Enea e CTI hanno presentato ieri il terzo Rapporto sulla certificazione energetica degli edifici, con i dati relativi allo scorso anno.
Presentato ieri online, il terzo Rapporto sulla Certificazione energetica degli edifici è stato curato dal Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica dell’Enea e dal Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI), sulla base delle informazioni e dei dati disponibili al 9 settembre 2022.
La certificazione energetica in Italia
Nel 2021 gli Attestati di prestazione energetica (APE) emessi da 18 Regioni e 2 Province Autonome sono stati quasi 1,3 milioni, per un +20% rispetto al dato del 2020.
Nel Rapporto si afferma che “il database nazionale sta raggiungendo maggiore solidità e rappresentatività da un punto di vista statistico, trasformandosi in un supporto sostanziale alla pianificazione dell’ondata di ristrutturazioni energetiche con il fine di decarbonizzare il parco edilizio esistente”.
Le Regioni in cui sono stati emessi più APE sono, nell’ordine, la Lombardia, il Lazio e il Veneto.
Quasi il 60% della distribuzione per classe energetica è caratterizzata da prestazioni carenti, ma, nel confronto con il 2020, emerge una diminuzione del 2% degli immobili F e G, a vantaggio di quelli in classe A4-B. Questa tendenza in positivo riprende un percorso che si era interrotto nel 2020.
Gli immobili residenziali con certificazione energetica attestata costituiscono l’87,6% del totale. Le categorie che presentano la maggior percentuale di immobili efficienti (A4-B) sono quelle di ospedali, attività ricreative e alberghi, tra il 26% e il 30%.
Questa è la suddivisione dell’emissione degli APE in base alle diverse motivazioni:
- circa l’85% degli APE emessi nel 2021 è stato redatto per passaggi di proprietà e locazioni,
- circa il 3% per le nuove costruzioni,
- quasi il 4% per le riqualificazioni energetiche,
- il 2,5% per le ristrutturazioni importanti.
Efficienza degli immobili e politiche energetiche
Le ultime tre categorie presentano i valori maggiori di immobili ad alte prestazioni, essendo tenute a rispettare la recente normativa in ambito energetico, sia per la riduzione del fabbisogno energetico che per la copertura dello stesso tramite fonti rinnovabili.
Con l’analisi degli indici di prestazione energetica, nel Rapporto vengono evidenziati gli effetti positivi delle politiche energetiche. In media, un immobile residenziale realizzato nel periodo 2016-2021 ha una prestazione energetica globale di circa il 60% inferiore rispetto a immobili realizzati prima del 1945 e di circa il 50% inferiore rispetto ad un immobile realizzato tra il 1945 e il 1991.
Nel Rapporto si afferma come il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE) stia andando gradualmente a regime e come, già oggi, costituisca la base per le politiche energetiche finalizzate alla riduzione dei consumi e della povertà energetica, in linea anche con gli obiettivi globali di sostenibilità dell’ONU e con le politiche europee.
Inoltre, con l’analisi dei dati che evidenzia la crescita degli edifici nelle classi energetiche migliori (A4-B), gli autori esprimono come ciò possa essere utilizzato come base per le stime del potenziale di risparmio energetico, in base alle indicazioni della Commissione Europea.
I dati del Lazio
Dando uno sguardo alla certificazione energetica degli edifici nel Lazio, il Rapporto evidenzia che nel periodo 2018-2021 sono stati emessi 482mila APE, di cui 137mila nel 2021, tornando quindi ai valori del 2019.
La distribuzione per classi energetiche riflette il dato nazionale, per cui nel Lazio, dal 2020 al 2021, si registra una lieve diminuzione di F e G (complessivamente al 66,8%) e un corrispondente aumento nelle classi più performanti (ad es., A4 passa da 1,5% a 1,9%).
Parlando di certificazione energetica degli edifici, ti invito a leggere il mio post relativo all’ultimo monitoraggio sul rapporto tra mercato immobiliare ed efficienza degli immobili.
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