutti gli immobili presenti nella regione. Quello che abbiamo fatto è stato di prendere i dati che noi già avevamo attraverso la collaborazione con le banche e trasporli in questo database unico e centralizzato.
Quando il progetto dei mutui verdi sarà effettivamente avviato, questo lavoro sui dati che cosa potrebbe dare come vantaggio?
Ci sono due filoni che bisogna distinguere.
Il primo riguarda i finanziamenti per le case di nuova costruzione, che hanno un livello di efficienza energetica già elevato, A oppure B. Questi prestiti possono essere impacchettati, messi in portafoglio e venduti, come hanno fatto in Olanda nel 2016, quando è stata creata un’operazione di cartolarizzazione green che è stata poi venduta sul mercato. Questi sono immobili nuovi o seminuovi.
Poi c’è il filone più importante a livello italiano: partendo dal fatto che lo stock italiano di immobili è nella gran parte dei casi di classe energetica bassa, c’è un’enorme opportunità perché, come tu sai, dal punto di vista fiscale lo Stato ha delle politiche estremamente positive per quanto riguarda la possibilità di fare efficientamento energetico delle proprietà. Ci sono detrazioni fiscali per aumentare la classe energetica degli immobili. La definizione dell’EMF/Ecbc è che nel momento in cui l’immobile aumenta l’efficienza energetica del 30%, questo può essere utilizzato ai fini di un’emissione green.
Ci sono due elementi che sono fondamentali per l’efficienza energetica: le emissioni e i consumi. L’opportunità che può essere più importante nel mercato specifico italiano, non è tanto fare dei mutui verdi, ma fare dei prestiti per migliorare l’efficienza energetica degli immobili, con la possibilità di detrarre fiscalmente tutta una serie di costi, ad esempio per il nuovo boiler, le nuove finestre, la manodopera. Nei prossimi anni, avendo già visto esempi positivi da parte dei maggiori istituti di credito, non vedremo emissioni verdi solo a livello di titoli, ma anche a livello di cartolarizzazioni e covered bond. Stiamo lavorando con le banche per emissioni green già nel corso del prossimo anno, sicuramente per il 2021.
Per cui “Giuditta” potrebbe essere un osservatorio qualificato, a livello addirittura europeo, e allo stesso tempo fornire il polso della situazione a finanziatori e finanziati sui mutui green?
Ti faccio un esempio: qual è il motivo per cui la Regione Lombardia ha avuto tutta una serie di finanziamenti, questo miglioramento a seguito dell’Expo? Perché ha fatto delle politiche estremamente positive sulla disponibilità dei dati. E’ l’unica regione in Italia in cui i dati sull’efficienza energetica sono open source a nostro parere. Nel momento in cui un grosso investitore, come un fondo sovrano, volesse acquistare, ha bisogno di dati molto dettagliati e precisi sull’efficienza energetica. Se non ci sono i dati, languono gli investimenti o le valutazioni immobiliari sono più basse. Naturalmente per l’intera Italia è complicato, una condizione necessaria ma non sufficiente è quella di avere i dati. Se ci sono i dati a disposizione e c’è l’opportunità economica, ci saranno più investimenti. Noi stiamo lavorando con altre regioni, non solo con la Lombardia, per cercare di promuovere una soluzione simile a questa.
Quali sono le altre regioni con cui state lavorando?
C’è un progetto pilota che sta partendo con il Trentino Alto Adige, poi stiamo lavorando con il Friuli Venezia Giulia ed il Piemonte. Con il Piemonte stiamo cercando modi per riconciliare i dati, ma non è facilissimo, per cui le cose più concrete, per ora, sono con Lombardia, Friuli e direttamente con la Provincia di Trento. Stiamo comunque cercando esempi virtuosi che possano essere applicati anche ad altre regioni.
Come si finanzia il progetto “Giuditta”?
Stiamo facendo questo progetto perché facciamo parte di Horizon 2020, stiamo cercando di ottenere ulteriori finanziamenti anche da istituzioni a partire dal prossimo anno. Se ci sono altre regioni che sono interessate al database, possiamo considerare il caso. Facendo team con tutti i partecipanti al consorzio, vorremmo cercare di espandere al massimo il modello della Lombardia, perché a nostro avviso è quello che abbiamo identificato come il modello migliore. Riguardo la Lombardia, la cosa importante è che loro non solo hanno i dati open source, ma sono disponibili a cedere il loro software anche alle altre regioni.
In che modo si pone la questione della privacy?
Il più grosso ostacolo su questo discorso è la normativa GDPR (il regolamento generale sulla protezione dei dati). Naturalmente i nostri dati sui prestiti, nel momento in cui vengono incrociati con quelli del Cened, sono dati anonimi. Ogni regione ha il suo regolamento per quanto riguarda la disponibilità dei dati, soprattutto a livello energetico, per cui ci troviamo di fronte ad una situazione di non omogeneità.
Il sistema che avete descritto che cosa potrebbe stimolare o facilitare per un proprietario di un immobile situato, per esempio, in un condominio?
Come proprietario di casa ho un incentivo ad avere o trasformare una casa verde? La nostra raccomandazione, come ED e come cittadini italiani, è di cercare di ottenere la certificazione energetica, anche facendosi indicare tutti i possibili miglioramenti per l’efficienza energetica dell’immobile. Questo perché l’acquirente di una casa verde potrà sostenere dei costi inferiori nella gestione dell’immobile stesso. Più verde è l’immobile, meno avrà costi fissi per energia elettrica, gas, riscaldamento, ecc. Naturalmente, alla fine dipende sempre dalla disponibilità economica dell’acquirente. E’ chiaro che se io compro un immobile di classe G dovrò fare molti lavori, quindi ci vorrà molto tempo per portarlo ad una classe sufficientemente buona, obbligatoria probabilmente per quell’area. Se invece compro una casa nuova, a costi superiori, c’è il discorso della disponibilità economica. L’altro discorso, che in Italia si presta particolarmente, come dicevamo prima, è: compro una casa, magari di classe energetica non alta e investo dei soldi, essendoci gli incentivi fiscali, e quindi nel tempo, nell’arco di 5/10 anni, avrò una casa che nel tempo avrà dei costi di mantenimento inferiori. Se riuscissimo a creare tutta una serie di investimenti a livello italiano, per cui il sistema, che storicamente ha uno stock di immobili molto vecchio, riusciremo a movimentare l’economia per due motivi: 1) stimoliamo la costruzione delle case, 2) stimoliamo il restauro dello stock esistente, dato che tutti i regolamentatori, la BCE, la Commissione Europea, tutte le Authority, stanno puntando a ridurre le emissioni il più possibile, non solo per le case nuove, che rappresentano una minima percentuale, ma soprattutto è importante lavorare sugli immobili esistenti.
E quindi quali sono le persone/le categorie in particolare che potrebbero essere motivate a riqualificare l’abitazione?
Questa politica a chi si rivolge? Secondo noi, in particolare, agli acquirenti di prima casa. In Italia c’è un’altissima percentuale di persone che hanno la prima casa, circa il 70-80%, questo per noi è particolarmente importante per i giovani, in quanto hanno un bisogno temporale che è medio-lungo, parliamo di 40-50 anni. E’ nell’interesse dei giovani avere una casa il cui valore economico aumenterà di valore. E’ logico che una persona anziana ha meno incentivi.
Quindi, queste politiche sono particolarmente interessanti per i giovani, perché dal punto di vista fiscale sono molto impattanti.
La sensibilità verde è soprattutto presente sia nel nord Europa, che nel sud Europa, soprattutto nei giovani, che si stanno guardando intorno per comprare casa, sono loro che avranno un occhio di riguardo per tutti i lavori di miglioramento dell’’efficienza energetica.
Per “Giuditta”, oltre al lavoro con le singole regioni, state ipotizzando di creare un sistema che sia direttamente nazionale?
Siamo assolutamente d’accordo. Intanto c’è molta convergenza sull’argomento. In tutte le riunioni che abbiamo fatto nell’Italian Hub, in cui siamo partiti da zero banche e adesso ne abbiamo sedici, ed è stata coinvolta l’Enea, le varie istituzioni sia pubbliche che private. Molti si stanno rendendo conto che c’è un’opportunità enorme, in cui tutti potranno averne non solo un ritorno economico, ma l’aspetto positivo è che tutto ciò ha un impatto su di noi, nella vita di ogni giorno: se abbiamo la casa più efficiente, diminuiscono le emissioni, c’è meno inquinamento e quindi in definitiva possiamo vivere in un ambiente migliore.
E’ possibile che in una visura che identifica un immobile si possa arrivare un domani a comprendere anche i dati energetici, come in una carta d’identità estesa alla questione di cui stiamo parlando? Credo che possa essere un importante passo avanti, anche sul piano culturale.
In un mondo ideale, potremmo vedere quello che succede in Inghilterra: io vado in un sito, metto l’indirizzo, il codice postale e vedo tutto dell’immobile. Se io vivo, per esempio, in Corso del Popolo, 13 a Padova, mi collego e vado a vedere i valori di quell’immobile e di quelli che sono vicini. La trasparenza sui valori degli immobili, negli altri paesi, ci dice che il mercato può essere più liquido. Per cui, quando vuoi vendere casa, puoi fare già la una due diligence: se ti dicono che la casa vale 100, puoi fare una verifica sul database, per vedere se la casa vale veramente 100.
Comunque è più o meno quello che stiamo cercando di fare noi: noi abbiamo alcuni dati, e abbiamo aggiunto questa lettera, A, B o C, della classe energetica, ed è stato relativamente semplice. Si può aggiungere la classe energetica, ma si può aggiungere di tutto. Il limite non è tecnico: il limite è dettato sia dalla politica che dal regime regolamentare della protezione dei dati.
La cultura anglosassone è molto basata sul dato, quindi, se io vado a comprarmi una casa a Londra, ti dicono qual è il prezzo e qual è la classe energetica.
E’ un mercato enorme, che dovrebbe essere sviluppato meglio, siamo d’accordo con te, dovremmo avere più attenzione ai dati veri.
Cosa mi dite riguardo la situazione dei condomìni, in cui ci sono situazioni diversificate tra i singoli appartamenti e lo stato dell’edificio in sé?
E’ un discorso di sensibilità personale e di disponibilità economica. Ci sono gli incentivi, ma c’è la disponibilità economica, in base al proprio reddito? E, nel caso sfortunato in cui una persona perda il lavoro, quali sono i pagamenti che non pagherà per primi?
Ad esempio, negli Stati Uniti quello che si paga generalmente è l’automobile, perché altrimenti non riesci ad andare a lavorare, mentre in Italia il valore dell’immobile nella scala delle priorità nei pagamenti degli italiani è molto più alto. Per cui vi sono situazioni in cui la liquidità, se non viene dalla persona che ha fatto il mutuo, viene da terze persone, dalla famiglia.
Però dobbiamo avere le statistiche, perché dobbiamo aiutare le Istituzioni Europee ad ottenere serie storiche di cinque anni o più lunghe. E’ importante studiare a fondo il comportamento di chi ha comprato casa cinque anni fa ed in particolare se è più virtuoso rispetto a una persona che non ha fatto nessun investimento sull’immobile. Questo è molto difficile da dimostrare, ma ci stiamo provando.
A livello nazionale, quali sono i punti di opportunità e di criticità che il progetto “Giuditta” deve affrontare?
La difficoltà principale è la segregazione di tutti i dati a livello regionale: ogni regione ha il proprio database energetico regionale, pochissime volte è aperto a tutti, spesso e volentieri l’accesso è molto limitato e troppo spesso non esiste, o forse esiste nel cartaceo di qualche palazzo, ma non è accessibile a nessuno che non lavori in regione. Molti partecipanti del mercato sono interessati a questa iniziativa e riteniamo possano essere interessati ad accedere a questi dati di efficienza energetica. La difficoltà maggiore sta nel fatto che questo sistema non è centralizzato e, per ora, mancano gli incentivi per centralizzarlo, per spingere gli addetti ai lavori a rendere questi dati disponibili.
Anche dal punto vista economico, data la situazione delicata del momento, è assolutamente fondamentale lavorare insieme, perché, ottenendo risultati anche con piccoli passi, in qualche modo ne beneficeremmo tutti, sia dal punto di vista ambientale, perché vivremmo in un mondo migliore, anche per i nostri figli.
A proposito delle città, mentre stiamo vedendo che c’è sempre più lo spopolamento dalle campagna verso le città, i miglioramenti nelle città sono fondamentali e non possono essere fatti casa per casa, ma devono essere fatti in maniera più sistematica, come viene fatto spesso all’estero, su interi quartieri che devono essere rigenerati.
Tra i punti di forza, c’è un’enorme disponibilità di tutti gli attori con cui abbiamo discusso: non abbiamo trovato porte chiuse o che non si possono aprire.
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Nell’intervista emergono diversi spunti interessanti e, a seguire, ti offro alcune mie considerazioni.
La connessione tra mercato immobiliare (ivi compreso quello dei mutui) ed efficienza energetica credo possa trovare nel progetto di ED un rafforzamento, dato che la raccolta e la gestione dei dati costituiscono una valida base di osservazione e studio per i proprietari e per le persone che abitano condomìni e quartieri, gli investitori, le pubbliche amministrazioni, i cittadini.
Il tema dell’efficienza energetica applicata al patrimonio immobiliare non dà forza solo alla mobilitazione generale per l’ambiente, ma rende migliore la vivibilità delle nostre case e fornisce strumenti di attenzione ai consumi e al risparmio, quindi ben venga uno strumento a sostegno di questo percorso.
Come ho già espresso ai referenti di European DataWarehouse, credo che possa essere utile inserire nell’ambito progettuale una sperimentazione presso uno o più condomìni, per attuare un monitoraggio dei processi di efficienza energetica sul campo, nel concreto. Questo darebbe, a mio avviso, il polso della situazione nell’ambito delle complessità condominiali, dato che in un edifico in cui convivono molti diversi proprietari l’attuazione di politiche di efficientamento energetico non è sempre coordinato ed efficace. Viceversa, conoscere da vicino, “dal vivo”, le prassi con cui i condòmini efficientano le singole proprietà e/o le parti comuni può costituire una base di conoscenza ulteriore rispetto ai dati offrendo anche, se ben comunicata all’esterno, un patrimonio di testimonianze utili per altre realtà condominiali.
Come sempre, sarà mia cura continuare a raccontare gli sviluppi sul tema dell’efficienza energetica degli immobili.
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European DataWarehouse solutions for energy efficiency
This is a translated and updated version of the interview conducted by me, available above, which was originally published on January 14, 2020.
In this version (dated March 31, 2020) answered my questions Marco Angheben (Head of Business Development and Regulatory Affairs), Eirini Kanoni (Vice President) and Eugenio Benetti (Financial Analyst). Also in this case, I thank them sincerely for their precious availability.
Who is European DataWarehouse?
Founded in 2012 as part of the implementation of the European Central Bank ABS Loan-Level Initiative, the European DataWarehouse (ED) is the first central data repository in Europe for collecting, validating and making available for download detailed, standardized and asset class specific loan-level data (LLD) for Asset-Backed Securities (ABS) transactions. Developed, owned and operated by the market, ED helps to facilitate risk assessment and to improve transparency standards for European ABS deals.
ED currently hosts loan-level data and relevant documentation for over 1,520 ABS transactions and private portfolios belonging to a wide variety of different originators across Europe. Originators, issuers, sponsors and servicers upload ABS exposure and relevant documentation to ED, while data users including investors, data vendors, rating agencies and public institutions use ED data for monitoring and risk assessment purposes.
ED intends to register with ESMA to provide securitisation repository services under the Securitisation Regulation (EU) 2017/2402. In the meantime, ED assists originators, sponsors and Securitisation Special Purpose Entities (SSPE) to fulfil the regulatory reporting obligations by providing a website compliant with the requirements set out in Article 7(2) of this regulation.
What is your role in the European Commission Horizon 2020 project on residential energy efficiency?
ED participates in the Energy Efficient Mortgages Initiative (EEMI), which a market-led initiative coordinated by the EMF/ECBC and funded via the European Commission’s Horizon 2020 Programme. It aims to deliver a standardised European framework and data collection architecture for energy efficient mortgages.
We are a member of the Energy Efficiency Data Protocol and Portal (EeDaPP) Consortium, which consists of a group of industry experts in data and technology specialising in structured finance and covered bond markets as well as two universities. As part of this project, we have developed, among other things, a technical solution to assist the financial institutions to obtain energy efficiency data from external databases. As a matter of fact, during the mortgage process, banks usually do not generally collect energy efficiency data because it is not a key requirement in the credit granting process. The situation is currently changing, as specific laws across Europe require energy performance certificate for residential and commercial sales and rentals.
We are also working on solutions at a European level to ensure banking institutions comply with the Securitisation Regulation (EU) 2017/2402 (Regulation). This regulation establishes reporting requirements for issuers with respect to energy efficiency information for residential mortgages as well as other underlying exposures such as auto and consumer loans.
The Regulation has further strengthened the financial institutions’ need to collect energy efficiency data. The initiative aims to collect time series of data to achieve compliance with the new ESMA reporting requirements.
There are two key energy efficiency related fields in the ESMA reporting requirements: energy performance certificate value (EPC) of the properties or assets and the EPC provider name. These two fields are required, and their reporting will likely start sometime later this year. In order to help the data collection of this information, our team has created a specific IT matching solution called “Giuditta” between the property and its EPC.
How can we match property data with the respective energy efficiency information?
We retrieved all the open source energy efficiency certificates of the Lombardy region database, which represents an excellence in the Italian system. We then matched the EPCs with loan data that banks provided. Cened, which is part of Infrastrutture Lombarde, is the database of the Lombardy region, and it covers about 40% of buildings in the region. We are looking at similar solutions also in other jurisdictions.
What advantage could this data analysis bring once the green mortgage project finally begins?
There are clear advantages here. The first benefit could be on the financing of new buildings with a high energy efficiency level: A or B. These loans can be pooled into a portfolio and sold to investors. In the Netherlands, for example, they have been issuing green collateral securitisation transactions every year since 2016.
In the case of Italy, where the properties have low energy efficiency levels, there are currently specific fiscal policies in place for improving the energy efficiency of the existing buildings stock. Therefore, in the Italian market we believe that the most significant opportunity is not represented by green mortgages for new constructions but rather loans for improving the energy efficiency of existing properties. One of the main challenges was the lack of a common standardised definition of energy efficient mortgages, which was addressed by the EEMI. According to EEMI’s definition, these are intended to finance the purchase/construction and/or renovation of both residential and commercial buildings where there is evidence of an improvement in energy performance of at least 30% and/or where the energy performance is in line with the current EU legislative requirements.
We understand that sustainable finance is a top priority in the policy agenda, and therefore, we expect a growth in the green securitisation and covered bond markets in the coming years.
Which are the other regions that you are working with?
There is a pilot project starting in Trentino Alto Adige, and we are also working with Friuli Venezia Giulia and Piemonte and we hope to apply this to other regions eventually as well.
How is “Giuditta” financed?
We are trying to obtain further financing from institutions. We would like to expand and replicate the Lombardy model by teaming up with the other relevant market participants. Lombardy is the best model that we examined so far as it offers an open source data and the region is willing to share their software to other regions.
How can the privacy issue be addressed?
The biggest obstacle to this project is data protection under General Data Protection Regulation. We are currently working on a legal opinion to determine the best way to share the energy efficiency data for research purposes.
With respect to “Giuditta”, collaborations with other regions aside, are you envisaging the creation of a national system?
We absolutely are. First of all, there is a solid interest in this. We started from zero banks and now we have 16 Pilot banks participating in the EEMI. Enea has been involved as well as other public and private organisations. Many institutions are realizing there is an opportunity for economic return as well as a positive impact on everyday life: if we have more efficient houses, CO2 emissions will decrease and pollution will be reduced consequently, resulting in a better environment for everyone.
What is the best example outside Italy of a database including energy efficiency information?
In an ideal world, we would see what is happening with housing data in England and Wales. There you can connect to a website, insert an address and postal code, and see relevant energy efficiency property information instantly.
Which opportunities and challenges does “Giuditta” face at the national level?
The main challenge is the disaggregation of all data down to the regional level: every region has its own regional EPC registry, very rarely open to the public. Sometimes the access is limited and too often it either does not exist or maybe it can be found in the documentation of some buildings and it cannot be accessed to by anyone not working for the region. A lot of market players are interested in this initiative and we believe that they could be interested accessing the energy efficiency data. Currently, the biggest challenge is that energy efficiency systems are generally not centralised and there is a lack of incentives to centralise it and to encourage interested parties to make data available.
From an economic standpoint, given the present delicate situation, it is fundamental to work together because obtaining results, even in small steps, is going to benefit the environment and the future of our children.
Among the strengths, there is a great positive willingness from all the entities that we spoke with. Not once did we encounter closed door or a lack of interest.
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