In una seduta della Commissione Finanze della Camera è emerso il dato sui crediti bloccati nei bonus edilizi: 135 miliardi di euro.
Ammontano a 135 miliardi di euro i crediti bloccati nei bonus edilizi, in base a una rilevazione sugli ultimi tre anni.
Questo valore è emerso nella Commissione Finanze della Camera dei Deputati in cui, il 15 novembre scorso, è stata rivolta una interrogazione parlamentare (siglata dagli onorevoli Emiliano Fenu e Angela Raffa) al Ministero dell’Economia e delle Finanze sullo stato delle detrazioni e delle cessioni dei crediti nell’ambito dei bonus edilizi.
La Sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Lucia Albano, nel rispondere all’interrogazione sui crediti nei bonus edilizi, ha fornito il quadro finora disponibile.
Per quanto riguarda le detrazioni nei singoli anni, i dati (in milioni di euro) ad oggi disponibili sono quelli relativi al 2020 e al 2021 e sono i seguenti:
2020 | 2021 | |
Superbonus | 512 | 16.157 |
Bonus facciate | 1.431 | 19.686 |
Per il 2022 bisognerà aspettare i primi mesi del 2024, quando saranno acquisiti i dati sulle detrazioni usufruite direttamente nelle dichiarazioni dei redditi.
Per quanto concerne invece le cessioni dei crediti di imposta e gli sconti in fattura – rilevati tra l’ottobre 2020 e il novembre 2023 – l’ammontare complessivo è pari a 160,6 miliardi di euro. Questo totale è dato da quasi 106 miliardi di euro del Superbonus (80,9 miliardi per la riqualificazione energetica e 24,9 miliardi per la riduzione del rischio sismico) e quasi 55 miliardi degli altri bonus edilizi (ristrutturazione, facciate, ecobonus e sismabonus).
Il dato sui crediti compensati è pari a 25,5 miliardi di euro, da cui si deduce che i crediti bloccati ammontano a 135 miliardi di euro.
Non è definibile l’identikit dei crediti bloccati e dei soggetti coinvolti. Infatti, non è possibile quantificare la capacità fiscale residua dei soggetti che detengono ancora questi crediti, così come, essendo necessarie elaborazioni piuttosto complesse, ad ora i crediti non sono distinguibili in base al settore economico di appartenenza del cessionario (banche o assicurazioni o costruzioni).
Inoltre, non è determinabile la quota dei crediti cosiddetti incagliati, dato che l’Agenzia delle Entrate non conosce le motivazioni per cui un credito non venga ceduto a terzi.
In sintesi, riguardo ai 135 miliardi di euro di crediti bloccati, al momento non si sa quanta parte sia dovuta ad una scelta consapevole di chi li detiene o alla difficoltà di individuare soggetti disposti a farsene carico.
Si tratta, comunque, di una cifra enorme. Serve un’attivazione rapida ed efficace per far fronte ai disagi vissuti dalle famiglie e dalle imprese che non riescono a trovare cessionari disponibili ad acquistare i crediti rimasti in sospeso.
A questo proposito, ti segnalo la recente iniziativa sui crediti incagliati, messa in campo dalla Regione Lazio.
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