Banca d’Italia e Istat hanno pubblicato il rapporto aggiornato al 2022 sulla ricchezza lorda e netta delle famiglie italiane.
Nei giorni scorsi la Banca d’Italia e l’Istat hanno pubblicato il rapporto congiunto “La ricchezza dei settori istituzionali in Italia – 2005/2022”.
I settori istituzionali considerati nel rapporto della Banca d’Italia e dell’Istat sono le famiglie, le società finanziarie e non e le amministrazioni pubbliche.
I dati, aggiornati al 2022, contengono, come sempre, uno sguardo specifico sulla ricchezza delle famiglie italiane.
Nella pubblicazione le famiglie vengono così definite:
Il settore comprende le famiglie consumatrici (individui o gruppi di individui nella loro qualità di consumatori) e le famiglie produttrici (imprese individuali, società semplici e di fatto, produttrici di beni e servizi non finanziari destinabili alla vendita, che impiegano fino a 5 addetti; unità produttrici di servizi ausiliari dell’intermediazione finanziaria senza addetti dipendenti). In generale, è allocata alle famiglie produttrici qualsiasi attività che le famiglie svolgono per il mercato, quindi anche l’attività di locazione di immobili, residenziali e non residenziali, di proprietà dei singoli individui. Nella presente pubblicazione le famiglie includono anche le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.
Alla fine del 2022, la ricchezza netta delle famiglie italiane ammontava a 10.421 miliardi di euro, grazie alla somma tra le attività non finanziarie (abitazioni, terreni, ecc.) e quelle finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività (prestiti a breve, medio e lungo termine, ecc.).
A confronto con il 2021, i dati parlano di una diminuzione, in termini nominali, dell’1,7%, dopo tre anni di crescita. Ma i termini reali evidenziano un calo più marcato, pari al 12,5%, a causa della forte pressione dell’inflazione.
Cala anche il rapporto tra ricchezza netta e reddito disponibile – da 8,7 a 8,1 – toccando il livello più basso nell’arco complessivo di indagine (2005-2022).
La stabilità del valore degli immobili non residenziali ha interrotto la fase di calo in atto dal 2012.
Sempre per le famiglie, si riscontra una riduzione, poco superiore al 5%, delle attività finanziarie, che contano 5.135 miliardi di euro.
La ricchezza lorda delle famiglie italiane, a fine 2022, era composta per ben più di metà da attività non finanziarie, costituite per il 46,3% dalle abitazioni (per un valore pari a 5.307 miliardi di euro) e per il 5,6% da immobili non residenziali (642 miliardi).
Le attività non finanziarie, pari a 6.317 miliardi di euro, sono cresciute del 2,1% a prezzi correnti (+131 miliardi), e ciò riflette soprattutto la crescita del valore delle abitazioni, che ha raggiunto l’incremento più alto dal 2009: +2,4%, +125 miliardi.
In prevalenza, questi dati positivi per le case sono stati dovuti all’aumento dei prezzi medi del patrimonio abitativo, in un contesto di crescita delle compravendite e di riqualificazione tramite i bonus edilizi.
Rispetto al 2021, è cresciuto di quasi il 2% il peso delle attività reali, il maggior incremento dal 2009, per effetto combinato fornito dall’aumento del valore delle case e dalla notevole contrazione delle attività finanziarie.
Il rapporto Banca d’Italia-Istat sulla ricchezza delle famiglie conferma, quindi, il valore centrale delle abitazioni, aumentato rispetto al 2021, a sancire una piena ripresa post-pandemica.
Ad ogni modo, come evidenziato dal rapporto sopra descritto, l’affacciarsi dell’inflazione aveva toccato già il 2022, per cui sarà interessante, nella prossima pubblicazione, che sarà relativa al 2023, vedere gli eventuali cambiamenti per la ricchezza delle famiglie.
Se vuoi conoscere nel dettaglio le evoluzioni del mercato immobiliare (compravendite, prezzi, mutui, tassi), puoi leggere i miei post nella categoria dedicata.
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