Il nuovo rapporto Camera dei Deputati-Cresme evidenzia i 17,8 milioni di interventi attuati in 20 anni grazie ai bonus fiscali edili ed energetici.
Si tratta, partendo dal 2013, del sesto rapporto elaborato dal Servizio Studi della Camera dei Deputati (Dipartimenti Ambiente e Finanze), in collaborazione con il CRESME, il Centro di ricerche economiche, sociologiche e di mercato nell’edilizia.
Lo studio analizza e stima l’impatto delle misure di incentivazione mirate al recupero e alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano e, a seguire, te ne offro una sintesi.
Dal 1998 al 2018
Nel periodo 1998-2018 sono stati attuati 17,8 milioni di interventi basati sugli incentivi fiscali per la riqualificazione edile ed energetica.
Le abitazioni sono state il principale oggetto di rinnovo, oltre il 57% delle case italiane stimate dall’Istat (31,2 milioni).
Nei venti anni considerati, gli investimenti attivati sono stati pari a 292,7 miliardi di euro.
I dati recenti
Il dato inerente il 2017 parla di investimenti stimolati dagli incentivi pari a poco più di 28 miliardi di euro, di cui quasi 4 miliardi per la riqualificazione energetica e più di 24 per il recupero edilizio.
Per il 2018, le previsioni dettate dalle dinamiche dei primi otto mesi implicano un volume di spesa superiore a quello del 2017, vale a dire oltre i 28 miliardi e mezzo.
Tra l’altro, i numeri relativi al 2017 e al 2018 confermano che gli incentivi hanno stimolato grandi quantità di investimenti soprattutto dal 2013, cioè da quando sono state maggiorate le aliquote.
La ricaduta occupazionale e fiscale
L’impatto sull’occupazione dato dalle misure di incentivazione per la casa è stimato in maniera ancora forte per il 2018, con più di 426mila occupati, di cui quasi 285 mila diretti e più di 143mila nell’indotto.
Il periodo 2011-2017 ha visto oltre 2 milioni di occupati diretti e 1 milione di indiretti, attivati da investimenti pari a 202,4 miliardi euro.
L’impatto sulla finanza pubblica nell’arco temporale 1998-2018 vede un saldo negativo di 26,5 miliardi di euro, dato dai minori introiti dovuti alla defiscalizzazione e dal gettito fiscale e contributivo.
Tale impatto è comunque mitigato dal fatto che lo Stato incassa nell’anno di realizzazione dei lavori, mentre le detrazioni (il mancato gettito) sono spalmate in dieci anni.
Il saldo per lo Stato diventa però positivo considerando che, se da un lato ci sono minori introiti a causa dell’efficientamento energetico, il gettito fornito dai consumi e dagli investimenti stimolati dai redditi dei nuovi occupati porta ad un +8,8 miliardi di euro.
Il dato positivo si amplia mettendo in luce tutti gli attori coinvolti – vale a dire lo Stato, le famiglie e le imprese – per cui il sistema Paese va ad un saldo positivo di oltre 23,5 miliardi di euro.
Gli altri aspetti importanti
Il rapporto Camera dei deputati-Cresme evidenzia, infine, altri aspetti importanti, non facili da quantificare, ma che è sempre bene considerare:
- l’emersione dei redditi e dell’occupazione irregolare;
- la riduzione della CO2 dovuta ai minori consumi energetici;
- la valorizzazione del patrimonio immobiliare, sul piano del decoro, delle funzioni e della prevenzione dei rischi.
Gli incentivi fiscali, il cui impatto è descritto nel rapporto che ti ho appena sintetizzato, puoi meglio approfondirli leggendo i miei post dedicati:
- il bonus ristrutturazioni;
- l’ecobonus.
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